"VIK MUNIZ" - Galleria Umberto Benappi
Redazione Art-Vibes | On 19, Set 2024
Le composizioni creative di Vik MunizIn mostra a Torino presso la Galleria Umberto Benappi.
di Redazione Art Vibes
Picture: VIK MUNIZ – Galleria Umberto Benappi, Salone. Photo credit: Jessica Quadrelli.
Se la fotografia fosse rappresentazione della realtà, quella di Vik Muniz non dovrebbe essere considerata tale. Niente è vero nelle sue immagini, ogni dettaglio è finzione e ricostruzione minuziosa, quasi maniacale, di qualcosa di preesistente.
Eppure, sono fotografie le grandi stampe che la Galleria Umberto Benappi espone a Torino dal 20 settembre al 9 novembre 2024 in via Andrea Doria, provenienti dalla collezione di Gian Enzo Sperone e da privati. L’opera di un grande artista che conosce profondamente la cultura visiva e i media, per il quale la macchina fotografica è l’ultimo passaggio nella realizzazione della sua opera.
Le stampe, dai colori vividi, sono impeccabili, quasi sempre di grande formato, ma è la composizione quella che rende così identificativo il lavoro dell’artista brasiliano, nato a San Paolo nel 1961. Pigmenti, inchiostro e coriandoli; tessere di puzzle, diamanti e sciroppo di cioccolato; semplici fili, materiale di recupero e ritagli di giornale; gli oggetti più disparati sono il punto di partenza del lavoro creativo di Vik Muniz. La fotografia, l’atto finale.
Tra i lavori più noti, Pictures of Chocolate, la serie di opere realizzate nel 1997 con lo sciroppo di cioccolato. Con questa tecnica, la galleria Umberto Benappi espone l’iconica serie delle 9 Jackie (2001), originariamente realizzata da Andy Warhol dalle foto pubblicate su Life al funerale del marito, il Presidente J.F. Kennedy, e l’affascinate autoritratto di Rembrandt (Self portrait after Rembrandt, 2002); due opere potenti che si affiancano, nella grande parete della sala principale della galleria, ai ritratti di Karl Marx, Andy Warhol, Liz Taylor e Marilyn Monroe.
Vik Muniz è cresciuto in una famiglia semplice e ha iniziato a disegnare molto giovane, anche a causa di una forte dislessia. Passava ore a copiare arte antica nei musei, diventando ben presto molto abile tecnicamente. Disegnava con qualsiasi materiale (e qualsiasi, nel suo caso, voleva dire quasi tutti).
Ferito alle gambe mentre cercava pacificamente di sedare una rissa (1983), con il risarcimento ottenuto, decise di partire per New York. Qui la sua vita cambiò; si poté dedicare definitivamente all’arte e nel 1988 espose per la prima volta in una personale. Cominciò la carriera come scultore, ma da subito si interessò alla rappresentazione fotografica delle sue opere e alle molteplici possibilità dell’immagine. Ora le sue opere si possono trovare al MoMa, al Guggenheim e al Whitney, ma anche alla Tate e al Victoria and Albert Museum, al Museu de Arte Moderna de Sao Paolo, al Museum of Contemporary Art di Tokyo, al Centre Pompidou di Parigi; con il suo lavoro ha rappresentato il Brasile alla Biennale di Venezia del 2001.
Submit a Comment