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Ragusa FestiWall 2019 - Public Art Festival

Ragusa FestiWall 2019 – Public Art Festival

| On 11, Ott 2019

Cinque anni di “rigenerazione urbana partecipata”“. L’ultima edizione di FestiWall a Ragusa.

di Redazione Art Vibes


Picture: CASE MACLAIM – Opera per Ragusa FestiWall 2019, Prospetto di Via Palma di Montechiaro, Ragusa. photo credit: Marcello Bocchieri.


Ragusa FestiWall, festival d’arte pubblica giunto al termine della quinta e ultima edizione, rappresenta un unicum sulla scena artistica italiana. In cinque anni, con oltre 30 interventi distribuiti fra il centro storico e le periferie, ha trasformato il capoluogo ibleo in un punto di riferimento per tutti gli appassionati di Street Art, conquistando l’interesse locale, nazionale e internazionale, e registrando ad ogni appuntamento migliaia di presenze.

Anche per quest’anno l’evento ha riunito alcuni degli esponenti più interessanti del muralismo contemporaneo, da Elian Chali (Argentina) a Case Maclaim (Germania), da M-City (Polonia) a Ciredz (Italia), da Ampparito (Spagna) a Fasoli aka Jaz (Argentina). Sei artisti per sei opere, articolate lungo le vie d’uscita della città fino alla prima fase della Zona industriale, un’area che cerca ancora di resistere alla crisi economica, reclamando una precisa identità tra fabbriche dismesse e nuove imprese, deserti di cemento e strade popolate solo negli orari d’ufficio.

Ma il FestiWall, come sempre, ha proposto al suo pubblico anche altri eventi, trasversali ai cantieri murali, in un susseguirsi di concerti, dj set, workshop di disegno e poesia, mostre, dibattiti sulla street art, docufilm e Poetry Slam dal 9 al 15 settembre. Quartier generale e cuore pulsante di tutti gli incontri culturali, un impianto sportivo di recente costruzione inaugurato in occasione del Festival, lo Skate Park cittadino, teatro, sabato scorso, dell’appuntamento più atteso di questa quinta edizione: la finale nazionale di Poetry Slam organizzata dalla Lips, Lega italiana poetry slam, vinta dal 23enne milanese Emanuele Ingrosso dopo un lungo duello a colpi di versi contro gli altri 20 slammer in gara, provenienti da ogni parte del Paese.

 

Elian Chali - Traiettorie e forme, FestiWall 2019, Ragusa, Skate Park via Napoleone Colaianni
Elian Chali – Traiettorie e forme, FestiWall 2019, Ragusa, Skate Park via Napoleone Colaianni

Tanta poesia, ma anche tanta musica, con un concerto che ha lasciato il segno: l’Urban Session di Francesco Cafiso, ideata appositamente per FestiWall 2019. Due ore di standard jazz e improvvisazioni in cui il talentuoso sassofonista ha intrecciato le sue note con “Traiettorie e Forme”, la prima opera (in ordine cronologico) realizzata per il Festival, dipinta dall’argentino Elian Chali sulla superfice orizzontale dello Skate Park nello stile astratto e minimale che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Un linguaggio caratterizzato dall’uso dei colori primari e dalla sovrapposizione di linee ed elementi geometrici essenziali, alla ricerca di un dialogo tra la prospettiva di chi osserva e l’ambiente circostante.

 

Elian Chali - Traiettorie e forme, FestiWall 2019, Ragusa, Skate Park via Napoleone Colaianni
Elian Chali – Traiettorie e forme, FestiWall 2019, Ragusa, Skate Park via Napoleone Colaianni

 

Elian Chali racconta “Traiettorie e forme”

«Il mio primo obiettivo non è dipingere, ma creare un dialogo con l’ambiente che mi circonda, attraverso ciò che percepisco guardando, attraversando, vivendo lo spazio. È un dialogo basato sulle sensazioni, che cambiano a seconda del luogo in cui mi trovo e lavoro, creando di volta in volta nuovo significato. In ogni città, infatti, al di là dei messaggi che ci trasmettono le istituzioni, i poteri sociali ed economici, c’è sempre una riserva di espressione sfuggente, un campo di significazione artistica e politica che vuole e può essere liberata e democratizzata, offerta a tutta la comunità.


Io cerco semplicemente di ascoltare e interpretare questa riserva, provando a farla emergere attraverso un linguaggio non figurativo, perché credo che l’astrazione possa accedere a un livello di complessità molto più vasto, intrecciandosi con i contenuti urbani senza creare gerarchie tra arte e realtà.

Nel caso dello Skate Park dipinto per FestiWall, ho pensato fosse interessante rompere le geometrie, decostruire e ricostruire la struttura marcata e ben definita di un impianto sportivo come fanno gli stessi skaters, che con le loro evoluzioni, con i loro incroci, generano linee differenti rispetto al luogo in cui si esercitano.

