Guerrilla Spam - «MANI IN ALTO!»
Redazione Art-Vibes | On 15, Mar 2019
L’arte come occasione formativa, capace di scongiurare l’isolamento e la devianza sociale. Il Progetto di arte urbana nella Casa Circondariale di Larino (CB).
di Redazione Art Vibes
Picture: Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Secondo murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2018.
Oggi vi parliamo di un progetto artistico/sociale che ha portato per due anni consecutivi il collettivo Guerrilla Spam all’interno della Casa Circondariale di Larino (CB).
Sviluppare con i detenuti percorsi teorici e pratici sull’arte urbana, questo l’obiettivo che si è perseguito, un percorso non solo artistico e formativo, ma soprattutto relazionale, un’opportunità per i detenuti per studiare, lavorare e coltivare interessi in vista di un futuro reinserimento nella società.
L’arte quindi come occasione formativa, capace di scongiurare l’isolamento e la devianza sociale, arte come azione concreta in grado di apportare benefici non solo al detenuto ma a tutta la collettività.
Ogni anno sono stati coinvolti dai 12 ai 15 detenuti, di varie età e nazionalità, stimolati attraverso offerte didattiche e laboratori di disegno, ad elaborare su carta messaggi e pensieri nonché a riflettere sul concetto di identità.
Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con gli artefici di questo progetto, i ragazzi del collettivo Guerrilla Spam, ecco cosa ci hanno raccontato:
Intervista al collettivo Guerrilla Spam
– 1) Perché promuovere le arti visive in carcere?
Dostoevskij scriveva che “il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni”. Condividiamo questa affermazione e crediamo che l’unico modo per rendere “civile” un ambiente che è ostile per sua natura, come la prigione, sia non considerarlo solo come un luogo di proibizione e costrizione, ma come uno spazio di apprendimento e miglioramento, anche se “forzato”. Facile a dirsi, difficile da attuarsi. A nostro modo, portando il disegno, la pittura murale, e soprattutto il confronto con persone esterne, che non sono né la guardia carceraria, né l’insegnante della struttura, ma persone “nuove”, venute da “fuori”, abbiamo cercato di rendere più civile un luogo che spesso è raccontato come disumano.
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Primo murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2017
– 2) L’arte diventa lo strumento principale in grado di creare un legame comunicativo concreto con l’ambiente carcerario, e diventa anche una forma di collegamento diretto tra interno ed esterno. Quanto è importante in un contesto di questo tipo recuperare questa forma di apertura verso l’esterno e forse anche verso un proprio interno?
La pittura o il disegno sono sicuramente dei mezzi espressivi più spontanei e liberi della parola, molte volte costruita e formalizzata, ma non sincera. Nel disegno si vede tutto, non ci è permesso nascondersi. Lavorando sul tema dell’identità abbiamo appunto cercato di “buttare fuori” pensieri, sogni e modi di rappresentarsi, grazie al ritratto e all’autoritratto, lasciando che ogni detenuto avesse l’opportunità, per una volta, di raccontarsi a modo suo attraverso matite e pennelli.
Ma oltre a queste evasioni metaforiche che sono rimaste dipinte sulle mura del carcere, volevamo mettere in atto un’evasione più concreta: senza far scappare nessuno, abbiamo chiesto ai ragazzi di disegnare dei poster con pensieri o immagini che idealmente avrebbero voluto mostrare alle persone fuori dal carcere.
Una volta raccolti, abbiamo portato con noi i disegni e li abbiamo affissi con la colla sui muri del Parco Dora a Torino, un grande spazio frequentato da tantissime persone ogni giorno. In questo modo l’artista diventa il tramite che permette un contatto tra interno ed esterno; crea un ponte tra ciò che è isolato e invisibile e cerca di dargli una voce, anche se minima e parziale.
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Primo murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2017
– 3) “Mani in alto”, questo il nome del progetto, mani che però non si alzano in un presumibile gesto di sconfitta, non c’è sconfitta ma piuttosto un arrendersi alla vita stessa, l’arte forse porta questa sorta di resa verso una nuova consapevolezza del proprio esistere?
Abbiamo scelto il titolo del progetto “Mani in alto!”, insieme al Premio Antonio Giordano, ironizzando sul significato più comune di questa frase che si collega immediatamente all’intimazione di resa e all’arresto di un individuo; noi l’abbiamo pensata come una frase di riscatto, di saluto, di gioco, che incita all’intraprendenza e che sprona a fare, nel nostro caso a disegnare e dipingere.
I ragazzi che abbiamo incontrato in questi anni avevano già tutti negli occhi la consapevolezza, e anche la rassegnazione, di capire la condizione in cui erano. L’arte non ha aggiunto nulla di speciale alla loro condizione tranne che l’opportunità di trascorrere momenti sereni e differenti dentro alla grigia routine quotidiana. Abbiamo a lungo parlato con questi ragazzi (dovremmo chiamarli detenuti, o “ospiti” ma per noi, molti, sono solo nostri coetanei…), capendo e ammettendo che il nostro contributo, forse, non era stato nulla di speciale: abbiamo dipinto i cortili insieme, ci siamo divertiti, ma adesso eravamo pronti a ripartire, tornare alle nostre occupazioni, ai nostri progetti e loro rimanevano lì.
Poi però alcuni ci hanno fatto notare che non era così, che anche solo le parole scambiate insieme “in modo disinteressato” e con sincera amicizia, con un sorriso spontaneo sulle facce, ecco, quello per loro aveva un valore; un valore che magari noi non avevamo neppure colto. Allora, concludendo, se l’arte può essere il pretesto e “la scusa” per creare una relazione con individui distanti, allora questa è una gran ricchezza.
