Paola Pivi - World record
Redazione Art-Vibes | On 10, Apr 2019
Un’autentica esperienza di meraviglia: tra scultura, gioco, ed installazione, nuove forme del reale in mostra al MAXXI.
di Redazione Art Vibes
– Picture: Paola Pivi, Exhibition: 2018 – Art with a View, The Bass Museum of Art, Miami Beach, USA. Photo credit Attilio Maranzano. Courtesy: Perrotin, Paris/Hong Kong/New York/ Seoul/Tokyo/Shanghai and the artist.
Una gigantesca distesa di materassi che copre più di cento metri quadrati, sovrastata da un’altra, identica ma capovolta, per creare un antro ovattato, uno spazio sottile di gioco o meditazione in cui il pubblico è invitato ad arrampicarsi ed entrare. All’ingresso, sospesa sopra le teste del pubblico una fitta trama di cuscini annodati su se stessi e colorati di giallo e rosso. Fragranze intense che si diffondono nell’aria dalle sculture di minuscoli divani grondanti profumo. Lo spazio viene totalmente ripensato, il grande e il piccolo si confrontano e le opere incoraggiano l’interazione da parte del pubblico.
È PAOLA PIVI. World record, la monografica che il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, dedica a questa sorprendente artista, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1999. La mostra, a cura di Hou Hanru e Anne Palopoli, è in programma dal 3 aprile all’8 settembre 2019 nella scenografica Galleria 5 del museo.
Paola Pivi, World record, 2018 – Materassi, legno, acciaio, denim, 398.8 × 774.7 × 955 cm / Foto Attilio Maranzano. Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong e l’artista. Nella foto: 2018 – Art with a View, The Bass Museum of Art, Miami Beach, USA.
Pensata appositamente per gli ambienti fluidi del MAXXI, la mostra è il racconto dell’immaginario di un’artista che, attraverso le sue opere, dà vita a una nuova forma di realtà, ironica ed esagerata, fatta di grandi contrasti, di gesti stravolgenti, di oggetti presi dal quotidiano che acquistano una nuova inedita veste, mostrando altre possibili interpretazioni di senso. Che si tratti di lavori mastodontici o minuscoli, le opere accattivanti di Pivi cambiano lo spirito del luogo che le ospita e attivano i sensi del visitatore, sovvertendo i confini classici tra spazio pubblico e intimità.
La visita in mostra inizia sotto una vasta griglia di centinaia di forme morbide intrecciate e sospese a mezz’aria: Share, but it’s not fair (2012), opera composta da cuscini gialli e rossi, realizzati con i tessuti degli abiti dei monaci tibetani, forma una grafica astratta ma allo stesso tempo tridimensionale. “Il titolo (Condividi, ma non è giusto) è come il lamento di un bambino a cui è stato imposto di condividere un gelato pur non avendo voglia di farlo” – dice l’artista – “Camminare sotto la grande distesa di cuscini è incantevole, è come esplorare un mondo magico.”
Paola Pivi, Exhibition view: World record, 2019. Foto Attilio Maranzano. Courtesy: l’artista
Il percorso si snoda poi attraverso opere della fine degli anni Novanta: la serie di divani in miniatura fedelmente riprodotti in scala e grondanti profumo. L’essenza, che cade sul pavimento, pervade l’aria e la sfera olfattiva. Dall’opera Did you know I’m single? (2010), una pelle di orso che ricorda i trofei di caccia ma è realizzata in pelliccia sintetica, si arriva alla gigantesca World record, l’ultima installazione ideata dall’artista, che dà il titolo alla mostra e occupa circa un terzo della galleria.
Più di cento materassi disposti su due livelli creano uno spazio stretto in cui il visitatore è invitato a entrare, a distendersi e ad abbandonarsi ai suoni ovattati e alla prospettiva inedita. Lo spazio non è sufficiente per stare in piedi, costringe a sdraiarsi, a rotolare o gattonare: compiere questi gesti di regressione, gioco e abbandono, o anche solo osservare gli altri visitatori mentre interagiscono con l’opera, crea coinvolgimento e connessioni inaspettate fra le persone. Il divertimento, come Pivi ha più volte ribadito, è una delle tante chiavi di accesso possibili alla sua arte.
