Nell’anno del centenario l’omaggio della GAMeC ad un grande artista.
di Redazione Art Vibes
Picture: Trento Longaretti – Da cento anni, cento e cento famiglie, 2001
In occasione del centenario di Trento Longaretti, la GAMeC rende omaggio all’artista con una mostra dedicata ai suoi disegni, in visione dal 25 marzo al 5 giugno 2016 presso l’Ex Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo, in Città Alta. A cura di M. Cristina Rodeschini, la mostra presenta un aspetto meno noto della produzione di Longaretti, pratica a cui però l’artista si è dedicato tutta la vita. I lavori coprono un arco temporale dagli anni Trenta al 2016, e presentano soggetti da sempre cari a Longaretti: il ritratto, il tema della famiglia, con la centralità della figura della madre, la vita degli umili, i viandanti, accanto a paesaggi e nature morte.
Apre la selezione una sequenza di volti di adolescenti che mette subito in luce l’abilità e la sensibilità dell’artista: disegni della metà degli anni Trenta nei quali Longaretti, che aveva solo vent’anni, rivela una padronanza e una profondità di visione di rara densità emotiva. Sono ritratti di bambini e bambine testimoni della vita semplice dell’ambiente di montagna, colti in espressioni e pose spontanee, ma anche studi di volti maschili e femminili, frutto di una ricerca continua negli anni tra il 1937 e il 1938.
Esempio emblematico dei disegni di questo periodo è rappresentato dall’Autoritratto (1937), in cui Longaretti raggiunge una dimensione di estrema sintesi, caratterizzata dalla precisione e dall’eleganza del tratto. Degli stessi anni è Studio per un quadro (1938), uno dei primi disegni in cui Longaretti sviluppa il tema della famiglia, tra i più longevi della sua produzione.
Nel periodo che precede la seconda guerra mondiale, l’artista si interessa alla figura e al paesaggio, ma anche alla natura morta di cui resta rara memoria nell’esemplare con bottiglia e vaso del 1940, puntuale e lieve nella sua finitezza.
Durante la guerra l’artista è in Slovenia, in Sicilia e in Kosovo e mentre la pratica della pittura si dirada, l’esperienza del disegno diviene metodo quotidiano di osservazione delle nuove realtà che incontra. I numerosi taccuini riempiti con immagini di luoghi e persone restano un’interessante testimonianza del lavoro compiuto con esattezza e libertà durante questi anni: la vita militare è documentata da una suggestiva serie di ritratti, che il tratto a matita riesce a rendere nella peculiarità delle fisionomie e insieme nella naturalezza delle espressioni.
Anche il paesaggio richiama l’attenzione dell’artista, e in particolare i meravigliosi scenari siciliani. Quando nel 1943 il conflitto mondiale s’inasprisce, Longaretti si trova in Kosovo, zona di guerra
particolarmente difficile. E il disegno annota la drammaticità degli avvenimenti: in Villaggio incendiato (1943), l’intensità della scena è resa attraverso un fitto tratteggio a china; Autocolonna in marcia, dello stesso anno, registra la desolazione e la costrizione generate dalla guerra. Anche la sera si tinge di trepidazione nelle ombre scure e nel cielo attraversato da nubi dense in Villaggio in Kosovo (1943).
Nella seconda metà degli anni Quaranta la produzione di Longaretti subisce una battuta d’arresto; l’attività
in mostra è documentata dal solo disegno della figlia Serena del 1947, ritratta durante il sonno. La
tranquillità domestica nel calore degli affetti familiari dà vita a un disegno delicato, giocato sulle morbide
rotondità di un volto familiare.
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