Cento anni di gratitudine - Gabriel García Márquez
Annalisa Grassano | On 17, Apr 2014
Il mondo perde una piccola porzione di bellezza.
di Annalisa Grassano
Picture: Illustrazione di ©Annalisa Grassano.
Moltissimo tempo fa, presi un libro dalla copertina rigida, aprii e lessi questo:
“Le venivano in mente di continuo le tante domande quotidiane a cui solo lui avrebbe potuto rispondere.
Una volta lui le aveva detto una cosa che lei non riusciva a concepire: gli amputati sentono dolori, crampi, solletico, alla gamba che non hanno più.
Così si sentiva lei senza di lui, sentendolo là dove non c’era più.”
Quel libro era “L’amore ai tempi del colera” e quello è stato il preciso momento in cui mi sono innamorata della scrittura.
Oggi la parola scrittore è abusata, anche gli autori di pappe insapori e incolori, tirano fuori il petto millantando il titolo, ma la verità è che di scrittori veri ne nasce uno ogni 100 anni. Gabriel García Márquez era senza dubbio fra questi, uno dei più grandi del nostro secolo.
Il mondo perde una piccola porzione di bellezza, perde la possibilità di continuare a leggere le storie di un uomo che sapeva raccontare oltre le frasi, perde la magia di quelle parole che, come formule magiche, in maniera perfetta si tuffavano sui suoi fogli bianchi.
Muore di Giovedì santo come “Ursula Iguaran“, uno dei suoi personaggi più famosi, personaggi che hanno vissuto al suo fianco, nella sua mente, nel suo cuore fra le parole di un inchiostro che ha segnato una generazione di lettori che lo ha molto amato.
Grazie Gabo e fai un buon viaggio come se fossi su una nave che mai si ferma e va “a dritta, a dritta, a dritta, ancora verso La Dorada.”
Further reading:
– Gabriel García Márquez – Wikipedia: wikipedia.org
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