Parco dei Murales - Napoli: street art in periferia
Redazione Art-Vibes | On 15, Mar 2018
Colore, condivisione, conoscenza: la rivoluzione dell’arte urbana a Ponticelli, Napoli.
di Redazione Art Vibes
Picture: Mattia Campo Dall’Orto + Zed1, Parco dei Murales, ponticelli, Napoli. photo credit: Paolo Rotondo fotografo. via: inward.it
Ponticelli è un quartiere che si trova a Napoli est, nella periferia più desolata e complessa, una zona con un altissimo tasso di dispersione scolastica e disoccupazione.
Proprio qui nel 2015 è nato il Parco dei Murales, un progetto di riqualificazione artistica e rigenerazione sociale, su iniziativa ed a cura esclusiva di INWARD Osservatorio sulla Creatività Urbana. Una rete di organizzazioni sociali, culturali e volontariali ha “adottato” il Parco Merola ed i suoi abitanti, un complesso residenziale nato dopo il terremoto del 1980 e che oggi accoglie circa un migliaio di persone.
Una rinnovata considerazione della propria territorialità che vuole essere riconquistata nell’insieme, attraverso l’implementazione di laboratori di rigenerazione sociale e attraverso opere di riqualificazione pittorica ed altri interventi.
Negli anni, il Parco si è arricchito di diverse opere murali e ha attirato parecchi amanti del genere, un’esplosione artistica che ha modificato la quotidianità di questo piccolo quartiere.
Parco dei Murales – video courtesy of: INWARD Creatività Urbana
Siamo davvero convinti che esperimenti sociali come questo siano in grado di cambiare le cose nel profondo, una rivoluzione fatta a colpi di colore, di condivisione, di conoscenza. Una rivoluzione che non ha solo il potere di migliorare Ponticelli ma che ha il potenziale di migliorare ognuno di noi, perché difronte al grande lavoro che si sta facendo al Parco dei Murales non si può far altro che portare un po’ di quel cambiamento nel proprio mondo.
E quindi ancora una volta ci alziamo in piedi e ci abbandoniamo ad un applauso scrosciante, degno della migliore prima teatrale di successo, ma questa volta fortunatamente non siamo dentro la finzione scenica di un teatro, ma sul reale palcoscenico della vita.
Bravi ragazzi continuate così, la vostra bellezza salverà un po’ di questo stanco mondo.
Vediamo di seguito uno per uno i murales portati a termine:
Mattia Campo Dall’Orto – Lo trattenimento de’ peccerille
“Lo trattenimento de’ peccerille” è il titolo della grande opera realizzata dallo street artist friulano Mattia Campo Dall’Orto, un murale che riflette sulla lettura come stimolo per la fantasia e ripensamento creativo della realtà. Un segnale di rinuncia alla predestinazione dei minori di periferia, supportato dal Forum della Gioventù della Regione Campania, che stimola la creazione di nuovi percorsi di crescita.
I bambini raffigurati, realmente viventi nel Parco, hanno la facoltà di trasformare l’ordinario del proprio quotidiano in straordinario, ad esempio leggendo “Lo Cunto de li Cunti” (il libro nelle mani dei bimbi) di Giambattista Basile, scritto a suo tempo in un immediato napoletano, che conferma oggi il suo antico potenziale di edutainment, il cui sottotitolo dà nome alla grande facciata, dove si trovano a campeggiare principessine, vecchi saggi, popolani, pastori e cani alati.
Una frase di Umberto Eco “La lettura è un’immortalità all’indietro” arricchisce la composizione e ne diventa messaggio: se i bambini leggono tanto, avranno non una ma decine di modelli di vita cui ispirare la propria crescita, potendo anche tramutare l’ordinario in straordinario.
Mattia Campo Dall’Orto – Lo trattenimento de’ peccerille, Parco dei Murales, Ponticelli, Napoli
Daniele Nitti (HOPE) – Je sto vicino a te
L’opera dello street artist pugliese Daniele Nitti, in arte Hope, si intitola “Je sto vicino a te“, un omaggio attraverso le parole al grande Pino Daniele, espressione viva dell’importanza di contare gli uni sugli altri, solidalmente, tra prossimità e vicinato.
