Federica Di Pietrantonio e Andrea Frosolini - Dumpster Love Yourself
Redazione Art-Vibes | On 01, Mar 2022
Adiacenze: una riflessione sulla nozione di “scarto”, un focus “su quelle realtà, pratiche, comportamenti, rifiutati o marginalizzati dalla nostra società contemporanea“.
di Redazione Art Vibes
Picture: Federica Di Pietrantonio e Andrea Frosolini – Dumpster Love Yourself.
Testo critico a cura di Alessandra Ioalè
Per il critico Nicolas Bourriaud se la «“realtà” è solo un montaggio […]» allora «è possibile considerare la pratica artistica come una sorta di software che permette di agire sulla realtà comune, producendone delle versioni alternative.». Offrire una versione alternativa alla realtà sociale contemporanea imposta, che ne metta in discussione la sua cultura “normalizzante”, è l’obiettivo principale alla base del progetto espositivo Dumpster Love Yourself studiato dai due giovani artisti romani, Federica Di Pietrantonio e Andrea Frosolini per lo spazio espositivo di Adiacenze dopo il periodo di residenza tra dicembre 2021 e gennaio 2022.
Il titolo del progetto, in mostra dal 25 marzo al 15 maggio 2022, fa riferimento all’omonima canzone degli youtuber simgmproductions, il cui video, concepito come duetto finzionale tra Britney Spears e Lana Del Rey, contestualizzate in una ricostruzione virtuale nel videogioco The Sims, è parte di una scena fanbase che si ispira a contenuti multimediali esistenti (video musicali, serie tv, interviste etc) per produrre delle simulazioni grottesche e verosimili della realtà. Un atteggiamento di costruzione, che può essere rintracciato sia nella pratica che nei lavori dei due artisti singoli e del duo AFFDP, di cui fanno parte.
Federica Di Pietrantonio – theres glitter on the floor, machinima video, color, sound 000350, 2021
Quotidianamente, attraverso il web che, come scrive Valentina Tanni, «apre continuamente finestre verso il mondo, offrendo scorci […] a volte familiari a volte incredibilmente lontani», veniamo a conoscenza di tantissimi altri ecosistemi sociali tanto lontani dal nostro da essere ritenuti “periferici”. Guardare a internet, divenuto «luogo principe della diversità, il terreno di coltura delle alternative», quindi diviene importante, in quanto permette «alla società umana di conoscersi sempre meglio, ascoltando le voci delle nicchie e non solo quelle del mainstream».
In questa prospettiva, gli artisti, ricorrendo alla nozione di “scarto” posta da Bourriaud, si focalizzano proprio su quelle realtà, pratiche, comportamenti, rifiutati o marginalizzati dalla nostra società contemporanea, perché “non-integrabili” per “utilità” e come “scarti di produzione” “resi invisibili”.
Realtà di nicchia che Di Pietrantonio e Frosolini conoscono molto bene avendone sempre fatto oggetto di riflessione nel proprio lavoro e nella propria esperienza personale. Come dei “semionauti” tracciano un percorso in un paesaggio di segni, gesti, comportamenti “scartati” della cultura dominante, innescando molteplici paradossi concettuali su cui riflettere. Gli artisti propongono una costellazione mobile di una realtà alternativa, facendo esperienza e prelevando online dai movimenti underweb e sottoculture, che subiscono un consumo mainstream. Attraverso una serie di opere video, pittoriche e scultoreo-installative inedite, realizzate in coppia e singolarmente, rielaborano e traducono in un unico ambiente concreto quelle pratiche “di scarto” alle quali si accede prevalentemente online.
Nel primo ambiente, Di Pietrantonio, esplorando le città del videogioco The Sims in alcune delle sue varie edizioni, ricerca le strutture virtuali essenziali all’esistenza del paesaggio, che per questo motivo risultano essere “impossibili” e prive di qualsiasi estetica. Attraverso il montaggio video di queste zone sublimi, instaura una nuova modalità di navigazione con l’intento di attribuire loro, per la prima volta, un’estetica. Continuando la riflessione su ciò che possa essere ritenuto essenziale all’interno di un universo virtuale, in una pratica progressiva di privazione, ragiona sulla percezione del senso di nudità e sull’effettiva utilità degli indumenti per la costruzione del personaggio/avatar, attraverso la traduzione di quegli stessi in composizioni scultoree sparse nell’ambiente.