L’idea, dunque, è di riplasmare lo spazio, di trasformare ostacoli e rampe in scultura con il solo uso dei colori, creando una situazione di contrasto tra ciò che esiste e ciò che viene percepito, tra il cemento e l’opera finale. D’altronde, il conflitto, è un elemento essenziale dell’arte».


 

“…credo che l’astrazione possa accedere a un livello di complessità molto più vasto, intrecciandosi con i contenuti urbani senza creare gerarchie tra arte e realtà…”

Elian Chali

 

Elian Chali - Traiettorie e forme, FestiWall 2019, Ragusa, Skate Park via Napoleone Colaianni
Elian Chali – Traiettorie e forme, FestiWall 2019, Ragusa, Skate Park via Napoleone Colaianni

Non lontano dall’impianto sportivo, in via Palma di Montechiaro, il prospetto di una palazzina ha ospitato invece l’opera dall’artista tedesco Case Maclaim, tra i massimi sperimentatori della street art europea, fondatore della Ma’Claim Crew insieme ad Akut, Rusk e Tasso. È l’immagine di una donna, di una lavoratrice intenta a pulire una vetrata, che nel riflesso del proprio sguardo sembra intravedere un’altra realtà, riscoprendo, probabilmente, se stessa.

 

CASE MACLAIM - Opera per Ragusa FestiWall 2019, Prospetto di Via Palma di Montechiaro, Ragusa. photo credit: Marcello Bocchieri.
CASE MACLAIM – Opera per Ragusa FestiWall 2019, Prospetto di Via Palma di Montechiaro, Ragusa. photo credit: Marcello Bocchieri.

CASE MACLAIM - Dettaglio Opera per Ragusa FestiWall 2019, Prospetto di Via Palma di Montechiaro, Ragusa
CASE MACLAIM – Dettaglio Opera per Ragusa FestiWall 2019, Prospetto di Via Palma di Montechiaro, Ragusa

Il muro firmato da Case Maclaim rappresenta il ponte ideale tra il quartier generale di FestiWall e l’uscita della città, dove ha preso corpo l’opera di Fasoli aka Jaz, altro esponente di spicco del graffitismo argentino.

Per dipingere il prospetto di via Generale La Rosa, Jaz si è lasciato ispirare dall’iconografia di San Giorgio, studiando l’immagine scolpita sul Portale di Ragusa Ibla e reinterpretandola in chiave laica. Nella trasposizione dall’antico borgo ibleo al palazzo di moderna costruzione, il guerriero in lotta contro il drago diventa il simbolo dell’eterna battaglia fra ordine e caos, ragione e inconscio, liberando sul cemento le opposte forze della natura umana.

 

FASOLI AKA JAZ racconta “San Giorgio y el terremoto”

«L’opera murale si inspira alla storia di Ragusa, che, nel 1693, fu devastata da un tremendo terremoto. Quando la città fu ricostruita, alcuni abitanti decisero di insediarsi lungo la strada che risaliva la collina, altri preferirono restare in loco. Quando la città si divise in due, anche il santo patrono cambiò, e si generò una sorta di rivalità tra la parte antica, devota a San Giorgio e quella moderna devota a San Giovanni.

Ho pensato fosse interessante collocare un San Giorgio nell’ingresso principale della moderna Ragusa, con alcuni dettagli interni che rimandano alla competizione delle due opposte fazioni. La reazione della gente in prima battuta è stata di sconcerto, ma col passare del tempo sono iniziati ad affiorare sentimenti di nostalgia e conciliazione fra gli antichi e i moderni simboli di Ragusa».

 

Franco Fasoli aka Jaz - San Giorgio y el terremoto, FestiWall 2019, Ragusa - via Generale La Rosa
Franco Fasoli aka Jaz – San Giorgio y el terremoto, FestiWall 2019, Ragusa – via Generale La Rosa

Franco Fasoli aka Jaz - San Giorgio y el terremoto, FestiWall 2019, Ragusa - via Generale La Rosa
Franco Fasoli aka Jaz – San Giorgio y el terremoto, FestiWall 2019, Ragusa – via Generale La Rosa

Franco Fasoli aka Jaz - San Giorgio y el terremoto, FestiWall 2019, Ragusa - via Generale La Rosa
Franco Fasoli aka Jaz – San Giorgio y el terremoto, FestiWall 2019, Ragusa – via Generale La Rosa

L’opera di M-City si sviluppa invece all’interno dell’ex ditta Ancione, la storica industria di derivati bituminosi che sovrasta l’ingresso di Ragusa: un cantiere ideale per l’artista polacco, per il suo stile d’impatto, contraddistinto da un realismo post-capitalistico dove l’ingranaggio sovrasta l’individuo per assecondare il ciclo di produzione e consumo. Articolando i suoi stencil su otto prospetti diversi, M-City ha creato una narrazione unica in cui protagonisti, l’uomo e la macchina, sembrano fondersi insieme nello scenario lunare della fabbrica abbandonata.