Paola Pivi, World record, 2018 Foto Attilio Maranzano. Courtesy: l’artista
Quasi a chiudere un simbolico cortocircuito temporale, è esposta anche una delle primissime opere create dall’artista: Scatola umana (1994), una scultura cubica di plexiglass di soli dieci centimetri per lato che, a una rilettura successiva, sembra contenere tutta la creatività dell’artista, liberata poi al massimo della sua potenza espressiva attraverso una moltitudine di forme, grandezze e mezzi possibili.
Paola Pivi ha esposto in musei e gallerie in molte parti del mondo e i suoi lavori sono parte di prestigiose collezioni permanenti, tra cui quella del del Guggenheim Museum di New York e del Centre Pompidou di Parigi. Il MAXXI ospita dal febbraio 2018 la sua monumentale installazione Senza titolo (aereo) (1999) che le valse il Leone d’oro alla Biennale di Venezia a soli 28 anni (ricevuto insieme ad altre quattro artiste per il Miglior Padiglione Nazionale, quello italiano): un esemplare di aereo Fiat G–91 che sfida le leggi della fisica con il suo perfetto e incredibile equilibrio, sospeso nel tempo e quasi magicamente posato sottosopra sulla piazza del Museo.
Paola Pivi, How I Roll, 2012 – A Public Art Fund Project in New York, Piper Seneca rotante, supporti in acciaio, motore. Foto Attilio Maranzano. Courtesy Public Art Fund, Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong, Perrotin, Paris/Hong Kong/New York/ Seoul/Tokyo/Shanghai e l’artista. Nella foto: 2012 – How I roll, Public Art Fund – Doris C. Freedman Plaza, Central Park, New York, USA.
Le opere di Paola Pivi sono autentiche esperienze di meraviglia, vere e proprie imprese che plasmano e personalizzano il contesto che le circonda trasformandolo in un momento artistico puro, fantasioso e inaspettato, che generano e affermano realtà nuove e impossibili.
Costruendo situazioni ai limiti del surreale, attraverso gesti semplici ma definiti e titoli tanto ironici quanto paradossali, Paola Pivi crea la sua personale forma di realtà, “realtà, non realismo” tende a precisare l’artista, la quale rivendica la prerogativa di giocare con il mondo e permette che la sua arte sia vissuta per quello che è, senza racconti o rimandi, come un qualsiasi frammento di quotidianità.
“In generale, noto che le persone a cui piace il mio lavoro sono persone che amano la vita o i sogni. Sono persone simili a me, persone senza paura.”
Paola Pivi
“Credo fermamente che tutti gli esseri umani siano uguali, e odio la separazione delle culture. Il fatto che alcune conoscenze diventino incomprensibili per qualcuno non mi piace. Il fatto che la mia arte sia comprensibile da chiunque non è pianificato.
Penso sia semplice: faccio la mia arte e le persone sono libere di guardarla o non guardarla; di capire o non capire; di apprezzarla o di non farsela piacere; di pensare che sia arte o che non lo sia. Non è qualcosa che pianifico. Viene fuori così, ma questo è un valore aggiunto.” – Paola Pivi
Paola Pivi, World record, 2018 Foto Attilio Maranzano. Courtesy: l’artista
Paola Pivi, Untitled (donkey), 2003. Stampa a getto d’inchiostro su PVC, 1020 x 1230 cm. Foto: Hugo Glendinning, Courtesy Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong.
Paola Pivi – I did it again, deFine Art Program, Savannah College of Art and Design. Photo: Courtesy of SCAD. Courtesy of the artist and Perrotin
– images courtesy of: MAXXI
– Exhibition info: Paola Pivi – World record, a cura di Hou Hanru e Anne Palopoli
– When: 3 aprile 2019 – 8 settembre 2019.
– Where: MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo), via Guido reni 4/a, Roma.
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