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Festival della Resilienza - Nuove Narrazioni attraverso la street art

Festival della Resilienza – Nuove Narrazioni attraverso la street art

| On 14, Set 2018

Storia, tradizione e senso di comunità: con il Festival della Resilienza la città di Macomer si racconta sui muri.

di Redazione Art Vibes


Picture: Kiki Skipi + Andrea Casciu – Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi.
In antichità i vasi e le anfore sono stati degli strumenti comuni di conservazione, reperibili ordinariamente in tutte le case (venivano usate per conservare olive, vino). Ma sono state anche compagne di lunghi viaggi nelle stive di molte imbarcazioni provenienti da diverse parti del mondo. Sono perciò dei contenitori di cultura e tradizione non solo enogastronomica ma anche sociale. Le donnine sospese non sono altro che Janas, guardiane e custodi di storie e leggende della Sardegna.

Nel mese di agosto, 8 street artists provenienti dall’Italia e dall’estero sono stati ospitati a Macomer (NU) durante la quarta edizione del Festival della Resilienza. Ognuno con il proprio linguaggio artistico ha risposto alla sfida lanciata dall’associazione ProPositivo di “creare una nuova narrazione del paese” attraverso opere e laboratori partecipativi che hanno coinvolto la comunità. I loro nomi sono: Isra Martinez Herrero, Kiki Skipi e Andrea Casciu, Massimiliano Vitti con Chiara Santinelli, Pietro Straullo, Alan Myers, Said Dokins, Giacomo Zorba e Guerrilla Spam.

Questa 4° edizione del Festival della Resilienza, partendo dall’assunto “trasformare la crisi in opportunità”, ha dato vita ad un modello replicabile di rigenerazione territoriale, capace di connettere le realtà più virtuose in campo economico, sociale e culturale con i territori che più risentono la crisi e lo spopolamento in Italia.

E’ dal 2016 che ProPositivo porta avanti l’obiettivo di valorizzare degli spazi urbani, pubblici e privati, attraverso la street art. Da una parte si è cercato di di lavorare sull’identità locale nell’era globale, trovando i punti di contatto o allontanamento tra tradizione e innovazione, emigrazione e immigrazione, tra passato e futuro. Dall’altra di impreziosire la città e di stimolare il senso estetico e critico della comunità.

 

Alan Myers - Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi
Alan Myers – Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi.
(Usa l’immagine della donna sarda come icona, quattro donne unite formando una, che rappresenta l’interno, i sentimenti profondi, e come si apre e combatte il mondo. Queste donne, unite dagli abiti, indossano i colori tipici del classico abbigliamento Sarda, i colori scuri ma intensi, causando grandi contrasti proprio come vedo la donna, delicata ma forte.)

Dopo aver lanciato un bando internazionale che ha avuto oltre cinquanta richieste di partecipazione, sono stati selezionati tre artisti stranieri, tre sardi e tre nazionali accolti in due diversi periodi del mese di agosto. Cifra stilistica del progetto “Nuove Narrazioni attraverso la street art” consiste nel porre alla base del processo creativo degli artisti la relazione con la comunità, la sua storia e tradizioni ma con un’attenzione ai temi attuali affrontati durante il festival quali spopolamento, accoglienza, memoria.

Le varie forme artistiche promosse da ProPositivo (teatro sociale, teatro immersivo, street art) mirano a raggiungere l’obiettivo di spezzare i racconti negativi, depressi che troppo comunemente si sentono nei territori in crisi e lontani dai grandi poli produttivi, attivando percorsi laboratoriali e connessioni che sollecitino lo sviluppo anche creativo della comunità.

Il risultato è un variegato omaggio alla cultura matriarcale sarda (Alan Myers), alla storia locale con Isra Martinez Herrero che tratteggia il volto della donna come se percorso da venature lignee riferendosi così all’antica segheria a conduzione familiare che sorgeva presso quel luogo. Il duo sardo Kiki SkipiAndrea Casciu scelgono l’anfora come contenitore di cultura e tradizione accompagnata dalle tipiche volteggianti Janas, guardiane e custodi di storie e leggende.

 

Isra Martinez Herrero - Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi
Isra Martinez Herrero – Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi.
Omaggia la donna sarda scegliendo il volto di una giovane macomerese e la tradizione sartoriale riprendendone gli ornamenti floreali. La composizione si impreziosisce tramite un sottile riferimento al passato locale. Il volto della giovane è segnato da venature che richiamano quelle interne degli alberi, riferendosi in tal modo all’antica segheria a conduzione familiare che sorgeva presso quel luogo.

