SI FEST 26 - Ad Confluentes
Redazione Art-Vibes | On 22, Ago 2017
Variegate narrazioni della fotografia contemporanea si incontrano alla confluenza di un unico luogo e si incrociano in un festival.
di Redazione Art Vibes
Ad Confluentes, letteralmente dal latino alla confluenza e toponimo del primo insediamento di Savignano sul Rubicone in epoca romana, è il titolo di SIFEST26: un’indicazione sulle traiettorie dell’edizione 2017 del festival di Savignano Immagini e una chiave di lettura delle metodologie attuate ai fini della programmazione dell’evento in arrivo a Savignano sul Rubicone dall’8 al 24 settembre, di cui tre giornate intere dedicate al festival (da venerdì 8 a domenica 10 settembre) e il restante periodo espositivo (16, 17, 23 e 24 settembre).
Il toponimo Ad Confluentes trae le proprie origini da un itinerarium, la Tabula Peutingeriana, una cartografia figurata creata allo scopo di segnalare la traccia delle vie militari dell’Impero romano. Non si tratta di una rappresentazione realistica dei paesaggi o dei percorsi, ma del tentativo di tenere insieme e osservare punti diversi e lontani nello spazio immenso di un impero.
SI FEST 26 – Ad Confluentes
SIFEST26 è uno sguardo sulle geografie che si configurano a partire dalle possibilità del mezzo fotografico. A una lettura monolitica si è preferita la scoperta di riflessioni inattese e diversificate. Ciascuna mostra raggiunge l’altra, contaminando discorsi, immagini, proiezioni; fa convivere progettualità diverse sulle questioni peculiari della nostra realtà visiva, culturale e sociale.
Ad Confluentes perché un insieme di mostre riunite in un unico luogo e in un unico tempo può essere osservato attraverso la guida di un itinerarium, che non segni il percorso esatto da una posizione all’altra, ma offra a ciascuno di vedere uno scorrere insieme di immagini e immaginari a partire dal proprio sguardo e dallo sguardo di chi li ha realizzati. Un flusso di narrazioni e riflessioni non sempre riconducibili a un linguaggio univoco, che possono essere percorse e rimesse in circolo, creando nuovi ambienti di cui cogliamo una temperatura.
Con il titolo Ad confluentes, inoltre, SIFEST26 continua il discorso avviato nell’edizione 2016 Alea Iacta Est, affidando le possibili confluenze dei sentieri di indagine della fotografia agli artisti in mostra in questa ventiseiesima edizione di un festival che dal 1992 è uno dei crocevia obbligatori per fotografi, appassionati, esperti di immagine, galleristi, direttori di festival e musei, giornalisti, photoeditor.
LE MOSTRE
Offre il volto a SIFEST26 l’immagine tratta dal progetto In Quarta Persona di Martin Errichiello & Filippo Menichetti, vincitori del Premio Marco Pesaresi per la Fotografia Contemporanea 2016.
In Quarta Persona è una ricerca multimediale sulle trasformazioni antropologiche, geopolitiche e ambientali della Calabria, attraverso cinquant’anni di storia rimossa e frammentata. Percorrendo la traiettoria della Salerno-Reggio Calabria, simbolica linea narrativa del progetto, i due giovani fotografi investigano le iconografie e le storie di un paesaggio sospeso tra utopia e tradimento e ne compongono il mosaico di un immaginario fatto di oggetti e documenti.
MARTIN ERRICCHIELLO E FILIPPO MENICHETTI – IN QUARTA PERSONA
Una storia di frammenti e rimozione quella narrata da Spasibo di Davide Monteleone, progetto vincitore del prestigioso Carmignac Gestion Photojournalism Award. Un’esplorazione dell’identità della popolazione cecena, messa in crisi da anni di conflitto, di cui Monteleone restituisce un ritratto sfaccettato e complesso di oppressione e rassegnazione.
Durante il periodo trascorso presso l’agenzia Contrasto, Davide Monteleone conosce per un breve periodo Marco Pesaresi; per SIFEST26 cura una selezione di fotografie inedite provenienti dal lungo peregrinaggio del celebrato fotografo riminese lungo il percorso della Transiberiana.
