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Tra dramma e speranza "The Swimmers" è un film da vedere e rivedere

Tra dramma e speranza “The Swimmers” è un film da vedere e rivedere

| On 24, Dic 2022

Sport, guerra, determinazione, sofferenza: la vera e sconvolgente storia delle nuotatrici siriane Yusra e Sara Mardini, raccontata in una pellicola diretta da Sally El Hosaini.

di Redazione Art Vibes


Picture: Frame da “The Swimmers“. courtesy of: Netflix


Finché li abbiamo visti abbandonati sulle spiagge o appesi ai monumenti di mezza Europa attraverso le installazioni di Ai Weiwei, sono sicuro che non siamo riusciti a comprenderne per intero la portata del messaggio, eppure ogni singolo giubbotto di salvataggio arancione nasconde la storia di una persona che fugge, nasconda la tragedia umanitaria di chi non viene accolto, nasconde la crudeltà dell’uomo che mercanteggia con le vite umane, nasconde la speranza di chi accoglie con amore i cosiddetti “rifugiati”.

In mezzo c’è sempre il mare, un mare che divide, un mare che accompagna, ma che inghiotte, un mare che fa paura quando il suo blu diventa fitto fitto e il nero della notte spegne le speranze di chi scappa.

Personalmente avevo cominciato a comprendere l’entità della tragedia umana in atto nel Mediterraneo avvicinandomi al progetto di accoglienza messo in atto sull’isola di Lesbo. Qui mi avevano molto colpito le iniziative benefiche e di solidarietà della Ong Movement on the Ground, una missione di assistenza in continua evoluzione grazie al supporto della comunità locale, con il fine di creare un ponte umano e sociale tra cittadini e rifugiati.

Quelle montagne ammassate di giubbotti di salvataggio, quella macchia colorata, seppur stinta e sbiadita, mi è capitata di rivederla per caso pochi giorni fa all’interno di “The Swimmers” (Le Nuotatrici), film distribuito da Netflix, una visione che mi ha coinvolto, rattristato, emozionato.

 

The Swimmers | Official Trailer | Netflix. video courtesy of: Netflix

Una storia vera che merita di essere raccontata perché solamente con la verità dei fatti si può far capire la durissima realtà che i rifugiati sono costretti ad affrontare.
Una narrazione biografica che segue il percorso dell’astro nascente del nuoto olimlpico Yusra Mardini e di sua sorella Sara, dapprima in Siria, poi in Germania, stato che le accoglie a seguito di un peregrinare drammatico.

Yusra e Sara sono due ragazze come tutte le altre, vivono in famiglia a Damasco, e condividono la grande passione per il nuoto, passione ereditata dal padre, ex grande nuotatore. E’ il conflitto civile siriano a scombussolare le loro vite, spingendole a scappare verso l’Europa, abbandonando amici, genitori e una sorella più piccola.

Da Damasco a Istanbul, fino all’imbarco sulle coste turche, nelle mani di scafisti e trafficanti di esseri umani senza alcuno scrupolo. A bordo di un piccolo gommone si ritrovano in tanti, famiglie, madri, neonati, giovani, un numero di persone troppo alto per non rendere precario un gommone già sgangherato.

Così il natante comincia ad imbarcare acqua nel bel mezzo dell’Egeo e solo grazie al coraggio di Yusra e Sara, che forti delle loro doti agonistiche legate al nuoto, si lanciano in mare per alleggerire e trainare l’imbarcazione, tutti riescono a salvarsi e ad approdare sulle rive di Lesbo.

Da qui parte il lungo viaggio per raggiungere la Germania, un viaggio pieno di insidie, soprusi, freddo, trappole, che le fa dapprima arrivare in Ungheria e poi quasi inaspettatamente caricate su un bus in direzione Berlino.

Nella capitale tedesca le due sorelle e il cugino vengono collocati in un grande hub, dove vengono schedati e gli viene garantito vitto e alloggio.

In questa condizione di stasi che rischia di proseguire per lungo tempo, Yusra avverte la mancanza del nuoto, l’odore della piscina, la competizione, e capisce di non poter esaudire il suo sogno: partecipare alle olimpiadi di Rio in rappresentanza dello stato Siriano.

Con caparbietà convince un ex nuotatore olimpico tedesco ad allenarla e questo incontro determinerà la buona riuscita della sua missione. Rappresentare la Siria a Rio non è possibile a casa della guerra che imperversa nel paese, così Yusra con i suoi incredibili tempi in vasca, si aggiudica di diritto un posto nella nazionale rifugiati e sarà lei a correre i 100 metri farfalla alle olimpiadi.

Il finale lo potete immaginare, perché quando sacrificio, sofferenza e determinazione confluiscono in un’unica anima di giovane ragazza pura, il risultato non può che collimare con la vittoria.

Unica nota negativa della storia: se Yusra era riuscita a cavalcare l’onda del nuoto, la sorella Sara aveva trovato in Europa la sua nuova identità, una ricerca che la porta a prendere la difficile decisione di tornare a Lesbo per cooperare con un’organizzazione ai fini di offrire assistenza ai rifugiati. Ebbene, qualche tempo dopo Sara è stata condannata insieme ad altri dal tribunale greco in quanto accusata di favore l’immigrazione clandestina. Il processo è tutt’ora in corso, si attendono sviluppi in merito.

Vi consiglio di ritagliarvi uno spazio per vedere questa pellicola diretta e co-scritta da Sally El Hosaini, no è un caso infatti se alla sua proiezione al Festival di Toronto sia riuscita ad ottenere 4 minuti ininterrotti di applausi.

A volte basta un input per ribadire a tutti noi quanto siamo fortunati a vivere in una zona in pace. Grazie Yusra e Sara perché la vostra vita rappresenta un simbolo di speranza e ottimismo verso il futuro.

 

Tra dramma e speranza The Swimmers è un film da vedere e rivedere
Tra dramma e speranza The Swimmers è un film da vedere e rivedere

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