 

M-CITY racconta “CheckPoint”

«Questo lavoro fa parte della serie di opere dedicate ai titani, protagonisti semi-umani di un mondo in decadenza alle periferie dell’impero. Nella desolazione di terre lontanissime, una carrozza procede alla verifica delle fortificazioni, sotto l’occhio attento del padrone.

Alcuni schiavi trainano la carrozza, altri riparano le gabbie, con il loro lavoro cambiano la realtà, vivendo nascosti dietro i muri corrotti dal tempo, in cerca di energia fra i residui meccanici della civiltà.

Il semplice occhio umano non può cogliere la brama onnivora delle multinazionali, può, al massimo, farne parte come consumatore finale. Questa è la condizione dei nostri tempi».


 

“…Il semplice occhio umano non può cogliere la brama onnivora delle multinazionali, può, al massimo, farne parte come consumatore finale. Questa è la condizione dei nostri tempi».”

M-City

 

M-City - CheckPoint, FestiWall 2019, Ragusa, Zona industriale
M-City – CheckPoint, FestiWall 2019, Ragusa, Zona industriale

M-City - CheckPoint, FestiWall 2019, Ragusa, Zona industriale
M-City – CheckPoint, FestiWall 2019, Ragusa, Zona industriale

A pochi chilometri dall’ex industria, sul doppio prospetto di una falegnameria, davanti al Centro di conferimento rifiuti della città, Ampparito riflette sui concetti di riduzione e riutilizzo degli oggetti d’uso comune, giocando con la prospettiva, con gli equivoci della percezione, con i rapporti di proporzione tra muro e soggetto dipinto – in questo caso un semplice righello – declinabili sul punto di vista dello spettatore.

Il lavoro dell’artista spagnolo, apprezzato per il suo linguaggio ironico e dissacrante, restituisce anche un’analisi critica sulla fruizione mediatica dell’opera d’arte, destinata ad essere ridotta in scala nel passaggio dal contesto urbano in cui nasce alla foto con cui viene diffusa.

 

Ampparrito - About Reducing, Reusing and Comtemporary Muralism, FestiWall 2019 - Ragusa, Zona industriale
Ampparrito – About Reducing, Reusing and Comtemporary Muralism, FestiWall 2019 – Ragusa, Zona industriale

 

Ampparrito racconta “About Reducing, Reusing and Comtemporary Muralism”

«Quando il direttore artistico di FestiWall, Vincenzo Cascone, mi ha invitato a far parte dell’ultima edizione di Festiwall, mi ha proposto il luogo dove realizzare la mia opera, ubicato vicino alla zona industriale della città, davanti a un centro di riciclo rifiuti. Il contesto mi ha dato l’input per sviluppare l’idea. Oggi il termine riciclo è abbastanza noto e diffuso, perché fra le tre “R” del teorema ecologico (Riciclare, Ridurre, Riutilizzare) è il principio più allineato al nostro sistema economico, una specie di magia attraverso la quale i rifiuti vengono trasformati in prodotti e poi rivenduti mentre salviamo il pianeta e creiamo posti di lavoro.

Le altre 2 “R”, invece, non sono così alla moda e redditizie. Ridurre e riutilizzare sono pratiche anti-sistema, perché implicano meno produzione e non danno né profitto né lavoro. Servono solo a salvare il pianeta. Così ho deciso di giocare con questi due concetti. Mi sono chiesto come affrontare il tema della riduzione dipingendo un murale che, di fatto, è l’opposto di una grandezza ridotta. Poi ho pensato che il muro fosse abbastanza potente da parlare da solo.

Mi è sembrata una buona idea passare 3 giorni della mia vita insieme a 4 persone lavorando quotidianamente tra le 8 e le 10 ore, usando 120 litri di vernice e una gru per dipingere un righello di 10 cm su una parete di metri 30×7. Tutti questi sforzi, tutte queste risorse ed energie, per camminare a 50 metri di distanza dall’opera e riportare nuovamente alla sua grandezza naturale (10 cm) un righello dipinto su un prospetto di 30 metri.

Un esercizio di riduzione basato sulla distanza, un artificio abbastanza comune, simile a quello usato in certe foto in cui i turisti sembrano toccare la cima della Torre Eiffel, sorreggere la torre di Pisa o afferrare il sole durante un bellissimo tramonto. È una creazione di riduzione. È come avere il mondo in mano. Affrontare il secondo concetto, quello di riuso, è stato invece un po’ più difficile.

