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“Non c’è speranza” così ha detto un amico guardandomi fissa negli occhi “questo mondo non può cambiare, ormai è troppo tardi.”
E dopo aver provato più volte a convincerlo del contrario, è successo l’irreparabile…è stato lui a convincere me.
Forse è vero, viviamo in un pantano che ci farà affondare sempre di più, togliendoci ogni possibilità di estro e conoscenza.
Chiusi nelle nostre gabbiette di piccioni, fatte di ruoli precostituiti, intontiti e ammansiti abbiamo finito col rassegnarci a queste esistenze annegate nell’apparenza.
Ecco perché comprare, spendere e ricomprare ci sembra un buon modo di trascorrere questo nostro tempo, per sentirci completi, totalmente appagati, intrappolati in un presente senza memoria che ripete se stesso all’infinito.
I media ci stracciano il pensiero e noi come zombie continuiamo ad accenderli con l’assonnata consapevolezza che ci spegneranno, lentamente, giorno dopo giorno, non c’è fretta, per annientare l’uomo ci vuole il giusto tempo.
Nella serialità di un’epoca che ragiona con una logica da zoo, diventiamo tutti cloni dalle labbra protruse intenti a fare selfie, per ricordarci che esistiamo.
All’ennesimo scatto la mia domanda è sempre la stessa: C’è ancora speranza?
Non trovo una risposta, perché tu stesso sei la risposta, proprio tu che ora stai leggendo queste poche righe.
Quello che deciderai di essere, di fare, di raccontare, di seguire, di amare, di vivere ogni giorno, solo questo farà la differenza.
E ora so bene cosa starai pensando, ti starai domandando se possa aver senso provarci.
Ovviamente non posso darti una risposta, però tu puoi, e forse la tua è l’unica che valga veramente la pena ascoltare.
C'è ancora speranza?
Annalisa Grassano | On 05, Feb 2015
Nella serialità di un’epoca che ragiona con una logica da zoo, diventiamo tutti cloni dalle labbra protruse.
di Annalisa Grassano
“Non c’è speranza” così ha detto un amico guardandomi fissa negli occhi “questo mondo non può cambiare, ormai è troppo tardi.”
E dopo aver provato più volte a convincerlo del contrario, è successo l’irreparabile…è stato lui a convincere me.
Forse è vero, viviamo in un pantano che ci farà affondare sempre di più, togliendoci ogni possibilità di estro e conoscenza.
Chiusi nelle nostre gabbiette di piccioni, fatte di ruoli precostituiti, intontiti e ammansiti abbiamo finito col rassegnarci a queste esistenze annegate nell’apparenza.
Ecco perché comprare, spendere e ricomprare ci sembra un buon modo di trascorrere questo nostro tempo, per sentirci completi, totalmente appagati, intrappolati in un presente senza memoria che ripete se stesso all’infinito.
I media ci stracciano il pensiero e noi come zombie continuiamo ad accenderli con l’assonnata consapevolezza che ci spegneranno, lentamente, giorno dopo giorno, non c’è fretta, per annientare l’uomo ci vuole il giusto tempo.
Nella serialità di un’epoca che ragiona con una logica da zoo, diventiamo tutti cloni dalle labbra protruse intenti a fare selfie, per ricordarci che esistiamo.
All’ennesimo scatto la mia domanda è sempre la stessa: C’è ancora speranza?
Non trovo una risposta, perché tu stesso sei la risposta, proprio tu che ora stai leggendo queste poche righe.
Quello che deciderai di essere, di fare, di raccontare, di seguire, di amare, di vivere ogni giorno, solo questo farà la differenza.
E ora so bene cosa starai pensando, ti starai domandando se possa aver senso provarci.
Ovviamente non posso darti una risposta, però tu puoi, e forse la tua è l’unica che valga veramente la pena ascoltare.
– images via: erdalinci.tumblr.com
– images credits: © Erdal Inci
Erdal Inci – Clones project
Vi proponiamo il progetto dell’artista Erdal Inci che ha realizzato una serie di GIF animate dall’effetto ipnotico, cloni inquietanti rappresentano simbolicamente l’omologazione di una società che ci vuole schiavi di un pensiero vuoto e uniforme. Per maggiori informazioni visitate il suo profilo Tumblr.
Erdal Inci – Clones project
Erdal Inci – Clones project
Erdal Inci – Clones project
Further reading:
– Leaos website: leaos.com
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