DAVIDE MONTELEONE – SPASIBO
Con soluzioni assai diverse, Stefano De Luigi mescola piani temporali diversi e le mitologie del passato con le tecnologie del presente: iDyssey, progetto realizzato attraverso l’utilizzo di un iPhone, traccia l’antico percorso descritto nell’Odissea scoprendo le idiosincrasie della contemporaneità, della crisi economica, dell’identità europea, della ridefinizione del concetto di confine.
STEFANO DE LUIGI – IDISSEY
In mostra anche le origini della fotografia documentaria attraverso le fotografie di Farm Security Administration: le stampe della Library of Congress al CSAC, a cura di Francesca Parenti. Caposaldo della cultura fotografica e seminale documento della società americana sulla soglia della Grande depressione degli anni Trenta, la mostra raccoglie le potentissime fotografie dei protagonisti di una delle prime e più importanti cronache fotografiche della storia: Dorothea Lange, Arthur Rothstein, Marion Post Wolcott, Jack Delano, Ben Shahn, Gordon Parks.
In un’unica mostra confluisce anche la moltitudine di fotografie realizzate da sole donne, dagli anni Trenta a oggi, provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, che si compone di opere realizzate, tra le altre, da Letizia Battaglia, Marina Ballo Charmet, Anna Di Prospero. Molteplici sguardi femminili che raggiungono idealmente le fotografie dalla forte connotazione iconografica e dalla sorprendente capacità di messa in scena di Karen Knorr, fotografa di origine tedesca, dalla storia cosmopolita. Knorr esamina il potere che un patrimonio culturale sottende, sollevando questioni estetiche strettamente legate alla femminilità, alle strutture sociali e alla relazione tra mondo umano e mondo animale.
Farm Security Administration + Collezione Donata Pizzi + Pierpaolo Zani
Da non perdere anche la mostra inedita di Mario Cresci In viaggio con Lauro Messori. Un’esplorazione che non si svolge sul campo, ma nasce da una scoperta, da un ritrovamento, e si realizza sullo stesso supporto fotografico. Dai provini a contatto realizzati in Iran tra il 1958 e il 1960 dal “geologo Agip” Lauro Messori, Cresci inizia un “viaggio nel viaggio” e costruisce una cronistoria narrativa e simbolica, personalissima e una tra le tante possibili, che ripercorre le spedizioni di Messori a distanza di tempo. Cresci suggerisce la possibilità di una narrazione non lineare che sovrappone il passato al presente.
Di convivenza possibile di ambienti diversi ci parla anche Pier Paolo Zani, fotografo e grande maestro del bianco e nero romagnolo, a cui SIFEST26 rende omaggio. Le fotografie di Zani raccontano un mondo primordiale e in via di sparizione, in cui il lavoro dell’uomo può ancora fondersi con le leggi della natura. Ne risulta un’intensa e intima indagine antropologica del mondo contadino nel territorio romagnolo, dove Zani è da sempre riconosciuto come uno dei più interessanti fotografi amatoriali.
Nico Mingozzi, artista visivo, vive e lavora a Borghi (FC). Nel suo lavoro, Mingozzi interviene con china, acrilico, graffio e inserti metallici su immagini del secolo scorso, raccolte pazientemente seguendo il fondamento concettuale del collezionismo fotografico. Corpi e volti di persone scomparse da tempo alterati da un tono poetico dominato da melanconia e ansioso turbamento.
Graziano Panfili – Di padre in figlio
Di padre in figlio di Graziano Panfili, vincitore del Premio Portfolio Italia 2016 – Gran Premio Hasselblad e del Premio SI Fest “Lanfranco Colombo” 2016, è un’intima e profonda riflessione autobiografica sul rapporto padre-figlio.
