Urban Eyes - Giorgio Bartocci, Daff, Efy, Luca Font e Neo
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Redazione Art-Vibes | On 05, Ott 2016
A Roma una mostra collettiva celebra il linguaggio della Urban art.
di Redazione Art Vibes
Picture: Giorgio Bartocci – 7Fragments
“Urban Eyes“, ossia occhi urbani, che suona come “urbanize”, ossia urbanizzare. Un doppio significato per una doppia chiave di lettura. L’Urban, infatti, diventa l’obiettivo e lo strumento di una mostra che raccoglie le opere di Giorgio Bartocci, DAFF, EFY, Luca Font e NEO: cinque nomi noti nell’urban art con in comune l’uso dello spray e la forte identità di un percorso condiviso ma allo stesso tempo individuale.
Si tratta della prima mostra della stagione espositiva de Il Margutta Veggy Food & Art, voluta dalla titolare Tina Vannini con la cura e l’organizzazione di D.d’ARTE e Profilexpo. Una trentina le opere in mostra. “Urban eyes” sarà visitabile tutti i giorni sino a fine novembre.
La scintilla urban scocca negli USA, soprattutto a New York, negli anni Settanta e Ottanta. Nasce da un bisogno di creatività libera, fuori dalle logiche del mercato dell’arte, appropriandosi di un territorio dimenticato: le aree a margine dei contesti urbani trascurati o abbandonati, come muri e capannoni, strade e palazzi dissestati. Argomenti diversi, tecniche inusuali, provocazioni sociali e idee surreali: un mix di colori e luci, di strategie e sinergie che si fondono per creare qualcosa di nuovo, una voce di rottura, sull’onda estesa della cultura hip-hop.
“La compresenza qui in mostra di artisti differenti, pur legati tra loro da momenti di storia comune, – spiega la curatrice Francesca Barbi Marinetti – va a sottolineare quanto lo spirito dell’azione creativa urban sia in direzione di un’opera collettiva che comprenda e conservi molteplici segni e significati. Le opere su tela, carta o tavola conservano l’urban come matrice di ispirazione a favore di un percorso di una più personale presa di coscienza artistica. Il confronto diretto con il pubblico, la poetica urban, accoglie un’altra dimensione di sfida che è su piccole dimensioni“.
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Luca Font – Brick
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Luca Font – Arcade
GLI ARTISTI
Giorgio Bartocci (Iesi 1984) sviluppa un linguaggio creativo istintuale e fluido da cui emergono figure congiunte da un movimento armonico, continuo e atavico. L’azione pittorica, capace di trasfigurare intere facciate di palazzi o concentrata sulla dimensione ridotta di una tela, dà vita a soggetti misteriosi che come ombre fluttuanti e multiformi popolano il ricco percorso coerente e introspettivo dell’artista.
Bruno Battaini (Milano 1977) in arte DAFF nasce come writer, ma oltre ai marker, acrilici e spray, per il suo universo artistico utilizza stickers, vecchie lire, carte, francobolli, pezzi di metallo tutti originali e vintage. Trae ispirazione dal vissuto e in particolare ama gli oggetti d’uso comune che ricompone nelle sue opere. Il suo impegno costante è stato far riconoscere il valore artistico della street-art fuori dall’illegalità, battendosi per ottenere aree a disposizione degli artisti.
Paolo Martin cremonesi (Lodi 1982) aka EFY, infine, reinterpreta l’antica tecnica di stampa della xilografia utilizzando catrame e spray al posto dell’inchiostro, per ottenere ogni volta pezzi unici pur utilizzando la stessa matrice. Concettualmente immagina di rilevare l’impronta della strada, raccogliendo con questa azione tutto ciò che le persone lasciano cadere ad ogni passaggio. Le impronte diventano messaggi, simboli. Sembrano geroglifici, ideogrammi, forme di scrittura antiche, ma generate da un pensiero moderno. Nasce così un nuovo alfabeto che dà vita a un racconto visivo.
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Bruno Battaini, DAFF
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Paolo Martin cremonesi, EFY
Dai treni e muri fino ai tatuaggi passando per i lavori su carta, il minimo comune denominatore delle creazioni di Luca Font (Bergamo 1977) è l’interesse per la grafica e la sintesi visiva. Writer, scultore, artista, tatuatore, tipografo occasionale, viaggiatore interessato, afferma d’essere convinto sostenitore della tradizione e soprattutto della sua intrinseca relatività. Un segno asciutto, geometrico ed essenziale, da cui si riconoscono maestri storici come Fortunato Depero, denota un’idea chiara del proprio percorso di artista consapevolmente estraneo agli schemi comuni.
Dallo spray al colore liquido, attraverso la gestualità e il dripping, le creazioni di Stefano Banchieri (Milano 1977), in arte NEO, sono squarci visionari di luce ed energia che vanno a ricomporre in geometrie reticolari una dialettica tra gli opposti.
Il segno netto e lineare è al contempo esplosivo, soppesa energie contrastanti portandole ad una tensione d’equilibrio in bilico. I cromatismi riconducibili allo spazio sospeso dell’arte underground sono fredde gradazioni di bianco, blu nero percorse talvolta da lame di colori primari caldi. Il gesto veloce e istintivo compone un universo di solitudine costellato da forme cosmiche, fortemente simboliche, e attraversato da nuove forze in velocità.
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Stefano Banchieri, NEO
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Bruno Battaini, DAFF
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Giorgio Bartocci – 7Fragments
– via: Art Vibes submission
Exhibition info: Urban Eyes, a cura di Francesca Barbi Marinetti e Marco Sermoneta.
– When: 01 ottobre – 29 novembre 2016.
– Where: Margutta Veggy Food & Art, Via Margutta, 118, 00187 Roma.
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