Gonzalo Borondo - Substratum
Redazione Art-Vibes | On 02, Mag 2023
Spazio C21, Reggio Emilia: un’installazione “fotografica” che esplora in modo concettualmente nuovo il tema della memoria, della diversità e le problematiche legate alla conservazione del patrimonio culturale.
di Redazione Art Vibes
Picture: Gonzalo Borondo – Substratum, SpazioC21 in Palazzo Brami, Reggio Emilia. Photo credit: Fabrizio Cicconi.
SUBSTRATUM è il progetto che Gonzalo Borondo espone allo SpazioC21 in Palazzo Brami, via Emilia San Pietro 21 a Reggio Emilia, nell’ambito della sezione OFF di Fotografia Europea edizione 2023.
Borondo insiste sulla vocazione esperenziale ed installativa del suo lavoro, ma utilizza – per la prima volta – il solo medium fotografico, integrando tecniche analogiche e digitali al fine di esplorare in modo concettualmente nuovo il tema della memoria, della diversità e le problematiche legate alla conservazione del patrimonio culturale.
In una tensione tra radici e futuro, Borondo intercetta l’eco della storia, insiste sul concetto di identità e fonde nella sua installazione immagini che provengono dall’archivio fotografico personale e da quello pubblico.
Il progetto allo SpazioC21 si articola su una pluralità di piani semantici e concettuali: dalle due nicchie rivolte alla strada, sotto il portico, che contengono una sovrapposizione di immagini – il celebre ritratto del fotografo Nadar, scattato nel 1865, in omaggio al medium ed all’ossessione dell’immortalità – al patio, dove domina un’installazione al contempo potente e leggera, che restituisce spazialità, volumetria e profondità all’intera progettualità, per giungere alle grandi vetrine, che ospitano un inedito sguardo al passato e al futuro, una prospettiva sulla diversità, visioni contrapposte di fragilità e forza, di mito e memoria.
Nell’ultimo piano, quello interno, si svolge l’ultimo dialogo tra ciò che era, il substratum, ed il presente, tra radici e contemporaneità.
Gonzalo Borondo – Substratum, SpazioC21 in Palazzo Brami, Reggio Emilia. Photo credit: Fabrizio Cicconi
Gonzalo Borondo – Substratum, SpazioC21 in Palazzo Brami, Reggio Emilia. Photo credit: Fabrizio Cicconi
Borondo è un protagonista del suo tempo, un cittadino d’Europa, e naviga i delicati argomenti della rassegna Reggiana del 2023 con consapevolezza e autenticità, da artista europeo formatosi in strada più che nelle accademie, oscillando costantemente tra una dimensione politica / storica / collettiva ed una personale / emotiva / inconscia.
“Realizzare opere mi mette sempre un po ‘in difficoltà – dice l’artista – forse perché considero l’arte un’esperienza più che un’esecuzione. Il confronto con la fotografia mi ha offerto nuove prospettive espressive. Ricerco sempre una dimensione spaziale in quello che creo e ciò che conta, per me, è l’atmosfera che ne scaturisce. Affrontare lo spazio senza la pittura, in questa installazione allo SpazioC21, è stata un’esperienza entusiasmante”.
Testo di Veronica Santi
…Borondo consolida la vocazione esperienziale e ambientale del suo lavoro, ma decide qui di utilizzare unicamente e per la prima volta la fotografia con tecniche sia analogiche che digitali al fine di esplorare in modo concettualmente nuovo il tema della memoria e le problematiche legate alla conservazione del patrimonio culturale. Fino a che punto possiamo mantenere intatto il nostro passato? Cosa decidiamo di archiviare e con quale criterio?
Inserendosi nelle pieghe di un dibattito avviato dai postcolonial studies, poi sviluppato dagli heritage and museum studies e recentemente acuito dal movimento Black Lives Matter, le opere di Borondo approcciano con modalità trasformativa il patrimonio culturale, inteso come un dispositivo la cui componente processuale permette la riflessione e la costruzione di una società aperta alle Storie, multiculturale e multietnica.
Come sottolinea Maria Pia Guermandi in “Decolonizzare il patrimonio”, siamo qui in un terreno di “inevitabili conflitti”, spesso strumentalizzate dai media e dalla politica, che vanno dalla cancel culture (cioè il boicottaggio di una certa cultura considerata socialmente inaccettabile) alla repatriation (cioè la resUtuzione delle collezioni museali alle comunità d’origine).
