We Will Design: tra micro-utopie e istituzioni fantastiche - BASE Milano
Redazione Art-Vibes | On 06, Giu 2022
Immaginare, attraverso il design, nuovi strumenti, pratiche ed esperienze come risposta alle tante contraddizioni del presente.
di Redazione Art Vibes
– Picture: Exhibit – Matthieu Henry, Human Mould, BASE – Photo Cartacarbone.
Fino al 12 giugno 2022 BASE presenta la seconda edizione di “We Will Design”: un laboratorio sperimentale con designer da tutto il mondo, scuole, università, istituzioni internazionali e giovani studenti per immaginare, attraverso il design, nuovi strumenti, pratiche ed esperienze come risposta alle tante contraddizioni del presente.
Economia circolare, biodiversità, processi di co-progettazione, nuovi approcci all’apprendimento e dispositivi individuali saranno al centro dei tre macro-progetti a cura di BASE per il Fuorisalone.
– Temporary home: casaBASE – la guesthouse di BASE – si trasformerà anche quest’anno in una residenza sui generis dove cinque designer internazionali provenienti da Francia, Germania, Inghilterra, Olanda e Italia sono chiamati a sviluppare i propri progetti e a lavorare su nuovi modi di abitare il futuro.
– Exhibit: uno spazio di ricerca su larga scala, che riunisce progetti ed installazioni a cura di università italiane e internazionali, collettivi multidisciplinari, designer e giovani talenti per riflettere su nuovi approcci di apprendimento, cimentandosi con le sfide del nostro tempo.
– They Will Design: un cambio di prospettiva da “We” a “They”, uno spazio in cui i giovani prendono il potere per esplorare ed esporre la loro idea di futuro, immaginando un nuovo concetto di “istituzione” a partire dalla dimensione fantastica.
Exhibit – Accademia di Design e Arti Visive Abadir e Analogique, W.E.L.(L)! – Work, Enjoy, Live, Love – Four coordinates of human existence – BASE, photo Cartacarbone
Un “oggi” in cui andare a ripensare agli sfaldamenti, alle dicotomie che creano conflitto, per capire come lo spazio dove le cose fanno attrito possa diventare terreno fertile in cui generare creatività. E ancora, chiedersi: qual è il ruolo del design in questo scenario contemporaneo controverso?
In un momento storico di grandi incertezze e di fronte al fallimento delle grandi utopie, anche le piccole idee visionarie, radicali e a tratti folli, possono diventare il buon senso di domani. La micro-utopia diventa “dispositivo” per spostare l’ideale dall’astratto e concretizzarsi nella politica, nella nostra vita sociale e quotidiana.
Dall’economia circolare alla biodiversità come risorsa creativa, dai processi di co-progettazione alla casa del futuro, dai nuovi approcci all’apprendimento fino alla creazione di inediti dispositivi di salvezza ad opera dei singoli.
Entrando più nel dettaglio, anche quest’anno casaBASE – la guesthouse di BASE – diventa Temporary home e si trasforma in una residenza sui generis per cinque giovani designer provenienti da Francia, Germania, Inghilterra, Olanda e Italia, invitati a riflettere in particolare sul tema dell’economia circolare. 5 stanze offriranno così una visione su 5 scenari all’avanguardia, diventando per una settimana allo stesso tempo casa e luogo di sperimentazione dei designer, che qui svilupperanno, esporranno e racconteranno i propri progetti al pubblico.
In particolare, la designer e ricercatrice tedesca Rebecca Schedler, in collaborazione con Goethe-Institut Mailand, presenta “Symbiopunk”, un bioreattore e sistema di compostaggio che converte le feci umane in hummus fertile, mostrando come i rifiuti umani possano diventare preziosi non solo per la coltivazione ma anche per il ciclo della natura in generale.
Temporary Home – Goliath Dièvre, The Big Assembly, BASE – Photo Cartacarbone
Con “Proposals for a Prevailing World – Vol.I” il designer olandese Joppe Broers propone invece una mappatura di tutte le specie estinte conosciute dal 1800 in poi, per riflettere sulla rapida urbanizzazione del pianeta.
