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La forma dell’infinito - Da Monet a Cézanne, da Kandinskij alla Gončarova, da Matisse a Picasso, da Brunner a Lentulov

La forma dell’infinito – Da Monet a Cézanne, da Kandinskij alla Gončarova, da Matisse a Picasso, da Brunner a Lentulov

| On 13, Ott 2021

Una mostra di respiro europeo con 50 capolavori di grandi artisti della modernità che indaga una delle questioni spirituali più affascinanti: andare oltre la nostra finitezza umana.

di Redazione Art Vibes


Picture: Ferdinand Brunner (Vienna 1870 – Vienna 1945) Il viandante, 1908. Olio su tela, Vienna, Galleria del Belvedere.


«La forma dell’infinito», una grande rassegna che propone la visione di cinquanta capolavori, molti dei quali mai visti in Italia e realizzati dai più importanti protagonisti dell’arte negli ultimi due secoli.

Attraverso le opere di pittori come Claude Monet, Paul Gauguin, Paul Cézanne, Alfred Sisley, Henri Matisse, Dante Gabriel Rossetti, Michail Nesterov, František Kupka, Vasilij Kandinskij, Aristarch Lentulov, Natal’ja Gončarova, Odilon Redon, Maurice Denis, Jacek Malczewski, Mikalojus Čiurlionis, Nikolaj Roerich, Medardo Rosso, Umberto Boccioni, Pablo Picasso, Emilio Vedova, Ernst Fuchs, Hans Hartung e altri ancora, la mostra conduce il visitatore a riflettere su un tema fondamentale dell’esistenza: la grande domanda di infinito e trascendenza a partire dalla finitezza umana.

A cura di Don Alessio Geretti, sacerdote friulano, la mostra vede la collaborazione, fra gli altri, del Belvedere di Vienna, della collezione Peggy Guggenheim di Venezia e della Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, del Musée D’Orsay di Parigi, ma anche della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma o del MART di Rovereto, della Galleria Tretyakov di Mosca e del Museu Picasso di Barcelona, oltre alla
presenza di opere provenienti da collezioni mai accessibili al pubblico.

 

Claude Monet (Parigi 1840 – Giverny 1926), Sulle planches di Trouville, 1870 Olio su tela. Collezione privata friulana.
FClaude Monet (Parigi 1840 – Giverny 1926), Sulle planches di Trouville, 1870 Olio su tela. Collezione privata friulana./h5>


Attraverso le sue otto sezioni – paesaggi mistici; la percezione della Trascendenza; il dramma della finitezza; l’uomo è una domanda; il sogno della vita invisibile; risvegliare lo sguardo spirituale; la sfida al niente; l’altitudine della coscienza – la rassegna, da la possibilità di accostarsi ad opere che è rarissimo appaiano in Occidente: come i tre dipinti di Nicholaj Roerich o i cinque dipinti di Mikalojus Čiurlionis, che eccezionalmente lasciano le loro sedi rispettivamente russa e lituana.

La geniale visionarietà di Kandinskij sarà rappresentata da tre opere, una accanto all’altra, e tra essi «La Piazza Rossa» – altro prestito quasi incredibile concesso dalla Tretyakov di Mosca – considerata l’opera simbolo della svolta dell’artista, frutto di una sorta di estasi artistica, decisiva per la strada che da allora imboccò la creatività del genio russo.

«Questa mostra è una possibile via d’accesso all’arte moderna e contemporanea, scoprendo che in essa si manifesta un’intenzione predominante: rendere visibile che l’infinito è in agguato dietro la prima apparenza delle cose e rendere evidente che nel cuore umano abita o un’immensa aspirazione all’infinito o un’acerba pena nel caso lo si ritenga irraggiungibile – scrive Don Alessio Geretti in uno dei saggi del catalogo -. Molta arte tenta di dare forma a una tale incantevole e struggente tensione che dimora clandestina negli atti e nei silenzi dell’uomo. Ma a quale infinito aspira l’uomo? A tutta la verità. A un bene che non deluda mai. A una bellezza che non sfiorisca. Ad amori e legami che superino la morte. Alla pienezza dell’essere e della vita. A Dio».

 

Vasilij Kandinskij (Mosca 1866 – Neuilly-sur-Seine 1944), Composizione IV, 1911 Litografia, Linz, Museo d’arte di Lentos.
Vasilij Kandinskij (Mosca 1866 – Neuilly-sur-Seine 1944), Composizione IV, 1911 Litografia, Linz, Museo d’arte di Lentos.

Uno degli aspetti caratteristici della rassegna è il suo carattere di meditazione d’arte. Non si tratta di un approfondimento per pochi specialisti né di una mostra che sollecita le masse con i consueti filoni artistici di moda. «La forma dell’infinito» punta a essere un’introduzione al perché la pittura dell’Europa occidentale e orientale s’è incamminata sui diversi sentieri che, lasciandosi alle spalle l’Impressionismo e l’Espressionismo, hanno tentato di riaprire gli occhi dell’umanità per salvarci dallo scivolamento nella miseria spirituale, nell’ebrezza materialistica, nell’ incomunicabilità reciproca.

Si tratta cioè di una “storia spirituale dell’arte”, che raramente è dato di poter leggere tutta d’un fiato di fronte a testimonianze così eminenti degli ultimi due secoli. Questo approccio alle opere d’arte è la firma tipica delle mostre nate ad Illegio, note non soltanto per la levatura dei capolavori che vi si ammirano, ma specialmente per il fatto che in esse il pubblico è sempre accompagnato da giovani guide che possono offrire una chiave di lettura iconologica e teologica in un approccio che offre una luce ulteriore sulle singole opere.

Dai frammenti di luce di Monet ai sentieri intellettuali in Kandinskij, lo sguardo del visitatore resta imprigionato nel groviglio inestricabile di una tela di Vedova oppure, mentre osserva le opere di Redon, si trova avvolto in scenari che evocano il senso dell’immensità con la visita che diventa un viaggio dentro se stessi, non semplicemente l’attraversare stanze di un museo.

 

Paul Gauguin (Parigi 1848 – Hiva Oa 1903) Natura morta davanti a L’Espérance, 1901 Olio su tela, Collezione privata friulana
Paul Gauguin (Parigi 1848 – Hiva Oa 1903) Natura morta davanti a L’Espérance, 1901 Olio su tela, Collezione privata friulana.

Aristarc Vasil’evič Lentulov (Penza 1882 − Mosca 1943), La cattedrale della Resurrezione del monastero di nuova Gerusalemme, 1917 Olio su tela. Trieste, collezione privata.
Aristarc Vasil’evič Lentulov (Penza 1882 − Mosca 1943), La cattedrale della Resurrezione del monastero di nuova Gerusalemme, 1917 Olio su tela. Trieste, collezione privata.

– via: Art Vibes submission


Exhibition info: La forma dell’infinito

When: 16 ottobre 2021 – 27 marzo 2022
Where: Casa Cavazzini, Udine.


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