OLTRE IL MURO - I bambini e la street art
Redazione Art-Vibes | On 28, Giu 2019
Castelnuovo di Porto: educazione, arte e libertà. La street art tra i banchi di scuola abbatte i muri del pregiudizio e colora di meraviglia le strade del paese.
di Redazione Art Vibes
Picture: Pensiamoci – Murale a Castelnuovo di Porto ad opera di alunni della Quinta elementare. Le lettere sono le terre emerse del pianeta. In alto i ghiacci si sciolgono. tra pianure, colline e montagne anche casette colorate a rappresentare la presenza creativa dell’umanità.
Oggi vi parliamo di un progetto di street art nato dai bisogni espressi da un gruppo di bambini e bambine delle classi quinte del paese di Castelnuovo di Porto. Fare qualcosa di concreto per il proprio territorio, fare arte in strada, questo il desiderio degli alunni in risposta alla sfida lanciata ad inizio anno dal corpo docente: “avete 10 anni e noi vi chiediamo di essere cittadini attivi. Questo è il vostro ultimo anno di scuola primaria e vi offriamo l’opportunità di utilizzare risorse, abilità apprese in aula per realizzare qualcosa che vi metta in relazione con l’ambiente. Come rispondete, cosa potreste fare?”
I ragazzini si sono organizzati in assemblee, hanno scritto riflessioni su problemi e situazioni. Hanno condiviso aspettative e desideri e verso ottobre hanno partorito un progetto: avrebbero realizzato un murales per “abbellire” il muro del parco giochi del paese che già lo scorso anno aveva destato il loro interesse.
Il team insegnanti ha assecondato la loro idea così i bambini sono partiti con richieste al sindaco, con lettere ed incontri con assessori per ottenere patrocinio, per ottenere autorizzazioni ed anche per ricevere supporto in termini di risorse ed anche per chiedere di essere aiutati da esperti che fornissero rudimenti su tecniche base.
Intanto gli insegnanti hanno programmato visite ai murales di Tormarancia a Roma, e a Selci in Sabina.
Le tappe del percorso
1. riflessioni e studio sulla street art come linguaggio artistico contemporaneo. (perché l’artista sente la necessità di fare un’opera in strada? confrontiamo con opere in studio, confrontiamo con gallerie d’arte, con i quadri nei musei. Inoltre, qual è la differenza tra murale e graffito; A cosa serve un murale?
2. A queste sollecitazioni i ragazzini hanno risposto con riflessioni scritte interessantissime. E’ emerso il bisogno di comunicare, il bisogno di esprimersi e, soprattutto, la valenza relazionale dell’arte in generale e dell’arte di strada, in particolare, per stabilire legami tra artista e le persone.
3. A Tormarancia hanno scoperto che attraverso la street art si possono mettere in evidenza marginalità, può essere espresso ciò che turba: “maestra non avremmo mai saputo nulla della storia degli abitanti di Tormarancia, non li avremmo incontrati senza la street art!”
4. Motivazioni personali alla realizzazione di un murale. Anche questo punto ha fornito risposte ricche e profonde. In generale, tutti hanno espresso il desiderio di creare un’opera su muri, ma non sono mancati quelli che hanno dichiarato di essere contrari motivando il rifiuto con la propria educazione ricevuta “finora mi è stato sempre detto che i muri sono cosa pubblica che va rispettata. Come posso permettermi di violare la regola?”
5. Ciascuno si è interrogato personalmente sul proprio vissuto personale e individualmente hanno cercato di rispondere a domande tipo: quale messaggio vorresti dare? Hai qualcosa da esprimere?
6. Ne sono scaturiti laboratori con tecniche varie in aula, per iniziare a ipotizzare bozzetti, metter giù idee. Hanno lavorato a piccoli gruppi, a grandi gruppi. Temi, frasi trasformate in immagini e immagini raccontate da storie.
7. Sono state organizzate assemblee per valutare un tema che riguardasse vissuti, esperienze, bisogni, di tutti i circa quaranta alunni delle due classi.
Visto che il murale sarebbe sorto su un’ area pubblica, come procedere affinché risultasse utile, integrato, rispondente a interessi, vissuti, necessità dell’ambiente. Così sono iniziate le uscite e le interviste: ad altri alunni della scuola, al centro anziani, ai genitori, ai ragazzi alla stazione, nei negozi, al centro commerciale.
Hanno raccolto informazioni, storie, che hanno analizzato, tutto materiale che li ha messi in “relazione” con il loro territorio. Hanno scoperto che le cose che interessano le diverse fasce d’età sono inquadrabili in temi forti che vanno da salute , morte, lavoro, preoccupazioni per il futuro. La gioia, la speranza, la creatività le hanno trovate solo tra coetanei. Cosa dipingere dunque? Cosa accomuna tutti?
Intanto, dai sopralluoghi emergeva che realizzare un murale sulla parete piena di graffiti e parole oscene al parco giochi presentava molti ostacoli, ma forse era l’unica soluzione praticabile insieme alla pista di pattinaggio.
Hanno fatto anche loro bozzetti di graffiti. Hanno fatto lo sforzo di immedesimarsi e comprendere i messaggi di chi prima di loro aveva scritto sul muro.
All’unanimità alunni ed alunne avevano deciso di non cancellare, ma anzi di inglobare le parole, anche quelle oscene, nel loro lavoro. Perché intendevano rispettare chi probabilmente “voleva esprimere qualcosa, maestra!” . Così è partita la ricerca di una parola evocativa. Libertà. Umanità, Rispetto, terra…amore…gioia, gioco.
Poi la proposta: “legami”. Questa parola, nel lessico e nella cultura dei due gruppi classe ha una forte valenza. Perché per cinque anni le loro riflessioni, i problemi che hanno dovuto risolvere sono stati incentrati sempre sulle modalità di relazione che possono esserci tra le persone, tra le persone e i luoghi, e tra le persone e gli oggetti. Questi legami fanno le storie e la storia. Negli anni passati hanno giocato con le metafore dei legami, dei fili, dei nodi e dei tessuti realizzando anche opere tessute.
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