Sebastian Errazuriz - “Maze: Journey through the algorithmic self”
Francesco S. | On 11, Dic 2023
Una monumentale installazione site-specific dell’artista cileno Sebastian Errazuriz sulla spiaggia di Miami. Un labirinto di sabbia per incontrarsi e stimolare creativi dialoghi riguardanti le imminenti sfide tecnologiche e ambientali della società.
di Francesco Spaghi
– Picture: Sebastian Errazuriz – “Maze: Journey through the algorithmic self”. Photo via: Faena Art.
A differenza dei labirinti convenzionali, quello presentato sulla spiaggia di Faena a Miami beach in occasione della Miami Art Weeek è non solo interamente realizzato in sabbia ma l’aspetto che più sorprende è che non è stato progettato per perdersi o disorientarsi ma bensì per ritrovare noi stessi, per stimolare un dialogo e costruire un senso di comunità. Ogni percorso delineato conduce sempre verso un’unica destinazione, una sorta di punto di incontro simbolico, una piccola piazzetta dove ci si può riunire e attivare conversazioni significative.
“Un’oasi per fuggire temporaneamente, disconnettersi e riconnettersi con ciò che è importante. Un luogo in cui conversare sulle imminenti sfide tecnologiche e ambientali della società”, queste le dichiarazioni di Sebastian Errazuriz, autore di questa installazione sulla spiaggia di Miami Beach.
“Maze: Journey through the algorithmic self”, questo il titolo dell’ opera, è accompagnata anche da una pubblicazione, scaricabile tramite QR all’interno della struttura. “AI MAZE” offre informazioni sulle nostre future interazioni con l’intelligenza artificiale, una guida per immaginare la società e le possibilità future. Errazuriz ritiene che l’intelligenza artificiale rappresenti lo sviluppo più significativo nella storia umana, un momento cruciale del nostro tempo, più della stampa o di Internet.
Attraverso questo lavoro l’artista ci incoraggia a contemplare il profondo impatto dell’intelligenza artificiale sulle industrie creative. “MAZE: Journey Through the Algorithmic Self” non è solo un’opera d’arte straordinaria, ma un catalizzatore per l’introspezione, il dialogo e l’esplorazione nell’era digitale.
Sebastian Errazuriz – “Maze: Journey through the algorithmic self”. Photo via: Faena Art
– via: faenaart.org – images via: facebook.com/FaenaArt
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