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Davide Geddo - Il caleidoscopio di emozioni

| On 28, Ott 2013

Intervista a Davide Geddo, cantautore albenganese.

di Annalisa Grassano

INTERVISTA A DAVIDE GEDDO

La Liguria è una terra piena di sole, magica, spettinata, che ha sfornato artisti di grande intensità ed emozione.

Davide Geddo cantautore albenganese al suo secondo album, con “Non sono mai stato qui”, porta avanti a testa alta il buon marchio di fabbrica della sua terra.

Il suo occhio immaginario osserva la vita e la trasforma in canzoni fatte di parole vibratili, pervase da una leggera e strana fascinazione malinconica.

La sua musica è piena di forza, racchiude una coesistenza silenziosa di emozioni contrastanti, il suo caleidoscopico rifletterci è un po’ come guardarsi in uno specchio rotto in mille frammenti.

Ad ogni suo pezzo ci si riscopre nuovamente ad annegare nei ricordi lontani, nello sguardo di un passante che non si è fermato, in quel “ciao” per strada, tra le foglie rosse degli amori passati, in risate giocose.

Il jazz, lo swing, il rock, il folk, l’influenza dei grandi cantautori genovesi, s’incontrano tra le righe della mano di questo musicista e intrecciandosi con le corde della sua chitarra creano un universo musicale unico e originale.

Questo geniale menestrello, dalla voce graffiante canta la vita, la sua, la nostra e ci fa …”stare bene”.


Davide Geddo


Chi vorresti essere se non fossi Davide Geddo?

Il tema dell’identità è fortemente presente nella realtà che mi circonda, nelle mie canzoni e forse anche nel titolo del mio ultimo disco. In verità mi importa poco di ciò che sono e molto di tutto quello che riesco ad essere; ho diversi alter ego che giocano con il mio nome rendendomi sfuggente e confuso.
Nell’era dei social e dei giochi di ruolo il contatto con la realtà è dato solo dai bisogni e dal lavoro; personalmente pertanto vorrei essere una persona slegata da queste ultime catene e vivere finalmente tutta la mia irrealtà e voglia di viaggiare. Detto questo, per il modo con cui affronto la vita, non mi dispiace per niente essere Davide Geddo o quello che ne rimane.

La tua musica non è chiaramente riconducibile ad un’unica ispirazione, la contaminazione è una caratteristica della tua espressione artistica, da cosa nasce questa esigenza di ricerca e sperimentazione?

La riconoscibilità è una scelta coerente ma a me interessa fino a un certo punto; sacrifico ogni personalismo al dio canzone che ritengo debba esprimersi libero da ogni riferimento stilistico e superare solo criteri di validità nel tempo. Nella vita ho ascoltato vagonate di musica di artisti assai diversi e molti mi hanno toccato profondamente; in questo contesto non vedo il motivo per imprigionarmi dentro un monoteismo musicale.


Se dovessi descriverti attraverso una delle tue canzoni quale sceglieresti? Quale credi ti assomigli di più?

La risposta varia nel tempo; sono meno autobiografico di quanto si immagini. Difficilmente parlo di qualcosa che mi accade personalmente; più sovente del mio modo di sentire e vedere in determinate situazioni. Nel momento in cui me lo chiedi una risposta affidabile potrebbe essere “Non sono mai stato qui” per il profondo senso di alienazione che esprime e la sanguinosa sensibilità che rivela.



Davide Geddo

Una canzone che avresti voluto scrivere tu?
“La musica che gira intorno” di Ivano Fossati è la prima di un lungo elenco.

“Stare bene ridere insieme, stare bene crederci sempre.” ma cosa è per te la felicità?

In una canzone di “Fuori dal comune” la descrivo come un vento ma oggi sono più ottimista. Un’idea coerente di felicità è perseguire la propria realizzazione e stare bene. Finché c’è la salute l’uomo è destinato a grandi cose. Il percorso umano è spesso in salita, ma se prendi il ritmo e dosi bene le forze, ti accorgi che più sali più la vita si svela, più il passato diventa piccolo e lontano, più la vista si apre all’orizzonte. Poterne scrivere e sperimentare la credibilità di raccontarlo alle persone è un privilegio che non ti lascia abbattere.

Progetti per il futuro?

Come tutti gli artisti in questo momento soffro la mancanza di prospettive economiche nel cantare e scrivere di musica. Le grandi soddisfazioni personali devono fare i conti con un mercato discografico ormai a brandelli e la crisi economica generale. Se il risparmio me lo consentirà vorrei riuscire a realizzare il mio terzo progetto che sarebbe anche già cantierabile e espandere territorialmente il mio giro di concerti.
Cercherò di essere pronto per quando il vento della musica spirerà di nuovo con adeguata forza nelle mie stesse direzioni.

Ringraziamo Davide Geddo e per maggiori info: myspace.com/davidegeddo

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