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Il Mondrian rovesciato e il furto dell’intuizione

Il Mondrian rovesciato e il furto dell’intuizione

| On 29, Ott 2022

Errore di esposizione e polemica sulla paternità dell’intuizione: New York City I è la tela di Mondrian al centro di un feroce dibattito nel mondo dell’arte.

di Redazione Art Vibes


Picture: Piet Mondrian – “New York City I“.


Da qualche ora impazza sul web la notizia di un quadro di Mondrian appeso a testa in giù in vari musei per oltre 70 anni senza che nessuno se ne sia mai accorto. 

New York City I, questo il titolo dell’opera in questione, una tela datata 1941 che rappresenta un reticolo intrecciato di adesivi rossi gialli, neri e blu.

Esposta per la prima volta al MoMA di New York nel 1945, dal 1980 fa parte della collezione d’arte del Nord Reno-Westfalia a Dusseldorf. 
L’equivoco legato alla errata esposizione è stato smascherato confrontando una fotografia dello studio di Mondrian, datata 1944, scatto in cui il quadro appare con le sezioni più dense dei nastri nella parte superiore, a differenza di come lo si può osservare ora.

Fin qui nulla di strano, anche perché incomprensioni di questo genere non sono nuove, in particolare con opere astratte. Nel 1961 il Museum of Modern Art di New York espose capovolto Le Bateau di Matisse per 47 giorni fino a quando qualcuno, più attento, non fece notare l’errore. 

Ciò che sconcerta è che a quanto pare l’intuizione dell’errore appartenga non alla curatrice della mostra, Susanne Meyer-Buser, così come riportato da molte fonti, bensì ad un ricercatore, studioso e artista italiano, tale Francesco Visalli, il quale ha chiarito che, già nel settembre dello scorso anno, attraverso uno scambio di mail con la direttrice del museo Annette Kruszynski, aveva segnalato che il quadro andava capovolto. 

Visalli, grande appassionato della pratica artistica di Mondrian, con oltre 15 anni di studi e ricerche sul tema, già nel luglio scorso pubblicò tale pensiero sul suo profilo Instagram, per poi segnalare direttamente l’errore alla direttrice del museo Annette Kruszynski, la quale promise di allegare tali informazioni al file curatoriale che accompagnava l’opera.

Il quadro a quanto pare, nonostante la quasi certezza dell’errato verso di esposizione, rimarrà in mostra così come è stato girato negli ultimi 70 anni e oltre, per non interferire con una storicità acquisita e accettata da gran parte della critica.

Unica nota positiva: da oggi in molti conosceranno per filo e per segno i reticolati astratti dell’opera New York City I. Lasciamo che sia l’arte a trionfare, anche perché se pensiamo che tale inconveniente sia stato evidenziato proprio a ridosso di un importante mostra che celebra i 150 anni dell’artista, vien facile pensare allo stratagemma di comunicazione per gettare luce sull’evento futuro. Chissà!


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