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Trasmissione (Mostra digitale) - Identità, trasformazione, cultura

Trasmissione (Mostra digitale) – Identità, trasformazione, cultura

| On 27, Nov 2020

Quale sarà la nostra impronta sul mondo e quale traccia rimarrà di noi? Una mostra digitale, un’indagine sulla nostra generazione e sulla realtà in cui ci muoviamo.

di Redazione Art Vibes


Picture: Francesco Relicalzi – Hai già vinto.

 

Testo di Ana Maria Sanfilippo, Melissa Macaluso, Viviana Sacchi

 

Identità, trasformazione, cultura. Sono solo alcune delle sfaccettature di Trasmissione, mostra digitale organizzata dagli studenti AMaC e ABABO. In un periodo storico caratterizzato da profondi mutamenti sociali, economici e culturali, l’incertezza del futuro porta ad interrogarci sull’identità della nostra generazione, su ciò che vorremmo trasformare della realtà in cui viviamo e di conseguenza quale cultura lasciare ai posteri.

Trasmettere, dal latino transmissio, significa tramandare, far passare qualcosa a chi verrà in seguito e implica quindi una condivisione di informazioni. Lo scambio di conoscenze è un’attitudine naturale per l’essere umano e un obiettivo da sempre insito in tutte le società: raccontare la memoria di ciò che è stato per educare il prossimo è tra le prime azioni consce che compie l’uomo per la sua sopravvivenza, la base per scrivere la storia e consolidare le convenzioni ed i legami sociali.

Naturalmente, esistono diverse forme tramite cui il patrimonio culturale può essere trasmesso: ad esempio oralmente, in forma materiale attraverso libri scritti o testimonianze visive e da qualche decennio, in formato digitale.

La trasmissione orale è sicuramente la forma più personale ed intima di raccontarsi al prossimo e al tempo stesso è la più fragile poi- ché permane solo nella memoria umana, risultando estremamente labile. I libri, i dipinti, l’architettura sono forme sicuramente meno evanescenti e hanno più possibilità di persistere a lungo, tramandando empiricamente scrittura, lingua, leggi, religioni e arte delle culture in questione.

 

Edoardo Sessa, Aurora Pozzi, Alex Dilio - Decostruzione dello sguardo
Edoardo Sessa, Aurora Pozzi, Alex Dilio – Decostruzione dello sguardo

Infine, abbiamo i dati digitali che, grazie al progresso tecnologico e all’invenzione di piattaforme sempre più avanzate di condivisione come i social media, costituiscono archivi apparente- mente eterni della nostra memoria. Essi si presentano come un mezzo di trasmissione totale, potente e democratico che in linea teorica può raggiungere e dare voce a tutti.

A prescindere dalla forma tramite cui viene elargito “il messaggio da trasmettere”, spetta a chi lo raccoglie conservare, ignorare o mutarne il contenuto, portando così la propria percezione della cultura e la società stessa ad evolversi con lui. Infatti, la parola stessa “trasmissione” indica un movimento, un passaggio: la cultura non è statica, ma come spiega Stuart Hall, è qualcosa che subisce un costante processo di trasformazione. Non ogni valore o tradizione è destinato a restare parte della propria identità culturale, spetta al prossimo il difficile compito di selezione. E noi, come generazione di giovani che cosa vogliamo “cogliere” e che cosa vogliamo “scartare” o modificare?

Questo quesito, personale, intimo e al tempo stesso sociale e collettivo non ha una risposta univoca. Siamo infatti la generazione nata negli anni ’90 la quale ha assimilato gli insegnamenti e le tradizioni familiari legati al luogo di provenienza. Tuttavia, la nostra crescita è stata plasmata anche da una progressi- va e capillare diffusione di internet la quale ci ha consentito di sintetizzare informazioni provenienti da realtà lontane dalla nostra. Siamo i protagonisti della “network society” teorizzata dal sociologo Manuel Castells nel 1996: la logica della rete è ciò che struttura la nostra società in tutti i suoi aspetti, ha ormai modificato tutti i processi di produzione, esperienza, potere e cultura e di conseguenza anche di trasmissione.

 

Edoardo Sessa, Aurora Pozzi, Alex Dilio - Decostruzione dello sguardo
Edoardo Sessa, Aurora Pozzi, Alex Dilio – Decostruzione dello sguardo

È cambiato come e di conseguenza anche cosa trasmettiamo e sembra non esserci più alcuna gerarchia. All’apparenza, infatti, internet è un mezzo democratico dove ognuno può condividere quello che vuole e, di conseguenza, risulta complicato districarsi nel mare magnum di informazioni che circolano: tutto si muove in una struttura rizomatica dove ogni contenuto costituisce un hyperlink dal quale se ne diramano molti altri e così via. Pertanto, decidere cosa vogliamo trattenere e cosa vogliamo lasciare sembra essere diventato un compito davvero arduo visto la vastità di questo archivio potenzialmente infinito che raccoglie le nostre storie, foto ed esperienze e in un certo senso processa la nostra identità.