Su un incantevole sfondo stellato, è rappresentato un piccolo villaggio, metafora di una condizione sociale ideale dentro cui, tra case e ponti, sono stati disegnati bambini, ragazzi e adulti intenti a svolgere anche le più semplici mansioni di vita quotidiana, insieme.
Solidarietà e partecipazione, valori assoluti protagonisti dei laboratori che hanno coinvolto bambini e adolescenti in numerose attività di solidarietà di quartiere, tra cui anche il volantinaggio all’esterno del Parco, teso a fare visitare lo stesso, e la tinteggiatura degli androni di quattro stabili, svoltesi con il supporto del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
Daniele Hope Nitti – Je sto vicino a te, Parco dei Murales, Ponticelli, Napoli
ZED1 – A’ pazziella ‘n man e’ criature
L’opera prodotta da Zed1, tra i migliori street artisti italiani, è una rappresentazione dell’importanza e della qualità del gioco per i minori, tematica attuale qui rappresentata da un gioco tradizionale schiacciato da un videogame. L’opera è stata prodotta grazie al sostegno del Rotary Club Campania Napoli e suggerisce quanto l’alienazione per abuso del digitale sia amplificata in contesti periferici,
Tra la maschera napoletana e il Pinocchio legato all’origine toscana dell’artista, il burattino sembra sopravvivere a stento alla decomposizione dei giocattoli tradizionali, schiacciati dal peso dei più contemporanei, antagonisti digitali di questa scena favolistica ed incantevole. Una conferma negativa per la perdita del calore e della piccola socialità che a molti ragazzi oggi sfugge, al contrario del mondo virtuale in cui gli stessi ormai sprofondano in un senso di forte irrealtà.
A seguito della produzione dell’opera, sono stati donati per i ragazzi del Parco quattro jumper mobili.
ZED1 – A’ pazziella ‘n man e’ criature, Parco dei Murales, Ponticelli, Napoli
Jorit AGOch – Ael. Tutt’egual song’ e criature
L’opera di Jorit AGOch è “Ael. Tutt’egual song’ e criature” è stata realizzata in occasione della “Giornata Internazionale dei Rom, Sinti e Camminanti” su richiesta di UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e rappresenta una bimba rom, vivente in un campo locale, che ha sperimentato con timida gioia l’esperienza scolastica.
Un viso quello di Ael che timidamente sorride e si affaccia grandissimo, per fissare l’importanza dell’accoglienza e dell’integrazione, prendendo il posto del ricordo locale di convivenze conflittuali. La Zingarrella, come affettuosamente è stata poi soprannominata dagli abitanti del quartiere, è consapevole che il suo futuro potrà essere migliore se accompagnato dall’istruzione scolastica; per questo alla base del suo volto compare una pila di libri. E la sua lotta, come quella di tutti i figli di migranti, è incisa sulla pelle: il segno del “rito pittorico”, tipico dell’arte di Jorit, significa appartenenza, un richiamo per ricordare a noi tutti che siamo parte di una sola e millenaria tribù. Ael è una bambina realmente esistente.
Il volto di Ael segna un punto di ripartenza dell’intero territorio (anni addietro i campi rom in zona furono dati alle fiamme ed Ael, realmente esistente, fuggì da Ponticelli abbandonando così la scuola che aveva iniziato a frequentare).
Jorit AGOch – Ael. Tutt’egual song’ e criature, Parco dei Murales, Ponticelli, Napoli
Rosk&Loste – Chi è vuluto bene nun s’o scorda
La gigantesca opera realizzata dai due street artisti siciliani Rosk&Loste e prodotta con il sostegno di Ceres SpA è un omaggio al gioco del calcio che bambini e ragazzi del Parco praticano sì nel cortile, ma è anche la rappresentazione del desiderio locale che questo spazio tramuti da grigia distesa di cemento in un regolare campetto di calcio, come richiesto di nuovo dai ragazzi residenti al Comune di Napoli dopo la conclusione dell’immensa opera. Questa riporta due maglie, quella dell’Argentina e del Napoli di Maradona, presumibilmente indossata dagli attuali genitori quando erano a loro volta bambini.