A partire dal dato personale, Panfili realizza, con un forte atto di consapevolezza e di possibile cambiamento, un’immagine delle relazioni affettive all’interno degli schemi familiari contemporanei. Compone il programma del festival un’importante restituzione. Attraversa il (tuo) Rubicone è il risultato del censimento fotografico svolto lo scorso anno, durante le giornate di SIFEST25 Alea Iacta Est, da Albert & Verzone. I due fotografi dell’Agenzia hanno dedicato a Savignano sul Rubicone un atelier che ha coinvolto, come soggetti, i suoi abitanti, il pubblico del festival e il fiume che attraversa la città. I ritratti realizzati tornano, un anno dopo, sugli argini del fiume, in un allestimento site specific che racconta e testimonia quell’esperienza.
ETNOGRAFIA DELLE SOCIETÀ COMPLESSE
La campagna fotografica Etnografia delle società complesse, il caso Unione Rubicone e Mare, a cura di Tomas Maggioli, è un progetto a lungo termine volto a condurre un’indagine di carattere etnografico e antropologico sull’impatto e i mutamenti legati ai flussi migratori.
Sotto la guida di Aniello Barone, fotografo professionista e curatore del progetto, i dieci fotografi coinvolti hanno realizzato un censimento per immagini del processo di globalizzazione multietnica legato alle difficoltà d’inserimento e integrazione nel tessuto sociale degli immigrati presenti nelle aree attorno Savignano. Presentata a SIFEST26, la mostra fotografica sarà oggetto di un convegno (domenica 10 settembre) e sarà la prima tappa di un progetto allestitivo itinerante, con fotografie di Andrea Angelini, Graziano Bartolini, Michela Benaglia, Daniele Cinciripini, Luca Della Martera, Marianna Leone, Beatrice Lontani, Roberto Masi, Luana Rigolli, Susanna Venturi.
LE STRATEGIE DIALETTICHE DI SI FEST OFF
In crescita e costante evoluzione la sezione indipendente del festival, SI Fest OFF. Oltre un centinaio le proposte pervenute fino a oggi. Strategie Dialettiche. Un incontro fissato sulle terre dell’uomo (Michel de Certeau) è il titolo scelto per questa ottava edizione che, per la prima volta, adotta un tema specifico anche per la selezione dei progetti.
La dialettica come metodo argomentativo. La strategia, al contrario della tattica, è un piano d’azione a lungo termine finalizzato all’appropriamento di uno spazio autonomo. La strategia crea uno spazio, inventa un nuovo quotidiano, indaga, si dà del tempo e soprattutto si dà nel tempo. La fotografia, le arti visive possono diventare strumento per raccontare, documentare, mettere in scena la dialettica del quotidiano, la vita di tutti i giorni, con il suo ritmo ripetitivo e inconscio. Nella spietata logica della cultura di massa dove tutto sembra prestabilito, emerge l’insospettabile capacità dell’uomo comune di “rompere” questa monotonia grazie a pratiche e tattiche di resistenza. Una creatività latente generatrice di strategiche visioni.
All’interno del circuito OFF saranno esposti i due progetti vincitori del secondo OFF Lab & Contest “MERZbau fotografie” a cura di Giulia Marchi e Niccolò Fano.
PREMIO MARCO PESARESI PER LA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA
Altro momento qualificante e imprescindibile di SI Fest quello dedicato al fotografo Marco Pesaresi con il Premio giunto quest’anno alla 16ma edizione.
Per maggiori informazioni: clicca qui.
Ingrediente fondamentale nella composizione del festival sono le letture dei portfolio.
SIFEST26 aggiunge, alle consuete letture portfolio, una nuova possibilità: non solo il confronto con un singolo lettore alla volta, ma la possibilità di creare dei piccoli gruppi di lettura, con l’intento di accostare professionalità diverse e innescare un dialogo ancor più stimolante e articolato. Una “doppia lettura” critica, una convergenza di saperi e una sinergia dialettica che fanno eco alle confluenze che in questa edizione segnano le traiettorie di SIFEST26. Due membri del comitato artistico dell’edizione 2017 del SIFEST si aggiungeranno a queste coppie in alcune sessioni di lettura.
Per scoprire in dettaglio i membri del comitato artistico, il calendario di letture dei portfolio, e tutto il programma di incontri, ce comprende conversazioni con fotografi, editori e giornalisti vi raccomandiamo di consultare il sito ufficiale del sifest.
– via: Art Vibes submission – photo courtesy of: SI FEST
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