La mostra digitale Trasmissione vuole essere quindi un’indagine sulla nostra generazione e sulla realtà in cui ci muoviamo. Partendo da questa percezione ibrida e sfocata della nostra identità, alle porte dell’età adulta, uno degli interrogativi che più premono sulla nostra realizzazione personale è sicuramente quale sarà la nostra impronta sul mondo e quale traccia rimarrà di noi.

È attorno a questo dibattito che si articola l’intero progetto degli studenti del nuovo curriculum AMaCArts, Museology and Curatorship della magistrale in Arti Visive dell’Alma Mater Studiorum. La realizzazione della mostra è stata possibile grazie alla collaborazione con undici artisti di cui nove studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (ABABO), i quali hanno visualizzato con otto opere ciò che per loro rappresenta il concetto di “trasmissione”.

 

Carlo Junior Sanabria, Vanessa Wellington - Don't worry it’s a gift
Carlo Junior Sanabria, Vanessa Wellington – Don’t worry it’s a gift

Fin dall’inizio la proposta è stata ben accolta dalla coordinatrice del curriculum AMaC, la Professoressa Anna Rosellini, la quale ha manifestato il suo sostegno mettendoci in contatto con Amerigo Mariotti, curatore dello spazio espositivo Adiacenze. Inoltre, nel corso del suo sviluppo, Trasmissione è riuscita a mettere in piedi altre importanti partnerships con l’Università di Bologna e le associazioni Culturit Bologna e Uni.LGBTQ.

Il progetto è stato concepito nel novembre 2019 grazie all’idea di Viviana Sacchi, Paolo Spagnoletti e Quentin Touya, i quali hanno subito coinvolto i colleghi del corso in Arts, Museology and Curatorship in questa prima grande sfida nel mondo della curatela. La mostra doveva essere originariamente ospitata negli spazi del DAMSLab, tuttavia a causa dell’emergenza Covid-19 è stata ripensata in veste digitale.

Questa scelta, non è unicamente dovuta all’impossibilità di realizzare una mostra in presenza, ma è lo specchio dell’evoluzione che il concetto stesso di “trasmissione” ha subito in questo periodo di crisi.

 

Caps Lack - The Amazing Journey of Cassandra Mandela
Caps Lack – The Amazing Journey of Cassandra Mandela

Questo cambiamento ha costituito una sfida sia per gli artisti, i quali hanno dovuto trasformare le loro opere concepite inizialmente in senso fisico, sia per gli studenti di AMaC. Questi ultimi, divisi in gruppi di lavoro – Curatela, Comunicazione, Allestimento – hanno trasferito online l’organizzazione della mostra con l’apertura di un sito web e di una relativa pagina Instagram.

Il team di Curatela, coordinato da Viviana Sacchi, ha saputo analizzare e mettere in risalto le caratteristiche degli artisti che si presentavano interessati alla call organizzata l’8 febbraio. Essa si è dimostrata un momento di scambio intellettuale oltre che umano, dove gli artisti stessi, guidati dai curatori, cominciavano ad esporre le proprie idee in campo artistico. Una maggiore mediazione e interazione tra curatori e artisti è stata poi garantita attraverso quattro workshop organizzati in collaborazione con due associazioni: Arte Migrante Imola e Filò. Tali workshop – “Memoria ed Archivi Digitali”, “Gap Generazionale e Social Media”, “Immigrazione e Emergenza Climatica” e “Mortalità ed Immortalità” – avevano l’obiettivo di presentare maggiormente lo spirito di Trasmissione agli artisti, i quali venivano indirizzati verso tematiche attuali e personali le quali potevano essere prese come punto di partenza per l’ideazione dell’opera d’arte.

Le riflessioni, gli interventi, i dibattiti andavano, così, a costituire la sottostruttura di un pensiero che veniva trasmutato nel lavoro degli artisti. Gli artisti, per di più, hanno potuto instaurare un dialogo costruttivo e creativo grazie anche alla realizzazione di un’opera collettiva sulla tela digitale della piattaforma Miro. Questo lavoro è stato voluto fortemente dall’associazione Culturit Bologna e ne è stato realizzato inseguito un booklet.

 

Trasmissione (Mostra digitale) - Cover, Collective artwork
Trasmissione (Mostra digitale) – Cover, Collective artwork

Trasmissione, pertanto, si configura come una mostra digitale in sé e per sé. Questa scelta non va considerata come una condizione imposta dalle circostanze, ma come un’opportunità di creare un nuovo modo di esperire una mostra d’arte contemporanea.

Il sito web principale di Trasmissione funziona da punto di raccolta di informazioni tramite le quali lo spettatore può navigare su altri siti nei quali si ritrova a contatto con le varie opere. Inoltre, può interagire condividendo o commentando l’esperienza di questa particolare passeggiata virtuale.

La mostra Trasmissione si è dunque rivelata per il curriculum AMaC una doppia scommessa: la prima prova in campo curatoriale-organizzativo e il primo confronto con una dimensione totalmente digitale di un evento d’arte contemporanea.

 

Francesco De Conno - Archivio del contemporaneo
Francesco De Conno – Archivio del contemporaneo

– via: Art Vibes submission – images courtesy of: Mostra Trasmissione


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