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Violenza sulle donne - Io non mi rassegno

Violenza sulle donne – Io non mi rassegno

| On 25, Nov 2016

Basta parlare di violenza sulle donne se non si fa niente per sradicare tutto quell’insieme di cliché, credenze, stereotipi, “malaeducazione”, convinzioni.

di Annalisa Grassano


Picture: Illustrazione di ©Annalisa Grassano.


“Ma hai visto che minigonna se l’è cercata”, “Se ha bevuto troppo e magari ha preso qualcosa se l’è meritato”, “Dai ma quella è un po’ puttana altro che violenza gli è piaciuto”, “Ma che pensava quando è salita a casa sua, di giocare a carte” potrei andare avanti all’infinito in questa fiera di commenti vergognosi, presi a caso dal web.

Ora basta non possiamo più tacere, non possiamo più accettare tutto questo ancor più perché molti di questi squallidi commenti provengono proprio da donne.
Siamo vittime di una società fallocentrica che ci vuole da sempre rassegnate al nostro destino di prede, e non fa altro che inspessire quei cliché desueti sul mondo femminile che condizionano le coscienze meno attente.
Molte donne che hanno subito violenza si sono arrese a tutto questo, non hanno mai denunciato i loro carnefici, per paura di essere considerate delle poco di buono o peggio perché attanagliate dai sensi di colpa.

Forse è questa la violenza peggiore che si unisce al vile atto dell’orco di turno, una società malata che induce le donne a sentirsi colpevoli di un eventuale stupro.All’orrida brutalità dell’esperienza vissuta e alla malvagità di chi l’ha compiuta, si aggiunge anche l’ignoranza bieca di un sistema di valori completamente sballato.
Partiamo da qui, scardiniamo questo sistema, insegniamo ai nostri figli maschi a rispettare le nostre figlie femmine.
Più volte mi è capitato di sentire mamme inorgoglite dalla capacità amatoria dei propri figli, che vengono lodati per aver più di una “amichetta” in contemporanea ( di solito affermazioni di questo tipo sono abbinate ad un sornione e malizioso sorrisetto e colpetto sulla spalla o sul mento.)

A quella tipologia di mamme mi viene da dire “Ma che diamine state insegnando ai vostri figli? A considerare il proprio valore in base a quante donne riusciranno a portarsi a letto? Ma non vi rendete conto che quegli stessi figli finiranno con il credere che è veramente così, svaluteranno il mondo femminile, trasformeranno le donne in numero, in oggetto, in merce.”

E dal concetto di merce al concetto di puttana il passo è breve.
Quante volte vi è capitato di sentire questa parola? Se una donna è troppo appariscente è una puttana, se è cattiva è una puttana, se è troppo espansiva è una puttana, se lascia un uomo è una puttana, se tradisce è una puttana, se è troppo bella è una puttana, ma lo è anche se è troppo intelligente e potrei andare avanti ancora a lungo.
Puttana sempre e comunque, e la cosa grave è che molte volte questo termine non viene usato solo dagli uomini ma anche dalle stesse donne, che in alcuni casi hanno assorbito la mentalità più becera e maschilista.

Insomma basta, basta parlare di violenza sulle donne se non si fa niente per sradicare tutto quell’insieme di cliché, credenze, stereotipi, “malaeducazione”, convinzioni.

Io oggi non mi rassegno, io oggi lotto, io oggi non strizzo gli occhi alla paura, io oggi urlo Basta con tutto il fiato che ho in gola.
Urlo basta per tutte quelle donne che con coraggio combattono la propria battaglia, per tutte quelle che purtroppo non ci sono più, per le donne che amo, per le madri, per le figlie e sì, anche e soprattutto per te.


Comments

  1. MPia

    Annalisa, sei un mito! Sono sempre più orgogliosa di essere tua…”amica”. Sei bravissima!!

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