Massimiliano Vitti e Chiara Santinelli risalgono all’etimologia latina della parola resilienza per creare un esercito di figure colorate pronte a risalire la barca capovolta della vita, ricordandoci di combattere assieme battaglie sociali. L’artista macomerese Pietro Straullo richiama ironicamente i Giganti di monte Prama come simbolo della sardità tesa tra tradizione e influenze culturali esterne portate all’attenzione dalle nuove generazioni, dai media e dal mercato.

Il messicano Said Dokins con la sua peculiare tecnica che unisce calligrafia e graffito, esplora le potenzialità grafiche delle lettere e delle parole riportando sul muro la poesia scritta da una giovane locale che riflette sulla propria condizione di migrante. Giacomo Zorba si è affidato al fenomeno dell’endemismo per conoscere e scovare peculiarità locali, naturali e culturali, isolandole dai propri contesti per assemblarle liberamente secondo un gioco di dettagli sparsi da decifrare.

La collezione locale, ora ammonta a 20 opere, è oggi fruibile sul sito dell’associazione tramite una cartina geolocalizzata con i dettagli sui murales e sui profili degli artisti.

Impegnati da diversi anni sui temi sociali e sulla conduzione di laboratori in tutta Italia, il collettivo artistico Guerrilla Spam è ritornato al festival per il secondo anno consecutivo. Nel 2017 avevano realizzato l’opera “Sardus Pater” ricordando l’antica migrazione proveniente dalla Libia in terra sarda e la contaminazione con il popolo nativo. Quest’anno, assieme alla curatrice del progetto Isabel Gollin e ai ragazzi della comunità Luoghi Comuni si sono concentrati sulla creazione di un Tappeto Volante di 20 metri.

 

Guerrilla Spam - Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi
Guerrilla Spam – Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi

Guerrilla Spam - Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi
Guerrilla Spam – Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi

Il tappeto, prodotto artistico artigianale tipico della Sardegna, è stato scelto come mezzo su cui impostare un laboratorio dove i ragazzi, guidati dal collettivo, hanno liberamente disegnato seguendo un processo di stilizzazione delle immagini. Questo procedimento è iniziato con un primo incontro frontale sul tema dell’interazione tra i popoli, ricordando le popolazioni che nella storia son stati presenti sul territorio (dai cartaginesi ai piemontesi) e come in passato stoffe, arazzi, tappeti, hanno viaggiato per mare e per terra dall’Africa al Nord Europa e con le immagini riprodotte su di essi, ornamenti ed elementi grafici si sono diffusi in modo rapido.

Partendo dal disegno figurativo, espressione delle proprie passioni e desideri, i ragazzi sono arrivati a creare un reticolato di disegni dal segno grafico astratto e fortemente simbolico. Il laboratorio si è concluso con una parata collettiva per le strade di Macomer dove il tappeto volante realizzato è divenuto metafora del viaggio di immagini, di uomini e culture, un mezzo di trasmissione che mette in contatto i popoli.

L’intero progetto Nuove Narrazioni attraverso la street art, a cura di Isabel Gollin e Valentina Vinci, è stato documentato fotograficamente da Ilaria Giorgi, fotografa toscana, che da anni lavora a Roma come grafica e fotoreporter teatrale.

 

Said Dokins - Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi
Said Dokins – Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi.
(Utilizzando la sua peculiare tecnica che unisce calligrafia e graffito esplora le potenzialità grafiche delle lettere e delle parole riportando sul muro la poesia scritta da una giovane locale che riflette sulla propria condizione di migrante.)

Pietro Straullo + ulluArts - Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi
Pietro Straullo + ulluArts – Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi.
(“SWAG” fa parte di una piccola serie in divenire basata sull’archetipo dei Giganti di Monte Prama inteso come simbolo della sardità e del popolo sardo nei suoi vari aspetti, gioca ironicamente sulla talvolta difficile convivenza, tra la tradizione più pura e le influenze culturali esterne portate all’attenzione, in particolare, delle nuove generazioni, dai media e dal mercato).

Massimiliano Vitti + Chiara Santinelli - Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi
Massimiliano Vitti + Chiara Santinelli – Festival della Resilienza, Macomer (NU), 2018. photo credit: Ilaria Giorgi.
(L’opera intitolata “Resalio” è composta da un esercito di figure a metà tra il reale e la fantasia. Delle forme che ricordano quelle delle statuette e delle maschere sarde, ma anche animali volatili per metà umani, veneri e pesci. Un esercito che non smette di guardarti, qualcuno sembra sorridere, altri urlare. Insieme risalgono la barca capovolta dal mare e ci ricordano che occorre combattere insieme per cambiare le cose.)

– via: Art Vibes submission – photo credits & courtesy of: ©Ilaria Giorgi.


– website: propositivo.eu


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