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Art Vibes – Let's share beauty | November 17, 2024

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“Made with AI” - Instagram, le fotografie e l’intelligenza artificiale generativa

“Made with AI” – Instagram, le fotografie e l’intelligenza artificiale generativa

| On 02, Giu 2024

Instagram introduce una nuova “label” che etichetta alcuni scatti come creazioni dell’intelligenza artificiale generativa. La polemica innescata dal fotografo australiano Peter Yan e l’indagine condotta da PetaPixel.


di Redazione Art Vibes


Picture: Peter Yan – Mt Fuji Lawson. Photo credit: @yantastic.


Instagram da qualche giorno ha sdoganato sotto alcune immagini pubblicate dagli utenti una dicitura che siamo sicuri che farà molto discutere. L’etichetta recita “Made with AI” e ovviamente fa riferimento ad eventuali immagini, a giudizio del social, generate attraverso l’intelligenza artificiale generativa.

Tutto nasce dalla richiesta del fotografo Peter Yan, autore di uno scatto che ritraeva il Monte Fuji, costretto tramite Threads a interpellare il capo di Instagram Adam Mosseri, ventilandogli la presenza della suddetta “label”, laddove però la fotografia a suo dire era originale, da lui scattata, ergo vergine da ogni tipo di integrazione con l’AI.

Lo stesso fotografo ha dichiarato: “Non ho utilizzato l’intelligenza artificiale generativa, solo Photoshop per ripulire alcuni punti. Il tag “Made with AI” è stato generato automaticamente da Instagram una volta pubblicata l’immagine, io non ho assolutamente selezionato questa opzione”.

Probabilmente la foto di Yan è stata etichettata come AI poiché il fotografo in fase di post-produzione aveva utilizzato uno strumento di AI generativa per rimuovere un cestino della spazzatura dal contesto ritratto, un’operazione abituale per molti addetti ai lavori, associarla ad un puro contenuto AI ha innescato la polemica.
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Con l’intento di indagare sul tema il team di Petapixel ha condotto un interessante esperimento per sondare realmente l’effettivo comportamento di Instagram nei confronti di un file modificato con AI generativa.

Ebbene, PetaPixel ha operato in questo modo: ha aperto un file in Photoshop e poi utilizzato lo strumento di riempimento generativo per rimuovere un piccolo granello dall’immagine, salvata e poi caricata su Instagram.

Nonostante la fotografia presentasse solo una minima quantità di editing AI, Instagram ha etichettato la fotografia con un bel “Made with AI”.

Sostituendo lo strumento riempimento generativo con un semplice riempimento in base al contenuto, come lo strumento Timbro clone, Instagram non ha rilevato alcun interferenza dell’AI e di conseguenza non ha etichettato il file con la famosa dicitura, nonostante il risultato fosse lo stesso ma ottenuto con procedimenti differenti.

Ma il mistero si infittisce ancora di più quando Petapixel ha rivelato un trick che potrebbe tornare comodo a molti fotografi: per fare in modo di utilizzare lo strumento riempimento generativo bypassando il check di Instagram sarebbe sufficiente copiare il file e incollarlo su un nuovo documento nero, salvarlo nuovamente e bye bye “made with AI”

Ora la domanda che sorge spontanea è quali parametri Instagram adopera per decifrare se un’immagine è stata generata con AI o se ha subito processi di post-produzione “AI friendly”.

Sempre interpellata da Petapixel, Meta non si è sbottonata molto, si è limitata a dichiarare che le loro segnalazioni si basano “sul nostro rilevamento di segnali condivisi dal settore di immagini AI o di persone che dichiarano volontariamente di caricare contenuti generati dall’IA“.

Meta non è membro di C2PA Content Credentials, un sistema di filigrana digitale che consente alle persone di verificare la provenienza delle immagini. Ma potrebbe cogliere alcuni dei segnali dello standard per contrassegnare parti di contenuto con l’intelligenza artificiale.

Adobe (che produce Photoshop) fa parte in gran parte di Content Credentials poiché di fatto ha co-fondato l’insieme di standard. La questione è più che aperta, e in futuro sono attesi sicuramente sviluppi in merito.


– via: petapixel.com


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