Avevo bisogno di qualcosa da riutilizzare, ma non ho trovato nulla, quindi ho deciso di riprodurre l’idea iniziale sull’altro lato dell’edificio: la stessa riduzione utilizzata due volte, dunque, 4 persone che lavorano 3 giorni 8-10 ore, con altri 120 litri di vernice e con la stessa gru, per dipingere di nuovo un righello di 10 cm su una parete di 30×7 metri, e poi camminare a 50 metri di distanza dall’opera per ridurre il righello a 10 cm».

 

Ampparrito - About Reducing, Reusing and Comtemporary Muralism, FestiWall 2019 - Ragusa, Zona industriale
Ampparrito – About Reducing, Reusing and Comtemporary Muralism, FestiWall 2019 – Ragusa, Zona industriale

A chiudere una line up d’eccezione, la scommessa del Festival, la quota “nascosta” di questa edizione, il muro più lontano dalla città, da cercare tra le arterie stradali della Zona industriale: l’opera che Ciredz ha realizzato sul prospetto della fabbrica Brinch, azienda di materiale edile. Sospeso fra terra e cemento, paesaggio e moduli industriali, l’artista sardo ha legato le cromie della natura ai volumi artificiali costruiti dall’uomo, in una visione geometrica e astratta in cui la l’opera stessa viene inglobata nel contesto che la circonda.

 

Roberto Ciredz racconta”Calcare tenero”

«Il mio intervento sul prospetto di un cementificio è stato fortemente influenzato dal paesaggio che circonda Ragusa. Il primo giorno in città, il direttore artistico di FestiWall, Vincenzo Cascone, mia ha accompagnati al muro passando per una strada secondaria che costeggia la zona industriale dove la presenza di cave e pareti scoscese, costituite da terre di tonalità molto chiara, hanno catturato la mia attenzione.

Il colore chiaro è dovuto alla presenza del calcare tenero che si sposa perfettamente con le forme sinuose delle colline, accentuate dal blu del cielo in contrasto. Il sole forte, che colpisce i costoni delle cave, crea delle gradazioni di marrone che vanno dal chiaro allo scuro, indirizzando l’occhio a un approccio meditativo.

Un altro grande suggerimento l’ho avuto imbattendomi in una fotografia appesa nella casa dove abbiamo soggiornato durante il festival, una foto delle cave realizzata da Marcello Bocchieri, che ritrae Ragusa all’interno del sistema di cave: si percepiva benissimo come la continuità dell’altopiano viene spezzata da un vuoto, una frattura che forma una valle, creando a sua volta un gioco di chiari e scuri con un potenziale grafico fortissimo.

Per questo, l’intenzione del mio lavoro è stata di ammorbidire l’impatto imponente e rigido del prefabbricato rettangolare del cementificio, ricoprendola con una variazione di forme e colori riconducibili all’orografia del paesaggio circostante e a una gamma cromatica che ne potesse esprimere la ricca irregolarità».

 

Ciredz - Calcare tenero, FestiWall 2019 – Ragusa, Industrial zone
Ciredz – Calcare tenero, FestiWall 2019 – Ragusa, Industrial zone

Ciredz - Calcare tenero, FestiWall 2019 – Ragusa, Industrial zone
Ciredz – Calcare tenero, FestiWall 2019 – Ragusa, Industrial zone

Ciredz - Calcare tenero, FestiWall 2019 – Ragusa, Industrial zone
Ciredz – Calcare tenero, FestiWall 2019 – Ragusa, Industrial zone

Per questo quinto e ultimo appuntamento con Ragusa, il Festival ha inoltre dato spazio alla creatività territoriale, radunando i migliori esponenti della street art siciliana per una Graffiti jam coordinata da Demetrio Di Grado. Un lavoro collettivo in cui ogni artista ha avuto modo di esprimere il proprio talento.

FestiWall conclude così la sua analisi del tessuto cittadino, iniziata quattro anni fa con l’obiettivo di restituire la fruizione culturale alla sua dimensione pubblica e gratuita, attraverso un processo di rigenerazione urbana “partecipata”, contrastando, con l’arte, le logiche di espansione edilizia che hanno tagliato il legame relazionale tra spazio e comunità.

Ogni intervento, ricorda il direttore artistico, Vincenzo Cascone, «ha preso in esame un tassello della città, studiando, di volta in volta, la storia, le criticità, la percorribilità e la percezione di ogni frammento. Quest’anno si chiude, ma il progetto sopravvive, sedimentato nel museo a cielo aperto che gli artisti hanno donato a Ragusa. Spetta adesso alla collettività interpretarne il messaggio, dialogando, nel tempo, con opere murali che possono ammirare ogni giorno, ad ogni passaggio».

– via: Art Vibes submission – images courtesy of: FestiWall – credit: ©Marcello Bocchieri


– website: festiwall.it


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