Gonzalo Borondo – Substratum, SpazioC21 in Palazzo Brami, Reggio Emilia. Photo credit: Fabrizio Cicconi
Gonzalo Borondo – Substratum, SpazioC21 in Palazzo Brami, Reggio Emilia. Photo credit: Fabrizio Cicconi
Borondo naviga questi delicati argomenti con consapevolezza e autenticità, proponendo il suo punto di vista, di artista europeo formatosi in strada più che nelle accademie e oscillando costantemente tra una dimensione politica / storica / collettiva, e una personale / emoUva / inconscia.
Proprio grazie all’autoritratto, genere che per eccellenza trasforma il soggetto in oggetto, l’artista si mostra nell’opera “Giano” che occupa le due vetrine adiacenti l’ingresso della galleria. Come la divinità bifronte romana che guarda contemporaneamente al passato e al futuro, il volto e la nuca dell’artista delineano i contorni di una doppia visione, l’una popolata da un cimitero di antichi monumenti sparsi nella nebbia, l’altra illuminata da una vecchia finestra che si affaccia sull’ignoto.
La tensione di forze contrapposte è qui evidente: da una parte i musei e le strade delle città europee trasudano di una storia nella quale specchiarsi e trovare sorgenti identitarie, dall’altra una visione cristallizzata della loro gestione impedisce la spinta verso il cambiamento e le rinnovate esigenze etiche del presente.
Gonzalo Borondo – Substratum, SpazioC21 in Palazzo Brami, Reggio Emilia. Photo credit: Fabrizio Cicconi
Radici profonde o ancore che non permettono di salpare verso nuovi lidi? Se, come diceva Susan Sontag, ogni fotografia racchiude in sé un memento mori, che attesta il flusso inesorabile del tempo proprio isolando un determinato istante e congelandolo, per Borondo la fotografia diventa un mezzo per esplorare anche concettualmente la sua poetica: sovrapponendo più immagini provenienti dal suo vasto archivio personale o da archivi storici, l’artista compone delle opere-ambienti, dei “carotaggi dell’esistente” che permettono di decostruire una visione lineare della storia.
Questo approccio additivo, esplicitato nel titolo della mostra “Substratum”, avviene con tecniche e su supporti differenti, che aumentano la complessità dei piani e del racconto.
Nella serie “Scatole di Memorie”, per esempio, foto di paesaggi, architetture, incisioni sui muri e graffiU sono stampate su plexiglass e poi assemblate direttamente nei light box, restituendo all’occhio dello spettatore l’illusione di un’immagine unica, eppur lievemente tridimensionale, di una rovina abbandonata; nell’installazione che domina il cortile, invece, le sovrapposizioni sono talmente rarefatte e ingrandite da generare uno spazio fisico e mentale nel quale il pubblico può entrare col proprio corpo, scoprendo, di layer in layer, le differenti immagini che convivono in armonia grazie al medesimo punto di fuga.
A coronamento della mostra, l’artista utilizza il white cube della galleria come una sorta di scrigno magico all’interno del quale vive un piccolo Pantheon immaginifico contro le incertezze, che evidenzia la necessità ancestrale dell’uomo di credere in qualcosa. Si tratta di sei icone mai sopite (il despota, la madre, l’ermetico, il martire, l’anima bella) che diventano chimere, o forse Frankenstein, della tradizione artistica grazie ad un complesso processo tecnico: ogni immagine è composta da una serie di fotografie sovrapposte e rimasticate in più passaggi analogico-digitali, fino a diventare pelle impressa in camera oscura con i sali d’argento direttamente sulle ampie superfici di vetro. Nonostante la bidimensionalità, ogni opera è posizionata su un basamento in legno usurato dal tempo, come a dirci che, finché il piedistallo sussiste, l’icona che lo popola potrà solo cambiare. Rielaborando, di epoca in epoca, la pellicola del mondo ereditata.
Gonzalo Borondo – Substratum, SpazioC21 in Palazzo Brami, Reggio Emilia. Photo credit: Fabrizio Cicconi
Gonzalo Borondo – Substratum, SpazioC21 in Palazzo Brami, Reggio Emilia. Photo credit: Fabrizio Cicconi
– photo credit: Fabrizio Cecconi (@fabriziocicconi_ph)
– Exhibition info: Gonzalo Borondo – Substratum
– When: 29 aprile / 25 giugno 2023.
– Where: SpazioC21, Via Emilia San Pietro 21, 42121 Reggio Emilia.
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