La validità concettuale delle opere sta nel saper dimostrare quanto la nozione di “scarto” sia relativa al background ideologico e culturale della realtà in cui si “produce”.
Andrea Frosolini – LACK, 2019, mensola, glitter lavabile, moquette. The Gallery Apart, Roma
Parallelamente Frosolini si concentra sulla costruzione e ri-definizione dell’identità, tramite pratiche di prelevazione e ri-contestualizzazione; pone nuovi spunti sul rapporto che intercorre tra volume, superficie e contenuto, facendo confluire in maniera naturale la loro sintesi in prodotti/immagini texture. Nello spazio mette in scena una visione contemporanea di Furry Fandom riferendosi alla cultura Furry, che attinge dall’immaginario degli anime per la realizzazione di costumi raffiguranti animali antropomorfi.
L’artista ne realizza una traduzione scultorea attraverso un metodo ideato dalla comunità stessa e ritenuto quindi come unico ed ufficiale, ma allo stesso tempo amatoriale. In questo modo, l’artista opera un ribaltamento concettuale, che legittima una pratica amatoriale come linguaggio e tecnica artistica autonoma. In questa circolarità di paradossi, data dalla stratificazione di significati e sovrapposizione di realtà diverse, ma contigue online e offline, la sensazione che qualcosa sfugga alla nostra comprensione è sempre dietro l’angolo, non potendo più distinguere l’origine di ciò che accade e prende forma.
Ogni realtà sociale ha comunque le sue regole, a cui attenersi per farne parte ed evitare nuovamente la marginalizzazione e come in un videogioco, la capacità e l’istinto di sopravvivenza sono costantemente messa alla prova. Per questo, nel secondo ambiente dello spazio espositivo, il sotterraneo, i due artisti si confrontano l’uno con l’altro seguendo due delle pratiche alla base della coppia AFFDP, quali il flirt ed il salvataggio reciproco. In un gioco di sottintesi, mettono in scena un romanzo ambientato concettualmente in una piscina di The Sims 2, in cui la sola presenza della scala ha la capacità di salvare dall’annegamento.
In questo scenario, le opere rappresentano sia dei contro-modelli sociali, che spronano a una revisione di quelli imposti dall’ideologia capitalista, anch’essa “rappresentazione del reale”, sia dei dispositivi di conoscenza e di accesso alle diverse realtà. Un ambiente fisico, che riflette sia il senso fluido e la facilità d’accesso a quella moltitudine caotica di realtà connesse online con la cui esistenza, in questo modo, è più immediato e facile misurarsi; sia l’immaginario multiplo dalle temporalità molteplici proprio di quelle generazioni che abitano, esperiscono, guardano a quelle realtà, concependo il proprio orizzonte come un immenso e sconfinato reticolo digitale, dove tutto è sovrapponibile, parallelo e collegato.
La materializzazione perciò non solo rende palese l’aspetto dicotomico del benessere digitale vissuto da generazioni diverse, ponendo lo spettatore nella medesima prospettiva di chi “propone” e di chi “consuma”, che a volte ama e allo stesso tempo giudica negativamente quelle pratiche; ma esalta anche la visione della realtà virtuale, non più luogo in cui rifugiarsi, ma estensione della realtà concreta; viceversa ribalta la visione di quest’ultima trasformandola in una nuova comfort zone, dove il tempo è eterocronico e scandito da tutti quei Kairos della costellazione nello spazio espositivo che, senza mai definirlo, lo rende solo navigabile.
AFFDP – COLORPROOF stativo. iPhone.barattolo di vernice. cover waterproof. courtesy: Las Palmas Project
– Exhibition info: Dumpster Love Yourself, di Federica Di Pietrantonio e Andrea Frosolini a cura di Alessandra Ioalè e Adiacenze
– When: 25 marzo – 15 maggio 2022
– Where: Adiacenze, Vicolo Spirito Santo 1/B, Bologna.
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