In “The Big Assembly” il designer e scenografo francese Goliath Dyèvre, in collaborazione con Institut français Milano – Institut français Paris, si interroga sulla natura stessa dell’innovazione attraverso la trasformazione dei materiali presenti nella nostra vita quotidiana. Collegati tra loro, questi materiali, dai più innocui ai più complessi, diventano a loro volta oggetti singolari prodotti in pezzi unici funzionali o scultorei che saranno esposti anche all’interno di Exhibit.
Con “The Growing Sneakers” l’eco-social designer italiano Nicholas Rapagnani, in collaborazione con i laboratori FaST Lab della Libera Università di Bolzano ed il brand Salewa (gruppo Oberalp), riflette sul ciclo di vita delle scarpe da ginnastica per trovare soluzioni più sostenibili attraverso “growing materials” (materiali che crescono). Il focus del progetto è la sperimentazione di materiali organici a base di micelio in laboratorio come risposta all’attuale produzione di massa.
Eleni Michael e Kaajal Modi, designer selezionate da una giuria internazionale in collaborazione con British Council all’interno del loro programma Circular Cultures, presentano il progetto “Intercultural’ design: multispecies collaborations in the kitchen” per invitare il pubblico a esplorare le culture alimentari circolari in cucina: grazie alle loro conoscenze sulla fermentazione alimentare utilizzeranno i rifiuti alimentari di casaBASE per sperimentare cibi e bevande che i visitatori potranno degustare all’interno dell’installazione.
Durante tutta la settimana le stanze-atelier di casaBASE saranno aperte al pubblico, che potrà osservare i processi di lavoro e dialogare con la comunità residente.
Anche per questa edizione di “We Will Design”, il primo piano di BASE ospiterà Exhibit, una grande mostra che raccoglie i lavori di designer emergenti, studi di progettazione, accademie e università, diventando luogo di ricerca e sperimentazione con uno sguardo rivolto alle nuove prospettive del design. Ci saranno progetti a cura di importanti realtà internazionali, tra i quali: Tecnológico de Monterrey che presenta una collezione di vasi scultorei ispirati alla vita quotidiana della Città del Messico e alla cultura popolare del Paese realizzati da un gruppo di studenti guidati dal designer Joel Escalona e dal gallerista di design Montserrat Castañón, insieme al progetto “Poesía Electrónica” – a cura di Fragments & Forms, Phil Balgatas, Eric Perez e José de la O – per riflettere sull’utilizzo e sul ruolo della tecnologia nel design tradizionale.
Exhibit – studio.traccia, Atti Fondamentali, BASE – Photo Cartacarbone
The Swedish school of textiles – University of Borås con una mostra incentrata sull’innovazione tessile che presenta una serie di manufatti realizzati da nuova generazione di designer pronti a sfidare l’esistente, proponendo nuove visioni di prodotto filtrate dai progressi dei materiali tessili; il network IED che presenta al pubblico “Absolute Beginners”, un progetto collettivo di dialogo, scambio e contaminazione che ha coinvolto centocinquanta studenti di corsi diversi appartenenti alle sedi del Gruppo in Italia, Spagna e Brasile.
L’installazione è l’espressione di un metodo progettuale che ha dato voce ad un dialogo fra giovani designer, debuttanti assoluti di oggi, e dieci donne dai saperi diversi considerate absolute beginners per il loro pensiero visionario; un gruppo indipendente di studenti laureati alla Royal College of Art di Londra che raccontano loro ultimi progetti all’interno della mostra “Support Systems“. A questi si affiancheranno i lavori proposti da alcuni fra i più prestigiosi centri di formazione italiani, come RUFA – Rome University of Fine Arts, il NID – Nuovo Istituto di Design di Perugia che propone “Deruta Revolution” un progetto – a cura degli studenti del corso di Product Design condotto da Sara Ricciardi – che fonda le sue radici nel territorio umbro e che propone la rivisitazione dell’Alberello, un contenitore usato in passato, per conservare spezie e medicinali nelle antiche farmacie e Analogique che, in collaborazione con l’Accademia di Design e Arti Visive Abadir di Catania, presenta il progetto “W.E.L.(L)! – Work, Enjoy, Live, Love – Four coordinates of human existence“, un contenitore di argomenti, eventi ed azioni possibili per ripensare le sfere della nostra vita in funzione di quattro coordinate che abbracciano l’intero corso delle nostre esistenze.
