Jorit - Il murale a Mariupol tra politica e copyright
Redazione Art-Vibes | On 16, Lug 2023
L’intervento di arte urbana dell’artista napoletano nel Donbass scatena polemiche su fronti diversi.
di Redazione Art Vibes
Picture: Jorit – murale a Mariupol.
Il nuovo murale di Jorit a Mariupol continua a far discutere: se in primis era stata contestata la scelta politica di intervenire in un contesto così delicato, risale a ieri la critica di una fotografa australiana, potenziale autrice dello scatto da cui l’artista di origine napoletane avrebbe attinto per realizzare il suo murale.
Mariupol è la città nel Donbass teatro dell’opera, città attualmente sotto il controllo russo, centro martoriato da oltre un anno di atroci combattimenti.
Il murale è stato annunciato da Jorit al grande pubblico tramite il suo profilo Instagram, un post accompagnato da due chiare citazioni. La prima è una frase di Julija Tymošenko, primo ministro dell’Ucraina nel 2005 e dal 2007 al 2010: «Cosa fare con questi otto milioni di Russi che sono rimasti in territorio ucraino? Bisogna tirargli una bomba atomica». La seconda è di Petro Porošenko, presidente dell’Ucraina dal 2014 al 2019: «I nostri figli andranno negli asili e nelle scuole, i loro vivranno nelle cantine».
Due punti di vista ben definiti circoscritti da una dichiarazione altrettanto perentoria di Jorit che ha rincarato la dose affermando: «non c’è nessuno da liberare» e la gente del posto «lotta da 8 anni per liberarsi da un regime, quello di Kiev, che di democratico oramai non aveva più niente».
La shit storm nei confronti dell’artista non è tardata ad arrivare, tra chi lo accusa di essere filorusso e chi invece ne apprezza il coraggio e la libertà di esprimere una visione scevra da condizionamenti.
L’opera ritrae una bambina con il volto decorato dai classici segni tribali rossi che identificano tutte le opere dell’autore. “Ho scelto di dipingere una bambina del Donbass rimasta viva e che a Mariupol ha vissuto i suoi primi anni nella guerra. Spero che presto questa bambina possa vedere il suo ritratto dal vivo” – ha dichiarato l’artista
Purtroppo per Jorit la bimba del murale sembra proprio essere identica allo scatto della fotografa australiana Helen Whittle. E’ la stessa autrice a dichiarare ai media lo sdegno per avere visto il ritratto della figlia campeggiare ora su un edifico malconcio di Mariupol. Nel dettaglio ha affermato: “Non è una bambina del Donbass, è ovviamente una copia della mia fotografia, il cui soggetto è mia figlia”.
Ad uno sguardo attento, oltre agli iconici segni tribali rossi, il ritratto dell’artista si discosta dall’originale per un piccolo missile targato Nato dipinto sopra la spalla destra della bambina,
L’immagine purtroppo per Jorit è davvero identica, ergo l’errore è stato quello di dichiarare qualcosa di non assolutamente vero, perché bastava non cadere in questo banale errore per autenticare con la propria opera un messaggio di pace e di verità, così come poi decantato attraverso i propri social media. Vedremo prossimamente quali pieghe prenderà la vicenda…
Certo, è innegabile che il pezzo accenda una forte luce su una questione, quella del Donbass, troppo spesso schivata dai media.
Laddove l’arte illumina punti oscuri e accompagna chi ricerca una comprensione della questione a 360 gradi, non può che rivelarsi un valido strumento d’aiuto. Tutte le dietrologie politiche lasciano sempre il tempo che trovano, emerge un pensiero libero di un artista che ha deciso di mettere la propria creatività al servizio di una verità scomoda e troppo poco funzionale ad una completa narrazione mainstream del conflitto.
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