UNPACKED: Refugee Baggage
Redazione Art-Vibes | On 28, Nov 2018
Umanizzare attraverso l’arte la parola “rifugiato“: il progetto artistico di Mohamad Hafez e Ahmed Badr.
di Redazione Art Vibes
Picture:Mohamad Hafez, Ahmed Badr – UNPACKED: Refugee Baggage.
Mohamad Hafez è un architetto di professione e un sognatore per attitudine. Di origini siriane, fu costretto ad abbandonare il suo paese a causa delle precaria situazione geo-politica, una condizione che lo spinse a migrare in America per proseguire i suoi studi. Qui all’età di 19 anni si iscrisse all’Iowa State University, lontano dai suoi cari, dalla sua terra, dalle sue passioni.
Difficile integrarsi in una società fortemente occidentalizzata, abitudini, usi e culture totalmente differenti. Hafez, che non beveva alcolici, trascorreva ore ed ore nello studio di architettura dell’università, progettando e assemblando piccoli edifici.
Una sera, mentre terminava un esercizio e addentava dei cioccolatini siriani, la sua attenzione fu catturata da uno degli involucri dei dolcetti: su di esso era ritratta un’immagine della vecchia città di Damasco. Prima ancora di rendersi conto di quello che stava realizzando, Hafez iniziò a costruire con la carta la facciata di un antico muro.
Nei giorni successivi, iniziò a creare le mura della sua città natale. “Mi sono reso conto che se non potevo tornare a casa, almeno potevo ricrearla in miniatura“, ha detto. “Un processo di creazione dalle sorprendenti capacità terapeutiche”.
UNPACKED: REFUGEE BAGGAGE. video courtesy of: Mohamad Hafez
Da quel momento sono passati 13 anni, Hafez ora è titolare di una green card ed è architetto presso la ditta Pickard Chilton, a New Haven, nel Connecticut, dove disegna grattacieli. Di sera sogna ancora la Siria e ricostruisce i suoi paesaggi in miniatura con dettagli incredibili, anche se le nuove creazioni sorprendono per la tremenda realtà che raccontano, una Siria distrutta e martoriata da una sanguinosa quanto ignobile guerra civile.
Appartamenti semi-distrutti e sventrati, fili elettrici che fuoriescono da fatiscenti edifici, schegge di cemento che si sbriciolano al suolo, dettagli incredibilmente reali, dal sapore fortemente amaro.
E’ nato così UNPACKED: Refugee Baggage, progetto che cerca di umanizzare la parola “rifugiato”, un’installazione multimediale ad opera di un artista e architetto di New Haven CT di origine siriana e uno scrittore e oratore di origini irachene Ahmed Badr.
Hafez scolpisce le stanze, le case, gli edifici e i paesaggi che hanno subito le devastazioni della guerra. Ogni valigia è integrata con le voci e le storie di persone reali, dall’Afghanistan, dal Congo, dalla Siria, dall’Iraq e dal Sudan, fuggite dalle stesse stanze e dagli stessi edifici per ricostruirsi una nuova vita in America.
Le loro storie sono raccolte e curate da Badr, lui stesso rifugiato iracheno. I visitatori sperimentano brevi clip audio attraverso le cuffie che accompagnano ogni pezzo e possono continuare a leggere le storie online e sui cartelli esposti. Attualmente alcuni dei suoi lavori sono esposti in una collettiva intitolata “Syria, Then and Now: Stories from Refugees a Century Apart“, in corso fino al 13 Gennaio 2019 presso il Brooklyn Museum a New York.
Mohamad Hafez, Ahmed Badr – UNPACKED: Refugee Baggage
Mohamad Hafez, Ahmed Badr – UNPACKED: Refugee Baggage
Mohamad Hafez, Ahmed Badr – UNPACKED: Refugee Baggage
Mohamad Hafez, Ahmed Badr – UNPACKED: Refugee Baggage
Mohamad Hafez, Ahmed Badr – UNPACKED: Refugee Baggage
Mohamad Hafez, Ahmed Badr – UNPACKED: Refugee Baggage
Mohamad Hafez, Ahmed Badr – UNPACKED: Refugee Baggage
Mohamad Hafez, Ahmed Badr – UNPACKED: Refugee Baggage
– photo credits & courtesy of: Mohamad Hafez, UNPACKED: Refugee Baggage
– Exhibition info: Syria, Then and Now: Stories from Refugees a Century Apart.
– When: 13 ottobre 2018 – 13 gennaio 2019.
– Where: Brooklyn Museum, 200 Eastern Parkway, Brooklyn, New York 11238-6052.
– website: unpackedrefugee.com – Instagram: instagram.com/unpackedrefugee
Submit a Comment