Numerosi anche i designer italiani e internazionali che espongono i loro progetti e installazioni nei grandi spazi di BASE: il designer ipovedente Simon Dogger insieme al designer normodotato Boey Wang presentano “Design Beyond Vision”, un’esperienza interattiva che propone un modo inclusivo e diversificato di pensare al design, da una prospettiva non visiva offrendo la possibilità di sperimentare diversi strumenti di progettazione, inclusi il senso del tatto e l’olfatto; Anna Baldocchi propone “Malerba”, un “atlante umano” in forma di documentario che traccia i confini linguistici e le divisioni culturali dell’Italia; la social designer Francesca Tambussi presenta “Hyperburgers”, un supermercato innovativo interamente gestito dai consumatori; in “Panta Rhei” l’artista e designer indipendente Hi Kyung Eun esplora invece alcuni concetti della tradizione culturale coreana e la tecnica del macramè, dando nuova vita a materiali di scarto come le ceramiche acquistate in un negozio dell’usato; IPER-collettivo presenta due installazioni “Micromegàsuoni”, installazione site-specific che instaura un dialogo tra paesaggio urbano e naturale, prodotta da NAM-Not A Museum, il programma di arte contemporanea di Manifattura Tabacchi, nel contesto della prima edizione di residenze d’artista SUPERBLAST e “Plastic Landscape”, un dispositivo tattico che parla di riciclo e invita a pensare a nuovi usi degli spazi.
Matthieu Henry presenta il progetto “Human Mould” che, attraverso la sedia, riflette sulla relazione tra oggetto, creatore e utente; Valentine Maurice analizza l’insonnia come fenomeno contemporaneo dal punto di vista della generazione Z con “The Paradoxical Screen”; “Games we’ll never play” dei designer italiani Giulio Bordonaro e Nicoletta Gomboli è invece una ludoteca nell’epoca delle macchine intelligenti; il media artist e interaction designer Adarsh Nellore presenta due progetti dedicati all’intersezione tra media digitali, tecnologia e scultura per riflettere sulla relazione tra l’evoluzione umana e l’evoluzione dell’intelligenza non umana.
Il designer olandese Kim van den Belt presenta “Kaia”, progetto che sviluppa nuovi filtri sostenibili per la CO2 realizzati con le alghe, mentre 4F.STUDIO (Joshua Kelly e Kim van den Belt) propone “The Lighthouse”, un innovativo bioreattore a cianobatteri; Johanna Reymann con il progetto “Left Behind” invita il pubblico a una riflessione sulla quantità di rifiuti generati dai processi produttivi di semplici oggetti, come i tradizionali zoccoli olandesi; in “Playfulness” la designer tedesca Sophia Schullan raccoglie una serie di installazioni giocose per trasformare banali routine quotidiane e oggetti domestici ordinari in nuove fonti di ispirazione e creatività; in “Mitosis” il designer francese Thibault Dupille dà nuova vita a oggetti fisicamente danneggiati con l’aiuto di una stampante 3D, ispirandosi alla natura dove alcune specie sono in grado di rigenerare autonomamente parti del corpo.
“The future is in the making” è invece la mostra collettiva a cura della Romanian Design Week – con i progetti di co/rizom, Megan Dominescu, Radu Abraham, Simina Filat e UAU – incentrata sui processi sostenibili e sulla concezione del design, a partire dalle attuali problematiche sociali e ambientali.
Bolaero presenta “Bolaero 0.1”, la sua prima collezione disegnata da Tommaso Mirabella Roberti che propone una linea di mobili leggeri, flessibili e sostenibili, costituiti da singole parti gonfiabili che possono essere assemblate in diverse configurazioni adattandosi alle esigenze dell’utente e a un ambiente in continua evoluzione.
