Nel segno di ANTONIO LIGABUE
Redazione Art-Vibes | On 23, Mag 2019
La fantasia visionaria di Ligabue in mostra a Reggio Emilia.
di Redazione Art Vibes
Picture: Antonio Ligabue – Faina, III periodo, 1952-62, olio su tela, cm 60×80.
“Nel segno di Antonio Ligabue”, la galleria Phidias Antiques presenta, dal 18 maggio al 15 giugno 2019, nella propria sede di Reggio Emilia (Via Roma, 22/A), una retrospettiva dedicata al grande artista emiliano, celebrato nel 2019 dal Museum im Lagerhaus di San Gallo e dal film di Giorgio Diritti interpretato da Elio Germano, ormai prossimo all’uscita.
In esposizione, una decina di dipinti ad olio su tela e su faesite, unitamente ad una cospicua selezione di incisioni a puntasecca e ad una scultura in bronzo. Il percorso della mostra si completa, inoltre, con un excursus attraverso la pittura reggiana del tardo Ottocento (con opere di Gaetano Chierici, Giovanni Costetti e diversi altri) ed un dipinto seicentesco di Cristoforo Munari.
«Abbiamo scelto di approfondire lo studio dell’opera di Antonio Ligabue – spiegano i curatori Antonio e Claudio Esposito – in quanto colpiti dal carattere visionario del suo lavoro, dalla drammaticità e dalla forza espressiva che caratterizza tutti i suoi dipinti, rintracciati nel tempo all’interno di importanti collezioni private».
Antonio Ligabue – Tigre, II periodo, 1939 – 1952, olio su faesite, cm 40×52
«Antonio Ligabue – scrive Sergio Negri nel catalogo della mostra “Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore”, allestita nel 2018-19 ai Musei Civici Eremitani di Padova – non era uno sprovveduto né tanto meno un incolto, bensì un pittore che, pur operando completamente al di fuori di norme o schemi consueti ai ruoli dell’artista contemporaneo, sapeva quel che voleva; un pittore che sapeva esprimersi con tale “qualità” da risultare violenta e irrefrenabile forza creativa; un pittore che sfuggiva ai consensi critici dell’epoca, se non per la sregolatezza della sua vita, quasi certamente per la distanza dalle formule culturali correnti».
Il percorso artistico di Antonio Ligabue (Zurigo, 1899 – Gualtieri, Reggio Emilia, 1965) viene generalmente suddiviso in tre periodi: le opere del primo periodo (1927-1939), dai colori inizialmente tenui e diluiti e in seguito maggiormente intensi e corposi, sono dedicate a scene di vita agreste e animali feroci in atteggiamenti non eccessivamente aggressivi; i lavori del secondo periodo (1939-1952) sono segnati dalla scoperta e dall’uso della materia grassa e da una scrupolosa rifinitura della rappresentazione, che comprende i primi autoritratti e scene di violenza in misteriose giungle equatoriali, così come vedute agresti; le opere del terzo periodo (1952-1962), il decennio maggiormente prolifico, sono caratterizzate da un segno di contorno vigoroso e continuo.
«Vederlo dipingere – conclude Negri – era entusiasmante: la sua mano andava libera e sicura sulla tela, senza pentimenti o titubanze, istintivamente guidata da una ricca fantasia visionaria».
Antonio Ligabue – Il postiglione III periodo, 1952-62, olio su faesite. cm. 20×25
Antonio Ligabue – Autoritratto seduto, 1960, puntasecca mm 320×228
– via: Art Vibes submission
– Exhibition info: Nel segno di Antonio Ligabue, a cura di Antonio e Claudio Esposito.
– When: 18 maggio – 15 giugno 2019.
– Where: Phidias Antiques, Reggio Emilia.
Submit a Comment