Wall Susa - Arte urbana No TAV
Redazione Art-Vibes | On 28, Set 2017
Una tre giorni di arte urbana per denunciare il forte dissenso nei confronti di un’enorme idiozia oligarchica.
di Redazione Art Vibes
“Da migliaia di anni l’essere umano lascia il segno delle proprie azioni sulle pareti e sugli oggetti che lo circondano, tramandando così una storia che spesso è riuscita ad arrivare fino a noi, evadendo dalle gabbie della narrazione unica. Scritte vergate sui muri, graffiti, murales, manifesti, illustrazioni sono state sempre utilizzate da ribelli d’ogni dove per veicolare le ragioni della propria lotta.
In una valle che resiste da 25 anni, siamo riusciti a non farci ingannare dalle definizioni mediatiche che vorrebbero dividerci tra buoni e cattivi, tra black bloc e abitanti della valle, tra vandali che scrivono sui muri ed artisti, producendo una varietà di contributi comunicativi che solo dal basso (e non “dall’interno di un tunnel”) si riescono a creare. Da qui nasce la volontà di passare tre giorni assieme a writers e muralisti, illustratrici e serigrafi, imbrattatori ed imbrattatrici, lontani dalle logiche di asservimento e profitto, dalle gerarchie di fama e spettacolarizzazione.
Tre giorni per contribuire al conflitto in atto in Val di Susa regalando ai suoi muri i colori della dignità, della rabbia e della lotta per un altro mondo possibile.”
Questo sopra citato il manifesto del festival di arte urbana Wall Susa, una tre giorni di arte urbana (22-23-24 settembre 2017) che non ha fatto altro che rilanciare un forte monito di protesta “regalando ai suoi muri i colori della dignità, della rabbia e della lotta per un altro mondo possibile”.
Per inquadrare bene la situazione è necessario fare qualche passo indietro. Già negli anni scorsi Blu si era espresso negativamente sull’evoluzione della situazione in questa zona, molti infatti ricorderanno “Alta Voracità” il murales del 2016, che lasciava poco spazio all’immaginazione. Un treno umano composto da uomini dall’aria porcina e lo sguardo assente, in fila come vagoni, intenti a mangiare soldi e a defecarli, tutti parte attiva di un laido circolo vizioso che ha un solo minimo comune denominatore: un’avidità vergognosa che schiaccia egoisticamente il rispetto per un territorio e per i suoi abitanti.
Blu – Alta voracità, Val Susa
Blu – San Giuliano, Stazione di Susa
In realtà molti ricorderanno anche quegli “artisti” che al contrario di Blu nell’ottobre 2016 decisero di partecipare al progetto Taw (Tunnel Art Work), realizzando le proprie opere all’interno del tunnel che per l’occasione si trasformò in una galleria d’arte, un’azione che molti videro giustamente come un atto a favore della TAV (anche perché commissionato da Tela- Tunnel Euralpin Lyon -Turin) e che provocò non poche polemiche.
La polemica accolse voci di dissenso autorevoli come quella di Erri De Luca, volto noto No TAV, che affermò: “Molti artisti si sono messi al servizio di potenti e prepotenti. Di solito espongono le loro opere in gallerie d’arte. Qui si espone nella galleria dell’infamia”.
Dura anche la linea espressa dall’intero movimento No-TAV: ”Negli anni abbiamo avuto la fortuna di incontrare sul nostro cammino molti artisti di varie discipline che hanno messo a disposizione il proprio sapere e le proprie capacità per una giusta causa come quella nota. Pittori, writer, musicisti, scrittori, scultori. attori, artigiani intellettuali e molti altri, hanno sempre scelto da che parte stare, schierandosi dalla parte di chi lotta per la libertà di tutti e tutte, per un futuro diverso da quello prospettato dalla voce del padrone.
L’arte è del resto una forma di espressione che incarna la libertà, per chi la fa e per chi la vive pensare di esporre all’interno di un tunnel che scava la montagna, contestato dalla popolazione del luogo, chiuso a tutti, con polizie ed eserciti a presidiare gli ingressi ci sembra quanto meno surreale. Sulla scia di queste dichiarazioni il movimento ha esortato gli artisti a non esporre.”
Ciò tuttavia non bastò. La superficialità, l’atavico desiderio di essere visibili, la scarsa attenzione per una tematica così sensibile, vinsero sul buon senso.
Insomma ad un anno da quel triste esempio di espressione creativa, oggi ci ritroviamo a parlare di una nuova manifestazione in Val di Susa, ben diversa da quella del 2016. Wall Susa nasce con l’intento di denunciare ancora una volta il dissenso nei confronti di un’enorme idiozia oligarchica, la TAV.
Per questo gli organizzatori hanno chiamato a raccolta importanti artisti del panorama internazionale, tra quelli coinvolti spiccano i nomi di: Blu, Eron, Escif, Alleg, Cyop e Kaf, Marco Bailone, Aladin, Ostile, Croma, 3Vetro.
Ecco una galleria di alcuni dei lavori portati a termine durante la manifestazione, opere da cui emerge un forte sentimento di ribellione, una natura minacciata che si vendica brutalmente e nel caso particolare di Blu si incarna in matita trafiggendo ruspe, escavatori e furgoni delle forze dell’ordine.
Eron – Wall Susa, Polivalente di San Didero, 2017
Blu – Wall Susa, 2017
Escif – Wall Susa, Bussoleno, 2017
Alleg – Wall Susa, Villar Focchiardo, 2017
Aladin Hussain Al Baraduni – Wall Susa, Bussoleno, 2017
– photo via: Wall Susa
– website: wallsusa.org
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