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Alessio Alessandra - Il "cantropologo"

| On 30, Giu 2017

Osserva dall’alto il grande formicaio umano intento nel suo affaccendamento quotidiano e trasforma ogni lieve tempesta esistenziale in canzoni intense e decise.

Intervista di Annalisa Grassano


Alessio Alessandra, classe 1979, nasce in provincia di Novara ma presto si trasferisce in Sicilia, una terra che gli resta appiccicata addosso e sente sua da subito.
C’è una bella storia dietro questo giovane cantautore che ama la musica praticamente da sempre e che con la sua scrittura a tinte forti lascia intravedere una parte di sé stesso che racchiude una viva sensibilità.
Avvocato di giorno, cantautore di notte, vive questa sua doppia identità “allenando ora la mente ed ora il cuore” e lasciando che la sua penna e la sua voce facciano tutto il resto.
Si definisce un antropologo della musica o meglio un “cantropologo” che osserva dall’alto il grande formicaio umano intento nel suo affaccendamento quotidiano e trasforma ogni lieve tempesta esistenziale in canzoni intense e decise.
Dopo una lunga esperienza con la “Piccola Orchestra Malarazza“, se ne stacca nel 2011 per intraprendere un percorso prettamente cantautorale, sino ad approdare, nel 2013, con il brano “Signor Caronte”, al primo premio al concorso nazionale della canzone d’autore “Musica Controcorrente”, conquistando la finale del “Premio Bindi”.
Una nuova strada che gli permetterà, ne siamo sicuri, di esprimere al meglio il suo autentico talento e la sua voglia di comunicare e sperimentare in totale libertà.

Si è raccontato in una lunga intervista senza filtro.

 

Intervista ad Alessio Alessandra

Alessio Alessandra
Alessio Alessandra

Quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?

Potremmo dire che la musica, ad un certo punto della mia vita, mi ha intercettato e mi ha dolcemente costretto ad occuparmi di Lei.
Ho cominciato a scrivere canzoni da adolescente, naturalmente con lo spirito e con la scarsa maturità propri di un adolescente. Tuttavia, mi è stato chiaro da subito che la necessità di scrivere canzoni fosse più che un impulso giovanile.

Per rispondere alla tua domanda, l’occasione in cui la musica mi ha “rapito” per la prima volta è stata un concorso liceale, in cui proponemmo una canzone scritta a quattro mani con un compagno.

Scrissi un testo irriverente nei confronti degli stessi docenti che costituivano il nostro pubblico….rischiai una bella sospensione, alla fine scongiurata dall’intervento di altri insegnanti che, evidentemente, condividevano l’invettiva lanciata contro i loro colleghi…..roba da ragazzini pieni di ideali e con scarsa attitudine all’adattamento.

 
 

Cosa ti spinge a scrivere canzoni? Come nasce l’ispirazione?

La vita, semplicemente la vita.
Tutto quello che viviamo ogni giorno stimola riflessioni. Quello che ha fatto di me un cantautore è la mia naturale propensione a trasferire in canzoni le riflessioni indotte dalla vita. E’ tutto molto semplice, se vuoi, persino banale, ma è proprio questa semplicità che fa di me un’artista, non bravo, non geniale, ma certamente puro, autentico, reale, genuino. Le mie canzoni sono pezzi di verità, della mia verità che sento il bisogno di fotografare con un testo ed una musica.
La necessità e l’indifferibilità della scrittura sono un sintomo di tale purezza, non posso non scrivere e devo farlo improrogabilmente. Non voglio dire che scrivo ogni qualvolta sento il bisogno di farlo, no, non è così perché la vita che conduco non mi consente di farlo, ma sentire questa urgenza e, talvolta, anche la frustrazione determinata dal non poterla sempre assecondare, mi fa sentire vivo.
Adesso, forse ho reso le cose un po’ più complicate, chiedo venia.
E poi, non va dimenticato il ruolo della musica. Il piano o una chitarra classica sono lo strumento privilegiato delle mie composizioni, costituiscono la loro primitiva colonna sonora, producono l’atmosfera all’interno della quale posso far viaggiare le mie parole. Ed il pezzo non trova compimento se le parole e la musica non viaggiano nella medesima atmosfera.
Infine, tutto diventa più ricco e più completo con l’ausilio tecnico dei musicisti della mia band, che rappresentano “i sarti” delle mie creazioni. Con loro vengono fuori gli arrangiamenti, il cosiddetto vestito della canzone.

