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RE.USE - Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea

RE.USE – Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea

| On 26, Ott 2018

Treviso: una rilettura attraverso l’arte contemporanea della moderna coscienza ecologica.

di Redazione Art Vibes


Picture: Matteo Attruia – tu_tto, scritta luminosa scatolata. 145 x 25 cm, 1970 – 2017. photo credits: giovanni de roia, RE.USE – Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea..


Dal 27 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019 Treviso ospiterà la mostra “RE.USE. Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea” a cura di Valerio Dehò. L’esposizione, composta da 87 opere di 58 artisti internazionali, sarà dislocata in tre diversi spazi espositivi della città, di cui due sedi museali, quali il Museo di Santa Caterina e il Museo Casa Robegan, ed uno privato, il piano Nobile di Ca’ dei Ricchi.

RE.USE è un progetto ideato dall’Associazione TRA Treviso Ricerca Arte, realizzato in co-organizzazione con il Comune di Treviso e con la collaborazione dei Musei Civici di Treviso.

La mostra traccia un viaggio nella storia dell’arte e nella cultura artistica, dal Novecento fino ai nostri giorni, per guardare in dettaglio come il tema del Riuso/RE.USE è stato affrontato nelle varie decadi e dai vari artisti e come questo grande tema continua a produrre opere e a stimolare la creatività delle attuali generazioni, ricoprendo un ruolo attivo e propositivo per comunicare al pubblico valori condivisi socialmente rilevanti. 
Non a caso, questa mostra vedrà la luce nella città di Treviso, storicamente definita green friendly e attenta alle tematiche ambientali; infatti, “RE.USE” sarà accolta nelle sedi più prestigiose della città, tra cui la Sala Ipogea e l’Ala Foffano del Museo Santa Caterina, recentemente restaurate.

 

Piero Manzoni - Merda d artista, 1961. Barattoli in metallo, Collezione privata Treviso
Piero Manzoni – Merda d artista, 1961. Barattoli in metallo, Collezione privata Treviso

Attraverso le opere di grandi artisti come Marcel Duchamp, Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto, Alberto Burri, Mimmo Rotella, Tony Cragg, Christo e Damien Hirst solo per citarne alcuni, l’esposizione si propone di documentare in un arco cronologico che va dai primi decenni del Novecento fino ai giorni nostri, il rapporto continuo che l’arte ha avuto con gli oggetti d’uso comune e con gli scarti. La mostra sarà, quindi, un vero e proprio viaggio per ammirare la nascita, l’evoluzione e lo stato attuale del concetto di riutilizzo con finalità etica ed estetica nel mondo dell’arte moderna e contemporanea.

 

I PRIMI DEL ‘900: DUCHAMP, MAN RAY, ALBERTO BURRI, PIERO MANZONI E ALTRI

La mostra non può non iniziare che dalle idee e dalle opere di artisti come Marcel Duchamp (1887-1968), Man Ray (1980 – 1976), Alberto Burri (1915-1995) e Piero Manzoni (1933-1963), senza le quali la distanza tra il museo e il mondo degli oggetti industriali e comuni, sarebbe rimasta inalterata.

Grazie alla loro nuova visione dell’arte provocatoria e alcune volte “scandalosa”, che andava contro l’estetica e la cultura dell’epoca, la concezione dell’arte si è spostata da una dimensione fisica a una dimensione intellettuale, dove ciò che rende un artista tale non è l’abilità di manipolare la materia ma la sua capacità di creare nuovi significati.

Nel fare questo, gli artisti dei primi del Novecento hanno utilizzato, al posto della pittura, i materiali e gli oggetti comuni: si pensi ad esempio al noto orinatoio di Duchamp, ai sacchi di Burri o ai famosi barattoli di “Merda d’Artista” di Piero Manzoni. Si tratta di un vero e proprio Ri.uso in quanto la funzione degli stessi oggetti viene modificata e destinata a tutt’altro utilizzo e altro valore.

