Shani Ha - Mitoyen
Redazione Art-Vibes | On 31, Gen 2020
Una scultura sensoriale interattiva che indaga i temi di identità, alterità ed empatia. Il muro può connettere oltre che separare.
di Redazione Art Vibes
Picture: Shani Ha – Mitoyen. Speakers, sound equipment, wood, cement, metal, mirror fabric, upholstery foam. 130 x 255 x 50 cm ( 51 x 100 x 29 in). Sound piece in collaboration with Hz.
In occasione dell’esposizione Jeune Création 69 presso la Fondazione FIMINCO di Parigi, l’artista Shani Ha presenta una nuova scultura sensoriale interattiva che indaga i temi di identità, alterità ed empatia.
Nel saggio “When The Walls Fall“, gli autori Édouard Glissant e Patrick Chamoiseau hanno elaborato la nozione di “Identity wall” sottolineando come “sia l’incapacità di vivere il contatto e lo scambio che crea il muro dell’identità e la sua saturazione. Il rifiuto del contatto e dello scambio sembra derivi dallo specchio che rompiamo per non affrontarci più“.
Mitoyen è una scultura sonora che mira a provocare situazioni e relazioni tra lo spettatore, l’opera d’arte e l’altro. Shani Ha immagina un muro su cui camminare. La superficie è coperta da uno specchio morbido che estrae e sfoca la figura. Man mano che ci si avvicina, l’individuazione del se si delinea e la silhouette appare sempre più nitida. Solo quando la persona tocca la superficie il riflesso diventa perfettamente chiaro, impedendo agli spettatori di contemplare la propria visione.
Il suono diventa udibile mentre ci appoggiamo alla scultura e percepiamo i battiti del cuore. Ogni battito cardiaco è stato registrato e assemblato in collaborazione con l’artista Hz.
Gli studi sulle Neuroscienze hanno dimostrato come i battiti del cuore possano sincronizzarsi in determinati contesti. Queste scoperte contribuiscono alla ricerca sulla modalità di relazione e fanno eco alla scoperta dei neuroni specchio, probabilmente i veri responsabili delle nostre capacità empatiche e sociali.
La sincronizzazione dei battiti del cuore appare come una manifestazione di empatia. Mitoyen tenta di provocare una reazione empatica tra lo spettatore e una persona sconosciuta scelta dall’artista per incontrare l’alterità in modo differente, sensato, sperimentale, attraverso un marcatore dell’esistenza che può essere simultaneamente universale, singolare e anonimo.
Le pareti indicano comunemente un limite, la densa materializzazione del passaggio verso qualcosa di diverso. Mitoyen rivela l’entusiasmo di definire l’alterità e di separarsi da essa, il muro può connettere oltre che separare.
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