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Secondo murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2018.
– 4) Come i detenuti hanno reagito a questa “incursione” artistica, cosa è cambiato tra colori, obiettivi nuovi e strette di mano?
Entrambi gli anni i ragazzi sono sempre stati entusiasti e intraprendenti; ogni attività extra che riescono a fare è un motivo di svago e un modo per tenere la mente impegnata. Ci sono poi alcuni di loro che sono veramente portati per il disegno e che hanno imparato le tecniche pittoriche da zero in carcere, ottenendo risultati sorprendenti.
Per loro, le nostre attività erano un momento collettivo per mettersi alla prova, per dare sfogo alla creatività e dimostrare il loro talento. Ma anche i più inesperti e titubanti hanno preso la cosa con entusiasmo e frenesia proponendo addirittura alla direttrice del carcere di poter dipingere altri corridoi oltre a quelli previsti. Cosa che sono riusciti a fare, in autonomia nei mesi successivi, seguendo un po’ i nostri consigli ma mettendoci molto anche del loro…
Ma oltre alle nostre parziali opinioni, abbiamo avuto un riscontro oggettivo da un’operatrice della struttura, che ci ha riferito di aver notato grandi miglioramenti emotivi e relazionali in un ragazzo, miglioramenti che nessuna terapia aveva ottenuto prima e che una sola settimana di pittura aveva dato.
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Terzo murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2018.
-5) L’azione creativa ha il potere di cambiare l’individuo, ma il cambiamento avviene anche nel contesto ambientale, portando bellezza e colore in luogo che normalmente ne è privo. Che valore ha questo aspetto?
Sicuramente un cortile dell’ora d’aria di cemento grigio è molto differente da un medesimo spazio colorato. Questa è la ragione per cui, per la prima volta nella nostra produzione artistica, abbiamo scelto di usare dei colori; colori accesi e sgargianti che volevano trasformare un luogo angusto in un panorama surreale immaginario.
Il colore in un carcere ha un valore rivoluzionario e necessario, è un elemento che non deve essere tralasciato perché condiziona la vita di chi è lì rinchiuso. Come d’altronde si fa negli ambulatori pediatrici o negli asilo, la presenza di pareti colorate, di disegni e decori, non va trascurata neppure nelle carceri in quanto ha un’importanza pari alla qualità del cibo che viene servito o alla pulizia dei servizi igienici; è una caratteristica di umanità e civiltà.
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Secondo murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2018
– 6) Un progetto unico nel suo genere che per due anni ha portato il il collettivo Guerrilla Spam all’interno della Casa Circondariale di Larino , dando vita ad un percorso non solo artistico ma anche formativo e sopratutto relazionale, che tipo di legami si sono creati in questi anni?
Quando dopo un anno abbiamo rivisto i ragazzi della struttura è stato come se fosse passato solo un giorno dall’ultimo incontro. In realtà non era così, noi avevamo trascorso un anno sempre in giro tra navi, treni e aerei, abbiamo incontrato persone e visto posti nuovi, loro erano rimasti lì tra quelle mura. Se si prova a fare il confronto si capisce subito che l’impossibilità di movimento è una grande privazione, con la quale il detenuto deve da subito fare i conti.
È stato sicuramente emozionante poter salutare e riabbracciare i ragazzi del primo anno; per quanto rimanevamo sconosciuti sembrava di aver ormai stretto un piccolo legame con loro, una sorta di amicizia, che perlomeno era familiarità. Siamo riusciti a portare le foto stampate del primo anno, consegnarle a tutti i ragazzi ancora in carcere e spedirle via mail a quelli che erano usciti.
L’ultimo giorno abbiamo poi regalato un libro ad un ragazzo che ormai conoscevamo bene. Ha quasi 23 anni ed era il più piccolo del gruppo; nei pomeriggi di pittura ci aveva raccontato di aver riscoperto la lettura in carcere, un piacere che voleva coltivare anche se alcuni lo prendevano in giro. Aveva già letto (più volte) “Tristano e Isotta” e Pirandello e così decidemmo di regalarli “Il fu Mattia Pascal”. Rimase sorpreso, quasi spiazzato da quel gesto, che forse non si aspettava.
Di sicuro torneremo a salutare i ragazzi che sono ancora nella struttura, probabilmente questa estate; anche se abbiamo condiviso con loro solo alcune settimane nell’arco di due anni, per noi sarà un po’ come rivedere dei visi amici.
Ringraziamo i Guerrilla Spam per il tempo e la disponibilità.
«MANI IN ALTO!» – Progetto di arte urbana alla Casa Circondariale di Larino (CB), con gli artisti Guerrilla Spam, a cura di Associazione Culturale Antonio Giordano, in collaborazione con C.P.I.A. Campobasso (sede di Termoli).
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Primo murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2017
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Laboratorio Poster Art, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2017.
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Laboratorio Poster Art, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2017
Guerrilla Spam – Affissione Poster, parco Dora, Torino, 2018
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Primo Murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2017
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Secondo murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2018
Guerrilla Spam – «MANI IN ALTO!», Terzo murales, Progetto di arte urbana Casa Circondariale di Larino (CB), 2018
– via: Art Vibes submission – photo courtesy of: Guerrilla Spam
– Facebook: facebook.com/Guerrilla-SPAM
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