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Art Vibes – Let's share beauty | January 4, 2025

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L’arte fa il "BOTTO" con la collaborazione tra intelligenza artificiale e giudizio estetico umano

L’arte fa il “BOTTO” con la collaborazione tra intelligenza artificiale e giudizio estetico umano

| On 02, Gen 2025

Arte e intelligenza artificiale generativa: gli artwork figli dei prompt, subiscono un giudizio estetico umano prima di essere sdoganati sul mercato. La nuova traiettoria dell’AI in ambito artistico.


di Redazione Art Vibes


Picture: image via: botto.com.


Dopo la sconcertante vendita all’asta di un lavoro dell’artista umanoide Ai-Da, siamo ancora qui a dovervi raccontare un’ulteriore traiettoria del nuovo sistema arte, un sistema che continua ad ammiccare al languido sguardo offerto dall’universo dell’intelligenza artificiale generativa.

Oggi vi parliamo di BOTTO, l’ennesimo artista cibernetico in grado di produrre a detta di molti veri e propri capolavori artistici. Stiamo parlando di un software di progettazione basato sull’intelligenza artificiale, che dal 2021 ha creato più di 150 opere immesse sul mercato, totalizzando una revenue di 5 milioni di dollari, proventi generati dalle vendite all’asta.

Così come altri programmi di generazione di immagini AI, Botto converte prompt in contenuti visuali e si stima che possa realizzare circa 70.000 produzioni a settimana, ma la vera novità rispetto ai competitor è la possibilità di riservare un giudizio sulle produzioni ad una community di circa 5.000 persone, nota come “organizzazione autonoma decentralizzata“, incaricato di giungere ad una votazione per eleggere l’opera più meritevole, da immettere poi sul mercato.

 

Exorbitant Stage: Botto, a Decentralized AI Artist. video courtesy of: Botto

E’ proprio questa possibilità di sottoporre le produzioni ad un giudizio umano la novità che BOTTO introduce, conferendo al processo creativo un’allure meno meccanica, introducendo un giudizio estetico “umano”, una collaborazione che potrebbe facilitare l’introduzione sul mercato dell’opera prescelta, alleggerendo per certi versi la sua matrice artificiale.

I recenti progressi nell’intelligenza artificiale, nell’apprendimento profondo e nell’analisi dei dati mi rendono fiducioso che nel prossimo futuro i “software artisti” saranno in grado di creare opere più interessanti degli umani” – ha dichiarato uno dei creatori di Botto, l’artista tedesco Mario Klingemann.

Con Botto, si elimina questo mito dell’artista geniale solitario e si dimostra come l’opera d’arte sia in realtà un processo collettivo… di creazione di significato“, ha affermato Simon Hudson, co-creatore di Botto. “E quando si ha un diluvio di contenuti generati dall’intelligenza artificiale, questo diventa un processo ancora più importante”.

Hudson ha anche spiegato che l’apprezzamento pubblico di Botto è stato un lavoro in corso. Nelle sue fasi iniziali, due opere quotate tra $ 13.000 e $ 15.000 non sono state vendute all’asta.

Tuttavia, secondo la CNBC, quelle stesse immagini sono state vendute a $276.000 a ottobre.

Certamente, Botto in questo momento è una collaborazione tra macchina e folla“, ha detto Hudson. “Le mani umane ci sono sicuramente, ma la configurazione è tale che Botto ha mantenuto il ruolo centrale di autore”.

Ebbene, questo è lo scenario che si sta delineando, uno scenario patinato in continua evoluzione, spesso invisibile ai non addetti ai lavori, uno scenario che propende per l’incoronazione di una creatività artificiale a discapito della pura visione umana.


– via: nypost.com


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