Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Art Vibes – Let's share beauty | December 26, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

Giorgio Lotti - Viaggio nel ‘900

Giorgio Lotti – Viaggio nel ‘900

| On 07, Lug 2020

Centro Italiano della Fotografia d’Autore: una passeggiata nella Storia del tragico e meraviglioso Novecento.

di Redazione Art Vibes


Picture: ©Giorgio Lotti – Venezia muore, 1970.


Il CIFA, Centro Italiano della Fotografia d’Autore, presenta la nuova mostra “Giorgio Lotti – Viaggio nel ‘900”.

La carriera fotografica di Giorgio Lotti, nato a Milano nel 1937, è indissolubilmente legata al settimanale Epoca, la rivista che, fra i settimanali italiani, si distinse subito per l’impostazione grafica: stampa su carta lucida ed ampio ricorso ai servizi fotografici, molti in esclusiva, oltre a un sapiente uso del colore.

In questa mostra vengono presentati, non in ordine cronologico, alcuni dei servizi più famosi realizzati e pubblicati su Epoca da Giorgio Lotti e una serie di immagini singole, molti ritratti, che riassumono, pur non esaustivamente, il suo lavoro di fotogiornalista. Il percorso espositivo è una passeggiata immersiva nella storia del tragico e meraviglioso Novecento, superando di colpo ogni barriera dello spazio e del tempo, portando lo spettatore esattamente nel punto in cui le fotografie sono state scattate.

Sono immagini potenti che non hanno bisogno di spiegazioni, razionalizzazioni, aggiunte o sottrazioni, ma che semplicemente vanno contemplate, possibilmente con lo stesso sguardo pulito e lo stesso stupore fanciullesco che ha permesso all’Autore di realizzarle e di afferrare al volo frammenti di presente per consegnarli alla memoria e, quindi, alla Storia.

A dimostrazione che tanti lavori di Giorgio Lotti sono di grande attualità, la serie del 1991 che, con partecipata intensità, affronta un altro tema attualissimo: gli sbarchi nei nostri porti di popolazioni che fuggono dai propri territori, resi inospitali dalle più svariate avversità. Lotti con un numero relativamente ridotto di scatti ci trasmette tutta la drammaticità dell’evento, il primo sbarco di albanesi a Brindisi. Così come accade con alcuni altri lavori sulle sciagure capitate nel nostro paese. Lotti ci comunica non solo i fatti che ci fanno entrare nel cuore degli avvenimenti, ma riesce a trasmetterci con le sue immagini i sentimenti di uomo che partecipa alle emozioni e al dolore degli altri.

 

©Giorgio Lotti - Il primo sbarco di albanesi a Brindisi, 1991
©Giorgio Lotti – Il primo sbarco di albanesi a Brindisi, 1991

Questa sua attitudine di entrare in empatia con chi è nel mirino della sua fotocamera e di fare assurgere un personaggio a simbolo di un intero evento, la possiamo cogliere in un paio di significativi esempi: due ritratti, pur molto diversi tra loro per tecnica di ripresa e di composizione scenica, che da soli riassumono questo aspetto specifico del suo talento.

Il primo è sicuramente il più noto a livello mondiale: il ritratto di Zhou Enlai scattato nel 1973. La fotografia, che probabilmente è stata la più diffusa nella storia della Cina e quella più stampata al mondo con oltre cento milioni di copie, ritrae il primo ministro seduto su una comune poltrona. Pubblicata sui libri di storia del fotogiornalismo, diviene il suo ritratto ufficiale. È pubblicato su Epoca di quell’anno nel primo di tre articoli dedicati alla Cina del dopo Rivoluzione Culturale.

È il ritratto di una persona dallo sguardo fermo, ma rilassato. Volge gli occhi alla sua sinistra. Il volto esprime tranquillità con un sorriso appena accennato. Guarda al futuro del suo paese in modo fiducioso. Lo sfondo della fotografia è uniforme, solo una tazza di tè, inquadrata con grande intelligenza sulla sinistra, rafforza la serenità rassicurante della scena.

