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In un solo anno sono state generate con l’AI più immagini rispetto a 150 anni di fotografia.

In un solo anno sono state generate con l’AI più immagini rispetto a 150 anni di fotografia.

| On 30, Ago 2023

Fotografia, Intelligenza Artificiale e Copyright: la Rivoluzione nella generazione delle immagini.

di Redazione Art Vibes


Picture Elaborazione grafica realizzata da un umano tramite Photoshop fondendo due immagini generate dall’Intelligenza Artificiale.


Viene datata 1827 la prima fotografia della storia, una ripresa fotografica intitolata Vista dalla finestra a Le Grass, resa possibile attraverso un rudimentale procedimento denominato Eliografia su lastra di stagno. Padre di questa pietra miliare è stato Joseph Nicéphore Niépce, fotografo e ricercatore francese, abile a ritrarre il panorama visibile dal suo studio in Borgogna, un’immagine dalla qualità povera, riprodotta in bianco e nero, compromessa da contorni poco nitidi e da una messa a fuoco inadeguato, ma comunque un’opera rivoluzionaria per il suo valore storico.

Siamo partiti da molto lontano perché si stima che nell’arco di 150 anni, dalla prima fotografia fino al 1975, siano state prodotte più di 15 miliardi di immagini. Certo, il dato non sorprende se si considera il ventaglio temporale così ampio, tuttavia lascia di sasso se paragonato al numero di immagini generate dall’Intelligenza Artificiale in un solo anno.

Ebbene, la cifra è la medesima: sì avete capito bene in quasi 365 giorni sono state create la bellezza di 15 miliardi di immagini, un dato che farà molto discutere se si considera che siamo solo all’inizio di questa rivoluzione.

Se per molti siamo entrati nell’era democratizzazione della creatività, laddove chiunque senza conoscenza tecnica e attitudine creativa in fase di realizzazione può cimentarsi nella creazione di contenuti artistici, per tanti altri il nuovo contesto dominato dalla pervasività dell’AI rappresenta una consistente minaccia al lavoro creativo e originale di creator e artisti.

Ma ora veniamo ai numeri: secondo un rapporto statistico stilato dal motore di ricerca di immagini stock Everypixel, a seguito di un’analisi dei repository più popolari, come GitHub, HuggingFace e Civitai, che insieme hanno decine di migliaia di modelli basati su Stable Diffusion caricati dai loro utenti, si è arrivati a stimare che sono state create più di 11 miliardi di immagini utilizzando i modelli di questi tre archivi. Se si aggiungono altri modelli popolari (come Runway, che contiamo separatamente) e i canali ufficiali di Stability AI, il numero di immagini create con Stable Diffusion sale a 12,590 miliardi, che rappresenta l’80% di tutte le immagini AI create con l’approccio text-to-image algorithms.

 

 

Piattaforme, come DALL-E 2 di OpenAI, hanno sfornato l’impressionante quantità di 34 milioni di immagini al giorno, per un totale di ben 916 milioni di rendering. Al contrario, Firefly di Adobe ha compiuto la straordinaria impresa di produrre un miliardo di immagini in soli tre mesi.

Un altro generatore popolare, Midjourney, contribuisce alla scena con un rendimento giornaliero di circa 2,5 milioni di rendering, accumulando 964 milioni di rendering dal suo inizio.

Se pensiamo che Instagram dalla sua nascita ha raccolto circa 50 miliardi di foto, è innegabile affermare che l’accelerazione esponenziale dell’AI in fase di generazione di immagini stia generando una curva fuori controllo, ma ciò che fa più paura è l’altissimo tasso di fidelizzazione alla pratica da parte di moltissimi utenti, molti dei quali assoluti neofiti nel campo della fotografia, della grafica o della creazione artistica.

Quest’ultimo aspetto è proprio quello che dovrebbe far più riflettere perché già recentemente abbiamo parlato di episodi in cui l’operato dell’intelligenza artificiale ha interferito con contesti più puri (vedi Sony World Photography Awards) rimescolando le carte, innescando un delicato dibattito sul ruolo centrale dell’artista/fotografo in fase di creazione, insomma creando non poco scompiglio.

Se poi entra in gioco anche il discorso legato al copyright, ossia se un’opera creata da un’intelligenza artificiale debba godere o meno della protezione del diritto d’autore, allora si va a scoperchiare un vaso di pandora che già sta innescando moltissime polemiche (ad esempio proprio recentemente una sentenza negli Usa ha negato ad un’opera creata da un’intelligenza artificiale la protezione del diritto d’autore.)

I dati parlano chiaro, la rivoluzione è appena cominciata, vedremo quale sarà la direzione verso la quale si tenderà.


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