Andrea Loreni - Presenza e autenticità
Annalisa Grassano | On 03, Mag 2017
Zen e funambolismo: intervista al funambolo filosofo.
di Annalisa Grassano
A passi lenti attraversa una lunga fune di acciaio, il suo volto aguzzo di quarantenne è concentrato ma non teso appare luminoso, come gli occhi azzurri e infiammati da una una luce inesplicabile e bellissima.
Lui è Andrea Loreni, un filosofo che di mestiere fa il funambolo. Non ho mai conosciuto una persona capace di imprese tanto ardite, eppure credo che la sua non sia solo una questione di coraggio ma anche di natura.
Andrea sembra nato su quella fune, è leggero, e mai guardandolo penseresti a quanto sudore e fatica possa celarsi dietro ogni più piccolo movimento, ogni passo nasconde una profonda battaglia interiore, una battaglia tra la mente e il corpo, una battaglia contro il vento dei pensieri per arrendersi al presente.
Lui fa sembrare tutto facile anche se di facile c’è ben poco, a guardarlo con il naso all’insù per un attimo ti sembra semplice anche la tua vita e in fondo “…che cos’è la vita se non una serie di piccoli passi. Solo facendone uno alla volta si può sperare di mantenerne il controllo”.
Abbiamo avuto il grande piacere di intervistarlo, ecco cosa ci ha raccontato:
Andrea Loreni – Portrait by Silvio Porzionato
INTERVISTA AD ANDREA LORENI
Ci vuole più coraggio a camminare su una fune o ad inseguire il proprio sogno nonostante tutto e tutti?
Sia nel camminare sulla fune che nell’inseguire il proprio sogno i limiti maggiori me li sono messi io stesso. Camminare sul cavo in un certo senso è più facile poiché il rischio è esplicito, non può essere negato dalla mente ingannevole; vivere il proprio sogno invece è difficile perché la percezione del rischio insito nel non viverlo è minore: ci raccontiamo che possiamo anche non seguire la nostra strada tanto non è poi così grave o appunto rischioso. Sottovalutiamo il rischio di una vita non autentica.
Come ti prepari ad una traversata?
La maggior parte della preparazione è mentale, consiste nell’allenarsi ad accogliere ciò che c’è, nel rimanere presenti di fronte alla paura, al vuoto, al cambiamento, invece di rifuggire.
In altre parole mi alleno al presente, a non ascoltare la mente che tende a farmi andare al passato o al futuro, ma concentrarmi su ciò che vive il corpo. Molta meditazione zen e esercizio fisico lento, tipo Tai chi, per affinare le percezioni del corpo.
Andrea Loreni – Zen e Funambolismo
Parlaci di “Zen e funambolismo”, il tuo prossimo progetto in Giappone
“Zen e funambolismo” è un progetto composito. Ad agosto realizzerò una camminata funambolica, su un cavo di acciaio teso in un tempio zen giapponese, a Okayama.
Da dieci anni pratico la meditazione zen e da 10 anni cammino su cavi tesi a grandi altezze, e ho scoperto che per me sono entrambe strade di ricerca, tentativi di accesso all’assoluto che giace in fondo a tutte le cose. In occasione di un periodo di pratica della meditazione zen al tempio Sogen-ji a Okayama sono stato invitato a stendere uno dei miei cavi sopra il lago del tempio e, in occasione dei festeggiamenti per il compleanno del Roshi – il maestro – ad attraversare il lago in equilibrio su quel cavo.
Il desiderio di raccontare questo viaggio e di condividere l’avventura, mi ha spinto a coinvolgere in questo progetto le persone interessate, e, attraverso una campagna crowdfunding, a realizzare anche un film-documentario.
Il film-documentario racconterà di come sono arrivato laggiù, di come nonostante la paura si possa camminare su un cavo e seguire il proprio sentiero per quanto sia stretto e rischioso. Più il sentiero è stretto più è rischioso più richiede la nostra dedizione, la nostra concentrazione su ogni singolo passo, fino a scoprire che ogni singolo passo è la meta.
Zen e funambolismo due discipline più vicine di quanto si possa pensare?