E proprio Maradona fornisce l’assist per il titolo dell’opera, in riferimento alla sua ripresa della già popolare espressione “Chi ama non dimentica”. È probabile che negli anni delle due maglie chi oggi è genitore fosse bambino ed allora il messaggio dell’opera è illuminato a giorno, attraverso il titolo: chi adesso è amato come figlio, una volta adulto e poi genitore, forse non dimenticherà quell’amore ricevuto e ne farà dono ai suo figli.
Rosk&Loste – Chi è vuluto bene nun s’o scorda, Parco dei Murales, Ponticelli, Napoli
La Fille Bertha – A mamm’ ‘e tutt’ ‘e mamm’
L’artista sarda La Fille Bertha ha ideato una coloratissima icona femminile che protegge ed accoglie due minori nelle ali del suo ampio mantello. Una rivisitazione della “Madonna della Misericordia”, dipinta da Piero della Francesca, che vuole celebrare il valore sociale della maternità come dono.
Molti difatti sono i contesti in cui la maternità viene percepita più come ostacolo, incidente o trauma che come dono, valore o scelta; frequente l’alto tasso di giovani madri soprattutto in periferia (e non solo) e note le difficoltà che incontrano le donne impegnate nel mondo del lavoro. La maternità come espressione naturalissima della femminilità, semplice e nobile ad un tempo, viene invece celebrata e restituita da La Fille Bertha con l’intento di affermarne anche il valore sociale.
Il tema prescelto è emerso dai numerosi incontri laboratoriali che hanno coinvolto bambini, ragazzi e soprattutto giovani mamme residenti nel Parco, con il supporto del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
La Fille Bertha – A mamm’ ‘e tutt’ ‘e mamm’, Parco dei Murales, Ponticelli, Napoli
Fabio Petani – ‘O sciore cchiù felice
L’artista piemontese Fabio Petani è stato ispirato nel realizzare l’opera ‘O sciore cchiù felice, dai disegni e dagli scatti fotografici realizzati dai giovanissimi residenti del Parco dei Murales dopo la visita alle serre dell’Orto Botanico di via Foria a Napoli, esperienza didattica che ha permesso loro di conoscere e ammirare piante, fiori, nonché essenze arboree.
Gli elaborati sono stati inviati all’artista, il quale da essi ha così preso spunto per l’utilizzo di diversi colori, e di alcune forme. Creatività partecipata anzitutto per i minori che punta a rigenerare coscienza, identità e autostima nei più giovani. Il fiore più felice, dunque, è quello capace di costituire il proprio territorio dove maggiormente saprà trarne gioia, beneficio e nutrimento.
Protagonista assoluto dell’opera di Petani è un Gigaro Chiaro (Arum Italicum), specie a distribuzione mediterranea, presente nel Vallone di San Gennaro. Nell’antichità, il Gigaro era considerato pianta magica, apotropaica, capace di allontanare gli spiriti maligni. Proprio per questo veniva posto nelle culle per proteggere i neonati e si diceva potesse donare amore a chi in amore era più sfortunato.
L’opera sottolinea la vocazione di questo territorio per l’attività agricola, attività purtroppo decaduta in seguito al devastante terremoto del 1980. Il mastodontico fiore ritratto sembra quasi fare da guardiano al progetto di orto urbano portato avanti nel vicino parco pubblico, grazie alla passione e alla determinazione di decine e decine di volontari.
Fabio Petani – ‘O sciore cchiù felice, Parco dei Murales, Ponticelli, Napoli est
– via: Art Vibes submission – images courtesy of: INWARD – Parco dei Murales
– website: parcodeimurales.it
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