 

GLI ANNI SESSANTA: IL NUOVO REALISMO FRANCESCE

Il tema dei rifiuti, negli anni Sessanta, diventa una critica alla società consumistica; si comincia a intravedere la responsabilità sociale da parte degli artisti, che assumono un atteggiamento di opposizione a un sistema di spreco. Il gruppo dei Nuovi Realisti francesi di cui facevano parte Mimmo Rotella (1918-2006) e i celebri Spoerri (1930), Arman (1928-2005), César (1921-1998), Jean Tinguely (1925-1991) ha creato un movimento attorno a questa concezione. Per questi artisti il riuso divenne una sorta di programma ideologico: etica ed estetica si sono fuse insieme, proponendo un’arte che non fosse solo decorazione e abbellimento, ma che veicolasse anche dei forti messaggi alla società.

Le opere di questi artisti hanno per oggetto materiali di uso comune: Spoerri assembla oggetti recuperati in mercatini e discariche; Mimmo Rotella incolla sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada ed esegue anche assemblages e ready-made con oggetti di scarto come tappi di bottiglia, corde, ceste di vimini e pezzi di stoffa; Arman nelle sue opere accumula oggetti come scarpe, monete, orologi, pennelli, tubetti di colore ed altro.


 

Francesco Bocchini - L'impero dei sensi e degli applauditori sempre ciechi. Meccanismo a parete su olio su lamiera di ferro. Courtesy: Artista
Francesco Bocchini – L’impero dei sensi e degli applauditori sempre ciechi. Meccanismo a parete su olio su lamiera di ferro. Courtesy: Artista

McCarthy, 1993 Peters Patrick pecker. Leg tecnica mista. RE.USE - Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea
McCarthy, 1993 Peters Patrick pecker. Leg tecnica mista. RE.USE – Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea

DAGLI ANNI ’80 FINO AD OGGI

La consapevolezza ambientale e la coscienza ecologica degli anni Ottanta e Novanta è ormai diventata un leitmotiv dell’arte contemporanea. Artisti come Michelangelo Pistoletto (1933), Damien Hirst (1965) hanno dato un contributo quasi iconico in questo contesto, aggiornando a oggi la lezione delle avanguardie storiche del Futurismo e del Dadaismo. Si arriva, infatti, a una vera e propria rappresentazione della moderna coscienza ecologica nel 1999, con l’opera “Regina” realizzata da Enrica Borghi: una grande figura femminile, nobile, interamente realizzata con bottiglie di plastica da riciclare.

Gli artisti contemporanei anticipano lo spirito dei tempi, sintetizzandone le dinamiche sociali e dando forma alle nuove tendenze che da queste scaturiscono. In questo contesto, l’arte contemporanea ha portato l’attenzione del pubblico sui temi della coscienza ecologica e della consapevolezza ambientale, ancor prima che venissero discusse dalla società moderna. 
La nuova generazione di artisti nasce consapevole e capace di stimolare nuovi spazi di riflessione, in cui i temi dell’energia rinnovabile, dell’inquinamento, della gestione dei rifiuti e della sostenibilità ambientale vengono affrontati con approcci molto diversi.

Il progetto non si esaurisce nella realizzazione di una mostra. RE.USE mira ad un coinvolgimento diffuso della città, attraverso la collaborazione con realtà culturali, Istituzioni, esercizi commerciali e professionisti del territorio.

 

Damien Hirst - Dead End Jobs, 1993. Mobile vernice bianca di cellulosa, legno di spiaggia, vetro, sigarette. La Gaia Collection
Damien Hirst – Dead End Jobs, 1993. Mobile vernice bianca di cellulosa, legno di spiaggia, vetro, sigarette. La Gaia Collection

Tony Cragg - Buildings, mattoni. La Gaia Collection
Tony Cragg – Buildings, mattoni. La Gaia Collection

– via: Art Vibes submission – images courtesy of: Culturalia


Exhibition info: RE.USE – Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea,a cura di Valerio Dehò.

When: 27 ottobre 2018 – 10 febbraio 2019.
Where: Museo Santa Caterina – Sala Ipogea e Ala Foffano, Museo Casa Robegan, Ca’ dei Ricchi – Piano Nobile, Treviso.


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