Studio Formosa propone al pubblico “Supernatural Collection”, una serie di candelieri caratterizzati da una natura a metà tra il fisico ed il digitale. La forma degli artefatti, creata da un algoritmo generativo che simula il modello di crescita di elementi naturali come coralli e radici, viene materializzata attraverso una tecnica di stampa 3D.
They Will Design – BASE – Photo Andrea Consonni
Ad ogni pezzo fisico è associato un certificato digitale registrato su blockchain (NFT), che garantisce l’unicità e l’autenticità dell’oggetto. “Sound of touch” è invece il progetto a cura dell’artista designer Edern Janneau: una serie di piccoli strumenti amplificati insieme a sintetizzatori danno vita ad un’orchestra che combina insieme le diverse potenzialità dei suoni naturali e digitali in relazione all’ambiente che li circonda.
Torna per questa edizione studio.traccia con “Atti fondamentali” per mettere ancora una volta in connessione design e spreco alimentare attraverso uno speciale evento che genererà una scultura di oggetti realizzati con nuovi materiali prodotti con scarti alimentari, il progetto è promosso da ActionAid Italia nel quadro del progetto Food Wave, finanziato dalla Commissione Europea e guidato dal Comune di Milano, mentre FestivalDivercity sarà nuovamente presente quest’anno con “NEST – il nido degli incivili”, un progetto-installazione – realizzata in collaborazione con lo studio PLUS+ – per condannare l’aggressione sistemica ai diritti e alla salute degli immigrati perpetrata anche attraverso il design (o la sua assenza) ed allargare una discussione sulla base di esperienze di campo in ambito sanitario e di benessere.
Nell’ambito della più ampia cornice di “We Will Design 2022”, BASE presenta inoltre un progetto speciale dedicato alle nuove generazioni, realizzato con il sostegno dell’Ambasciata e il Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia: They Will Design, dove dal WE si sposta l’attenzione al THEY, ai più giovani, a coloro che domani avranno la responsabilità di disegnare il futuro. A loro viene consegnata la sfida di immaginare le ISTITUZIONI FANTASTICHE, che modificano, sovvertono o sostituiscono quelle esistenti.
Cosa accadrebbe se fossero le nuove generazioni a “disegnare” il mondo? “They Will Design” ha coinvolto studenti tra i 18 e i 26 anni provenienti da Università, accademie e luoghi di formazione italiani e internazionali, per decostruire e ripensare il concetto di “istituzione” a partire da una dimensione immaginativa. Diversi i temi su cui i giovani sono stati chiamati a riflettere – diversità e inclusione, digitalizzazione, empowerment femminile e sostenibilità ambientale – attraverso la stesura di un manifesto e la definizione di alcuni elementi chiave dell’istituzione. Durante le fasi di realizzazione del progetto i gruppi di lavoro sono stati supportati da PARASITE 2.0 – collettivo di architettura fondato nel 2010 da Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo per investigare lo status di habitat urbano – che hanno aiutato i partecipanti a tradurre le loro idee in un output installativo fruibile al pubblico.
Il percorso è stato ulteriormente arricchito dalla presenza di “eretici”, alcune figure ispirazionali provenienti da luoghi e ambiti differenti, che hanno affiancato i partecipanti durante le diverse fasi del progetto per generare domande e stimolare nuove idee: Leonardo Caffo, filosofo; Marcello Cualbu, docente e libero professionista nel campo delle tecnologie applicate all’arte, al design e all’architettura; Florian Malzacher, curatore nell’ambito delle arti performative, drammaturgo e scrittore; un gruppo di creativi e pensatori olandesi tra i quali la dottoressa e attivista per i diritti delle donne Rebecca Gomperts, l’attivista queer antirazzista Naomie Pieter, la scrittrice e attivista per la promozione della diversità culturale nei settori creativi Janice Deul e l’artista visivo Jonas Staal, che si occupa di rapporto tra arte, democrazia e propaganda.
– via: Art Vibes submission –
– Exhibition info: We Will Design – BASE, Milano
– When: 6 – 12 giugno 2022.
– Where: BASE – Via Bergognone 34, Milano.
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