Per me molto molto vicine: tutte e due vie di accesso al vuoto. Per camminare sul cavo la mente e i processi razionali di interpretazione della realtà non sono più funzionali, la mente logica è troppo lenta per gestire quella situazione rischiosa, innaturale e nuova, c’è bisogno di azioni immediate ossia non mediate dalle sovrastrutture razionali, così si ha la fusione del mio essere con ciò che sto facendo. Sul cavo sono esattamente ciò che sto facendo, sono solo qui e ora, che è il modo di vivere autenticamente tipico dello zen. Oltre il mio io razionale c’è il vuoto, il vuoto gravido e fecondo, origine dell’essere.
Zen e Funambolismo – video courtesy of: Andrea Loreni – high wire walker
La gente che dal basso osserva il funambolo vive un autentico momento di presenza. Hai mai pensato al valore (anche spirituale) che una tua esibizione può avere sulle persone?
Dopo molte traversate e molti feedback da parte del mio pubblico, mi sento di poter parlare di un aspetto trasformativo della mia traversata. Quando sono arrivato in piazza a Pennabilli, la traversata più grande che abbia fatto: lunghezza 250 metri per 90 m di altezza, sono stato accolto da un paese intero in lacrime. Penso che nella semplicità del mio gesto, camminare da qui a lì, e nella necessaria densità richiesta per questa camminata, si possa vedere presenza e autenticità. Penso che il mio atto artistico arrivi perché lassù sul cavo non ci sono più io Andrea Loreni con le mie istanze relative e personali, e facendomi da parte, sospendendomi divento un passaggio per qualcosa di più grande che riesce a comunicare con chi mi guarda perché in fondo è l’essere che sta sotto tutte le cose. Siamo molto più di quello che crediamo e possiamo fare molto più di quello che pensiamo, se non abbiamo paura di avere paura.
Andrea Loreni – Zen e Funambolismo
Che cos’è la paura?
All’inizio era un urlo, poi un flusso di parole, poi un bisbiglio, sempre presente certo ma ora mi sono abituato ad averla ed è diventata un attrezzo che uso per stare attento, per avere il corpo dell’animale, del gatto, capace e pronto a reagire.
La fune mi è sempre un po’ sembrata la metafora della vita, passo dopo passo alla ricerca di equilibrio con il bilanciere che pende ora dal lato delle passioni ora da quello della ragione, il tuo verso cosa pende?
Sul cavo come nella vita la maggior parte del tempo si tratta di gestire il disequilibrio. Poi ogni tanto succedono momenti di perfetto equilibrio in cui tutto è immobile e io sono in ogni luogo, sono momenti di armonia che mi fanno capire che c’è l’equilibrio oltre il disequilibrio, che c’è per noi la possibilità di essere in armonia con il tutto.
Sono sempre stato molto nella testa, nel ragionamento, mi sono laureto in filosofia alla ricerca della verità logica, della ragione, poi ho scoperto che ancora mi mancava qualcosa, che quello che avevo non poteva essere tutto. Così alla fine sono giunto attraverso il cavo a conoscere un altro tipo di verità: quella dell’essere, del fattuale, una verità che più che conoscersi con la testa si vive con il corpo.
Ora la mente continua a parlare tanto e a voler affermare le sue istanze, ma col tempo mi sono abituato a non ascoltarla troppo e a lasciare spazio alle sensazioni. Cerco l’autenticità più che la verità.
Andrea Loreni – Showreel – video courtesy of: Andrea Loreni – high wire walker
Che cos’è la bellezza?
Un’occasione di abbandono, una porta di accesso all’autenticità. Se siamo capaci di perderci di fronte alla bellezza, senza paura, senza pensieri, ecco che abbiamo lasciato andare le nostre sovrastrutture mentali per congiungerci all’essere unico.
“Stare di fronte ad un ciliegio in fiore
come di fronte all’abisso
per stare di fronte all’abisso
come davanti ad un ciliegio in fiore.”Andrea Loreni
Ringraziamo Andrea per il tempo e la disponibilità e ricordiamo che è possibile sostenere attivamente il suo progetto contribuendo alla campagna crowdfundinfg su Eppela.
– photo courtesy of: © Andrea Loreni
– Further reading:
– website: ilfunambolo.com
Submit a Comment