 

Alessio Alessandra, Vincitore 9 ^ Edizione Musica Controcorrente, Signor Caronte

I tuoi testi denotano una profonda sensibilità e una notevole energia, quanto c’è di autobiografico in quello che scrivi?

Ti ringrazio per l’attribuzione di “una profonda sensibilità”. In realtà, sono sensibile solo parzialmente o settorialmente. In altre parole, credo la mia natura mi spinga inesorabilmente a rivolgere particolare attenzione a quegli aspetti della nostra esistenza che hanno a che vedere con l’essere uomo all’interno della società, ai suoi comportamenti e, soprattutto, ai suoi vizi e alle sue debolezze. Sono una specie di antropologo della musica, un “cantropologo” insomma, non farci caso, i parolieri hanno la brutta abitudine di coniare neologismi.
Di autobiografico si potrebbe dire che c’è tutto e niente nelle mie canzoni.
Non scrivo, quasi mai, storie che raccontano di me, ma al contempo, tutte le tematiche affrontate sono tratte da vita vissuta, quasi mai trovano linfa in altre sfere, nella metafisica o nella letteratura, e di rado sono storie di pura invenzione.


Oltre alla carriera di cantautore, porti avanti con successo anche una carriera forense, ci vuole più estro a fare il cantante o l’avvocato?

Sì, sono un penalista e, nel fare il mio lavoro, l’estro aiuta senz’altro.
Al di là di questo elemento comune, però, non credo sinceramente ci siano altri legami con il mondo della musica, o almeno così io preferisco vivere queste due parti di me.
Sono due parti che si incrociano ogni giorno ma senza mai rivolgersi la parola. Sì, è vero, nelle mie canzoni parlo spesso di giustizia, ma la mia fonte di ispirazione non è la fallibile giustizia delle aule di tribunale, piuttosto l’altrettanto fallibile giustizia del mondo, delle strade e delle nostre case.
Per farla breve, mi sento di compendiare la mia risposta dicendoti che, facendo l’avvocato tengo allenata la mia mente e, facendo il cantautore tengo allenato il mio cuore.

Alessio Alessandra
Alessio Alessandra – Photo credits: Mariangela Siragusa

Che cosa non funziona secondo te nell’attuale mondo musicale?

L’attuale mondo musicale è nient’altro che l’attuale mondo a cui si aggiunge l’aggettivo “musicale”.
Voglio dire che nella musica si riscontrano tutti gli stessi problemi che si avvertono nella società intera, in tutti i suoi settori.
C’è una grande crisi nel mondo e, specialmente, in Italia, ma si tratta di una crisi culturale, da cui deriva tutto il nostro decadimento.
La società attraversa una fase di regressione in termini di pudore, di decenza, di competenza, di serietà.
Il consumismo è certamente il grande responsabile di tutto questo, ma il consumismo è una parola nonché un fenomeno, creato dall’uomo. Pertanto, ancora una volta il vero responsabile è l’uomo e il suo maledetto denaro.
Quanto alla musica in modo particolare, come ho detto in tante occasioni, in Italia c’è tanta buona musica ma la pochezza intellettuale degli artefici dell’industria musicale preferisce ignorarla, perché l’economia che questi hanno messo in piedi è fondata sulla creazione ad arte di pedine usa e getta di scarso valore artistico, ma con grandi potenzialità produttive in termini economici.
E’ un po’ come investire sulle macchine che sono uguali a sé stesse ed, in quanto tali, assicurano uno standard. Viceversa, investire su risorse umane intelligenti è troppo rischioso.
In Italia, insomma, il grande problema della musica è la distanza abissale tra gli imprenditori della musica e i musicisti, la profonda incompatibilità tra chi la musica la vende e chi la musica la fa.


Ringraziamo Alessio Alessandra per la grande disponibilità e vi ricordiamo che potete aiutarlo a realizzare il suo primo disco partecipando anche voi alla campagna di crowdfunding sulla piattaforma Musicraiser. Metti il tuo “zampino” nel progetto: ad ogni contributo una ricompensa.


– images via: facebook.com/pages/Alessio-Alessandra


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