Redazione Art-Vibes | On 17, Ott 2024

La storia industriale dell’architettura della Tate Modern fa da sfondo alle installazioni scultoree dell’artista di origini Coreane Mire Lee, opere che indagano l’impatto emotivo e fisico del vivere in un mondo affetto da precarietà e declino.

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di Redazione Art Vibes

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Picture: Hyundai Commission: Mire Lee: Open Wound, Installation View, Photo © Tate (Larina Fernandes).

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L’artista Mira Lee reinventa la Turbine Hall della Tate Modern trasformando il suggestivo spazio in una fabbrica inquietante e al tempo stesso fantastica.

Unendo il suo interesse per i rigidi sistemi meccanici e le morbide forme organiche con la storia industriale dell’architettura della Tate Modern, l’opera considera l’impatto emotivo e fisico del vivere in un mondo affetto da precarietà e declino.

L’installazione, nona Hyundai Commission annuale, sancisce la prima grande presentazione di opere dell’artista nel Regno Unito e si traduce in un’esplorazione della tensione che si riverbera tra bello e grottesco.

Come in un cantiere, sculture di tessuto membranoso che Lee chiama “pelli“, sono sospese al soffitto sfruttando 54 catene di metallo. All’estremità orientale della sala, una turbina lunga sette metri è appesa a una delle gru originali dell’edificio, appositamente rimessa in funzione per questa installazione.

Questo dispositivo meccanico motorizzato è un omaggio alle omonime turbine a carbone e a petrolio che un tempo occupavano il cuore della Tate Modern durante la precedente vita dell’edificio come Bankside Power Station.

Il nuovo lavoro contempla anche una riflessione che indaga la dualità tra rigenerazione e decadimento. Girando lentamente, la turbina industriale assume sorprendentemente qualità umane, pompando un liquido viscoso rosa scuro attraverso tubi di silicone penzolanti simili a vene, che viene poi raccolto in un grande vassoio inclinato sottostante.

 

Hyundai Commission: Mire Lee: Open Wound, Installation View, Photo © Tate (Oliver Cowling with Lucy Green)

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Qui, sculture di tessuto realizzate con reti da costruzione e barre di acciaio piegate sono appese, assorbendo il liquido per formare nuove sculture “di pelle”.

Queste vengono trasportate dai tecnici agli stendini, un processo che appare artigianale ed evocativo di una linea di produzione industriale. Una volta asciutte, le pelli vengono issate sulle catene sospese al soffitto, che ricordano i sistemi di carrucole utilizzati negli spogliatoi dei minatori per asciugare le uniformi e mantenere puliti gli abiti, una sorta di spazio liminale tra il lavoro e la vita personale.

Le pelli parlano di vulnerabilità, della necessità di cura e tocco umano e della produzione di nuovi corpi e identità. Nel corso della commissione, il numero di nuove pelli appese aumenterà, creando un senso di “perdita” sempre maggiore dell’edificio nel tempo.

La materialità è centrale nella pratica di Lee, laddove le qualità viscerali delle sue sculture e installazioni innescano e generano reazioni emotive. Utilizzando un linguaggio visivo distinto Lee crea forme organiche e carnose da materiali industriali, andando a definire un mondo di contrasti e soglie: si alternano uomo e macchina, morbido e duro, dentro e fuori, individuale e collettivo.

L’installazione è pensata per avere un effetto inquietante sullo spettatore, evocando una gamma di emozioni contraddittorie tra cui sentimenti di tenerezza ed empatia, così come malinconia, soggezione e disgusto. Coinvolgendo i sensi a livello corporeo, Lee conscia del contesto precario in cui l’umanità di evolve, considera le nostre paure, la nostra vulnerabilità, le nostre speranze e i nostri desideri.

 

Hyundai Commission: Mire Lee: Open Wound, Installation View, Photo © Tate (Larina Fernandes)

 

Nata in Corea del Sud nel 1988, Lee vive e lavora tra Amsterdam e Seul. Utilizzando materiali industriali come acciaio, cemento, silicone, olio e argilla, il suo lavoro esplora la natura animata di queste materie, mentre colano, gocciolano e si gonfiano.

Lee è interessata al potere della scultura di influenzare sia lo spettatore che l’ambiente circostante e non ha paura di spingere i confini artistici attraverso vie alternative e spettacolari.

Le sue sculture e installazioni atmosferiche coinvolgono i sensi e creano spazi per riflettere su temi di emozione, precarietà e desiderio umano.

 

Da quando la Tate Modern ha aperto nel 2000, la Turbine Hall ha ospitato alcune delle opere d’arte contemporanea più memorabili e acclamate al mondo, raggiungendo un pubblico di milioni di persone ogni anno. Il modo in cui gli artisti hanno interpretato questo vasto spazio industriale ha rivoluzionato la percezione pubblica dell’arte contemporanea nel ventunesimo secolo.

L’annuale Hyundai Commission offre agli artisti l’opportunità di creare nuove opere per questo contesto unico. La Hyundai Commission è resa possibile dalla partnership a lungo termine tra Tate e Hyundai Motor, confermata fino al 2026 come parte del più lungo impegno iniziale da parte di un partner aziendale nella storia di Tate.

 

Hyundai Commission: Mire Lee: Open Wound, Installation View, Photo © Tate (Lucy Green)

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Hyundai Commission: Mire Lee: Open Wound, Installation View, Photo © Tate (Oliver Cowling)

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Hyundai Commission: Mire Lee: Open Wound, Installation View, Photo © Tate (Larina Fernandes)

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Hyundai Commission: Mire Lee: Open Wound, Installation View, Photo © Tate (Oliver Cowling with Lucy Green)

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– Exhibition info: Hyundai Commission: Mire Lee – Open Wound.

– When: Fino al 16 marzo 2025.
– Where: Turbine Hall, Tate Modern.

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