Stefania Ruggiero - Generica
Redazione Art-Vibes | On 24, Mag 2016
Svelare la difficoltà del quotidiano e mostrare l’uniformità del vivere.
di Redazione Art Vibes
Picture: Stefania Ruggiero, Giropizza, 2016, spray, acrilico, pastello a olio e marker su tela, 70×100 cm
Circoloquadro presenta Generica, prima mostra personale di Stefania Ruggiero, a cura di Elisa Fusi, che inaugura mercoledì 11 maggio 2016. La giovane artista ha ideato e realizzato un progetto site specific dal forte impatto visivo, che prosegue la linea progettuale sperimentale dello spazio non profit milanese.
Ruggiero deforma la profondità di Circoloquadro, occupato dai suoi nuovi lavori: tele e carte di grandi dimensioni trattate con tecnica mista, in cui i colori a olio si affiancano all’uso dello spray, del pastello a olio e del marker, mentre alle grandi campiture cromatiche piatte si alterna una linea di matrice più grafica, segno tipico dell’artista.
Elemento portante della mostra è un grande tappeto in lana e seta, realizzato ad hoc, che contribuisce allo sfondamento spaziale della sala espositiva, rendendo evidente l’interesse dell’artista per il design. L’intero corpus dei lavori prende le mosse dall’interesse di Ruggiero per le situazioni quotidiane più semplici, dove uomini e donne, protagonisti dei suoi lavori, si muovono in modo meccanico e anonimo.
In ogni inquadratura, infatti, la mancanza di espressioni dei volti e le pose innaturali lascia trapelare un’assenza di emozioni, una omogeneità disarmante che rende ogni situazione uguale alle altre per svelare la difficoltà del quotidiano e mostrare l’uniformità del vivere.
Stefania Ruggiero nasce a Legnano (MI) nel 1987. Vive e lavora a Milano. Laureata in Design del Prodotto presso il Politecnico di Milano, frequenta nel 2010 due corsi di disegno al Saint Martins College of Art and Design di Londra. Attualmente lavora come disegnatrice tessile, designer di tappeti e accessori.
È stata finalista al Premio Griffin nel 2014 e ha partecipato a diverse mostre collettive.
Dal Testo in Catalogo di Elisa Fusi: Inaspettatamente, la metropolitana.
“Così diffusa, affollata, rumorosa, attraversa la città e si ferma a Circoloquadro.
Si scendono i primi gradini, si gira a destra, e senza passare dai tornelli ci si finisce dentro. Lo spazio espositivo diventa un tunnel, uno di quelli che ti portano al metrò. Così profondo, silenzioso, illuminato dai neon, da percorrere fino in fondo, fino alle scale mobili.
Tuttavia non c’è uscita, non si può proseguire oltre. Lo sfondamento prospettico rivela la sua falsità, la sua innegabile finzione pittorica. E le scale mobili sono solo una rappresentazione, più morbida, di quelle reali. Nascono dal tessuto, si annodano con la seta e la lana, brillano dell’arancione della prima e si stagliano contro il rosa della seconda. Quel ferro freddo in continuo movimento meccanico assume ora la familiarità e il calore di un tappeto di casa. La scala, prelevata dalla vita metropolitana e sottratta al grigiore, è immobile di fronte a noi, imponente come una moderna icona bizantina, impreziosita dalla nuova collocazione e perfetta nel suo tracciato. La salita e la discesa accennano una profondità, sono esattamente una l’inverso dell’altra e, a seconda di come le si osserva, appaiono tra loro interscambiabili. L’occhio viene ingannato ancora una volta, ma da vicino può cogliere il gioco delle fitte trame a sbalzo che movimentano la superficie.”
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