Pejac - Street art in Giordania
Redazione Art-Vibes | On 13, Mag 2016
Interventi minimalisti e delicati riflettono su rilevanti tematiche sociali.
di Redazione Art Vibes
L’artista spagnolo Pejac è recentemente volato in Medio Oriente con l’intento di creare nuovi pezzi.
Prima tappa del suo viaggio è stato Al-Hussein, campo profughi palestinese ad Amman, in Giordania. Originariamente fondato nel 1948 a seguito della guerra arabo-israeliana, il campo ha fornito riparo ai rifugiati che sono fuggiti o sono stati espulsi durante l’esodo palestinese.
Durante il suo soggiorno ad Al-Hussein, l’artista spagnolo è riuscito, con la sensibilità e delicatezza che lo contraddistinguono, a realizzare degli interventi artistici che raccontano la storia degli abitanti che popolano la zona.
Sfruttando le croste create sugli strati di vernice degli edifici erosi dal tempo, ha realizzato quattro interventi (“Throne” – il trono; “Kite” – l’aquilone; “Migration” – la migrazione e “Palestine” – Palestina),
Il suo tocco mescolato all’erosione del muro ha permesso di ripercorrere la storia travagliata di un popolo: dai momenti ludici che caratterizzavano la vita prima del conflitto, all’azione spietata e distruttiva dei bulldozer, simbolo di radicali cambiamenti che nel corso degli anni hanno portato a ridisegnare più volte le zone di confine del territorio palestinese.
Seconda tappa del suo tour arabo è stato il campo di Azraq e successivamente le strade di Amman.
Nella struttura per rifugiati di Azraq, Pejac, attingendo da un’ispirazione artistica classica, il dipinto “Morning Light” dell’artista spagnolo Joaquin Sorolla, ha attualizzato l’opera, ritraendo una madre intenta a lavare il figlio in una bacinella di fortuna, un’opera che vuole accendere i riflettori sulle realtà approssimative che molte famiglie in difficoltà sono costrette a vivere.
Il pezzo dipinto nelle strade della capitale è ispirato dalla generosa ospitalità offerta dal popolo giordano nei confronti delle persone meno fortunate, una dimostrazione di solidarietà ed empatia che stride in confronto ai cinici atteggiamenti di molti paesi europei verso i profughi.
E’ sufficiente affermare che un paese di 9,5 milioni di abitanti come la Giordania sta attualmente fornendo rifugio a 2 milioni di palestinesi, 1,4 milioni di rifugiati siriani e migliaia di cristiani iracheni, mentre l’Europa si nasconde vigliaccamente dietro chilometri di filo spinato.
Interiorizzando questo pensiero l’artista ha creato un pezzo che ritrae un ragazzo intento a far girare il mondo sul suo dito, una metafora celebrativa in onore di tutti i bambini provenienti da diverse parti del Medio Oriente che sono riusciti a trovare una nuova vita in Giordania.
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