Gerlanda Di Francia - Phantasmagoria
Redazione Art-Vibes | On 20, Set 2019
Passione, mistero, fantastico, soprannaturale: un viaggio all’interno dell’immaginario orrorifico tra letteratura gotica, leggenda popolare e cinema.
di Redazione Art Vibes
– Picture:Gerlanda Di Francia – Love in Blood (detail).
«On a peur, on s’imagine avoir peur. La peur est une fantasmagorie du démon.»
(“Abbiamo paura, immaginiamo di avere paura. La paura è una fantasmagoria del demonio.”)
George Bernamos
“Phantasmagoria” è un viaggio all’interno dell’immaginario orrorifico e dei suoi protagonisti, tra letteratura gotica, leggenda popolare e cinema. La mostra celebra la capacità di sfruttare il carattere ingannevole delle percezioni sensoriali per generare stupore e inquietudine e la passione per il mistero, il fantastico e il soprannaturale.
La «Phantasmagoria» o Fantasmagoria, da cui prende il nome la mostra, è una bizzarra forma di intrattenimento, nata in Francia intorno al XVIII secolo, che usava una versione modificata della lanterna magica per proiettare immagini spaventose come scheletri, demoni e fantasmi su muri, fumo, lenzuola o schermi semi-trasparenti.
Le lanterne magiche avevano la straordinaria capacità di utilizzare la luce per creare immagini che ingannavano i sensi mostrando figure irreali e intangibili, che incuriosivano e spaventavano gli spettatori, richiamando alla mente le paure e il subconscio temuto.
La fantasmagoria e i suoi inventori sono i precursori del cinema moderno. Anche George Méliès, il pioniere del Cinema, utilizzò le immagini mostruose, i trucchi e le atmosfere della Fantasmagoria nei suoi primi cortometraggi di fine ‘800, inizio ‘900.
Gerlanda dedica a questo tema dieci opere inedite. Alcune di esse ci raccontano storie crudeli, come quella leggendaria di Azzurrina di Montebello, quasi per poterne esorcizzare il dolore e riuscire a condividerne il fardello con tutti gli spettatori. Altre hanno come protagonisti personaggi partoriti dalla mente di scrittori geniali e divenuti ormai icone della cultura Pop, come Dracula.
Ogni dipinto porta con sé l’anima di questi personaggi, che, per quanto raccapriccianti, amano e soffrono come noi e rappresentano la vita (e la morte) nelle sue più varie sfaccettature, quasi fossero specchi dei nostri lati più oscuri.
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