 

©Giorgio Lotti - Ritratto di Zhou Enlai, Cina, 1973
©Giorgio Lotti – Ritratto di Zhou Enlai, Cina, 1973

Il secondo non è da meno quanto a intensità espressiva. Torniamo indietro a quella che fu una drammatica sciagura umana e culturale del secondo dopoguerra: l’alluvione di Firenze del novembre 1966. Le immagini ci fanno rivivere quei momenti. La prima ci offre lo sguardo sofferente e preoccupato di una donna aggrappata su una barca in una via del centro storico di Firenze, mentre un uomo con in mano una pertica cerca disperatamente di non farla travolgere da un’auto quasi completamente sommersa dall’acqua limacciosa.

Ma l’immagine simbolo del sentimento dei fiorentini in quei giorni è affidata al ritratto di un personaggio scelto non a caso. Un uomo di cultura che tutti conoscono. Tutti sappiamo che è di lì. Siamo abituati a vederlo vestito in panni eleganti e ricercati. Osservare Franco Zeffirelli, il grande regista, seduto su una sedia davanti alla Basilica di Santa Croce, i pantaloni e le scarpe intrise di fango, con lo sguardo incerto e sconsolato di chi non sa ancora se la città e i suoi tesori artistici potranno essere salvati e recuperati, ci racconta le sensazioni che tutti gli amanti dell’arte hanno avuto assistendo alle immagini dell’alluvione.

 

©Giorgio Lotti - Alluvione di Firenze, 4 novembre 1966
©Giorgio Lotti – Alluvione di Firenze, 4 novembre 1966

Se il ritratto, come singolo scatto che coglie l’espressione, il gesto e l’ambientazione cercata dall’autore, è molto praticato da Lotti e raggiunge sempre risultati di grande impatto emotivo, in occasioni particolari troviamo che l’insieme di più immagini viene utilizzato per raccontare l’emozione del soggetto, come nella sequenza realizzata in occasione dell’evento del secolo: lo sbarco dell’uomo sulla luna del luglio 1969.

Molti di noi, mentre vivevano attaccati alla televisione in bianco e nero quei momenti, hanno pensato al valore storico dell’evento. Lotti non ha scelto di farci vedere le apparecchiature tecniche e scientifiche che hanno permesso questo passo. Ha delegato la sua rappresentazione all’entusiasmo di un uomo, Giuseppe Ungaretti, che con la scienza ha avuto poco a che fare, ma che, senza perdere i gesti del vivere quotidiano, con la sua anima di poeta riesce a trasmetterci l’entusiasmo e l’orgoglio dell’intera umanità.

“Siamo felici di poter riaprire le porte del CIFA con questa mostra di un Autore che, in un periodo come quello che stiamo vivendo, esprime con le sue immagini l’essenza del lavoro del perfetto fotogiornalista, colui che è capace di cogliere con l’occhio e ha la prontezza di fissare con il clic il senso degli eventi (le cronache), il carattere delle persone (i ritratti, appunto), la bellezza dei paesaggi e dell’arte (i reportage) – ha dichiarato Roberto Rossi, Presidente della FIAF.

 

©Giorgio Lotti - Cina, villaggio agricolo
©Giorgio Lotti – Cina, villaggio agricolo

©Giorgio Lotti - Disastro del Vajont, 9 ottobre 1963
©Giorgio Lotti – Disastro del Vajont, 9 ottobre 1963

©Giorgio Lotti - Eugenio Montale, Premio Nobel per la letteratura, riceve la notizia nella sua casa di via Bigli a Milano, 1975
©Giorgio Lotti – Eugenio Montale, Premio Nobel per la letteratura, riceve la notizia nella sua casa di via Bigli a Milano, 1975

©Giorgio Lotti - Franco Zeffirelli davanti alla Basilica di Santa Croce, Alluvione di Firenze, 4 novembre 1966
©Giorgio Lotti – Franco Zeffirelli davanti alla Basilica di Santa Croce, Alluvione di Firenze, 4 novembre 1966

©Giorgio Lotti - Funerali di Winston Churchill, Londra, 1965
©Giorgio Lotti – Funerali di Winston Churchill, Londra, 1965

– via: Art Vibes submission – photo courtesy of: CIFA, credits: ©Giorgio Lotti


Submit a Comment