Radici Street Art Festival - L’arte urbana colora il comune di Monteflavio
Redazione Art-Vibes | On 15, Nov 2024
I murales di Luis Gomez de Teran e Toni Espinar si fanno portavoce di un processo di rigenerazione urbana, sociale e culturale, dove le radici storiche si intrecciano con l’innovazione contemporanea.
di Redazione Art Vibes
Picture: Radici Street Art Festival – Murales di Luis Gomez de Teran, Monteflavio (Roma).
Monteflavio è un comune montano alle porte di Roma, immerso tra i Monti Lucretili, già noto per lo Strange Days Festival che si svolge ogni estate dal 2012.
Tra storia e tradizione, la località è nota a molti escursionisti e amanti della natura poiché di passaggio in direzione della vetta del Monte Pellecchia.
Da qualche giorno però la notorietà di Monteflavio è strettamente legata al RADICI STREET ART FESTIVAL, un progetto finanziato dalla Regione Lazio che ha visto due artisti di livello internazionale, Luis Alberto Gomez de Teran e Toni Espinar, cimentarsi nella realizzazione di differenti pezzi dislocati in vari punti del borgo.
L’incursione dell’arte tra le vie di Monteflavio ha comportato una rigenerazione del tessuto urbano, ha dato vita ad un potenziale volano per il turismo, cristallizzando l’identità e la cultura del paese attraverso un patrimonio ora visibile e condivisibile.
Le opere indagano al contempo il tema della superstizione e il recupero del dialetto e dell’oralità, elementi culturali che rischiano di scomparire.
Il progetto, curato da Giorgio De Finis, antropologo e curatore con una pluriennale esperienza nel panorama urbano, ha visto apporre accanto alle opere specifici QR code che invitano i visitatori a immergersi in storie locali, narrate in dialetto direttamente dagli anziani del paese, un’operazione di rievocazione di una memoria collettiva, tuta da riscoprire.
Luis Gomez de Teran – DI, Via della Pineta, 22/24 – Monteflavio, Radici Street Art Festival
Tra sacro e profano, tra religione e magia, le opere invitano all’esplorazione dell’identità culturale e delle superstizioni che contraddistinguono il comune di Monteflavio e così come afferma il vicesindaco Monica Griscioli: “Oggi, voler recuperare la memoria sulle superstizioni significa riappropriarsi della nostra identità collettiva e condividere quell’elemento magico della nostra storia che persiste e soddisfa un bisogno di appartenenza.
Questo bisogno è più forte che mai, poiché ci consente di uscire dall’isolamento e dall’omologazione culturale. Abbiamo voluto riscoprire le superstizioni per riappropriarci delle nostre radici culturali e dare vita a forme di partecipazione collettiva.”
Le opere di Gomez e Toni Espinar
Se Toni Espinar ha realizzato una sola opera per le vie di Monteflavio, Luis Gomez de Teran ne ha completate ben quattro, nell’insieme si è giunti alla definizione di un percorso artistico e antropologico che punta ad indagare le radici della cultura popolare.
ANIMA, l’opera concepita da Gomez e realizzata in collaborazione con gli studenti della scuola locale Istituto Comprensivo Giorgi di Monteflavio, è la testimonianza di come la street art sia i grado di abbattere le barriere tradizionali della fruizione artistica, aprendo spazi di dialogo tra generazioni diverse.
Anima, Laboratorio di street art a cura di Luis Alberto Gomez de Teran. Murale realizzato con la collaborazione degli studenti dell’Istituto Comprensivo Giorgi di Monteflavio. Incrocio tra Via Alfredo Baccelli e Via del Sole, Monteflavio
Il trittico DI VER SI, composto da tre murales dello stesso artista, esplora invece il tema della diversità, celebrando le molteplici identità che arricchiscono il nostro tessuto sociale.
Infine Toni Espinar ha dipinto l’opera intitolata Carpe Diem, Iuvat Vivere, la cui denominazione fa riferimento alla locuzione latina tratta dall’Ode del carpe diem, dalle Odi del poeta latino Orazio. Il murale offre una reinterpretazione contemporanea della figura di Caronte.
Ben lontano dall’essere un mero intervento estetico, il festival si rivela un autentico atto di rigenerazione urbana, sociale e culturale, dove le radici storiche si intrecciano con l’innovazione contemporanea. Così, la comunità non è solo custode di un patrimonio condiviso, ma diventa protagonista di una narrazione collettiva, invitando ciascuno a esplorare e celebrare le ricchezze della propria storia.
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