Do you hear us? An exhibition on silence, noise, and listening
Redazione Art-Vibes | On 08, Ott 2021
Istituto Svizzero. Silenzio, rumore, ascolto: tre potenti atti di resistenza dalla forte connotazione sociale e politica.
di Redazione Art Vibes
Picture: Dorian Sari, Breakneck, 2021 © Dorian Sari, Foto: Jonas Hänggi. Kunstmuseum Basel Gegenwart.
L’Istituto Svizzero presenta a Roma la mostra collettiva Do you hear us? che esplora il concetto di suono nei sui diversi aspetti. In che modo è cambiata la nostra percezione del suono durante la pandemia? Può il suono generare uno spazio sociale e politico? Qual è la differenza tra ascoltare e sentire?
Partendo da queste domande, le opere presentate, alcune delle quali concepite appositamente per la mostra, si interrogano sul significato di silenzio, di rumore e di ascolto come potenti atti di resistenza.
testo di Gioia Dal Molin
L’esperienza della pandemia ha cambiato la nostra percezione del mondo. Ripensando alle settimane del lockdown qui a Roma, ricordo in particolare la trasformazione dello spazio sonoro. La città divenne silente e, nel silenzio, iniziai d’improvviso a sentire altre cose: il gracchiare dei gabbiani affamati (che, come lessi, si cibano degli avanzi dei ristoranti delle città) e il rombo degli elicotteri della polizia sui tetti.
Il silenzio, il rumore e l’ascolto hanno sempre una dimensione sociale e finanche politica. I suoni, sì, i rumori che ci circondano creano sempre un certo spazio sociale. Azzittire qualcuno è un atto violento; al contempo, restare in silenzio può essere un gesto di resistenza, e l’ascolto può essere rivendicato come un’azione politica attiva che dà spazio a voci inascoltate, trascurate. «Sentire», scrive la compositrice Pauline Oliveros, «è un qualcosa che avviene involontariamente, mentre ascoltare è un processo volontario che genera cultura attraverso la formazione e l’esperienza». In italiano, il verbo ‘sentire’ si riferisce tanto ai suoni quanto alle emozioni.
La mostra collettiva Do you hear us? all’Istituto Svizzero di Roma intende tracciare questi aspetti. Nel farlo, le opere artistiche, alcune create appositamente per la mostra altre già esistenti, esplorano un tema multi-stratificato.
Artisti e artiste indagano l’ascolto delle voci e memorie migranti e il significato della musica e del canto in questo contesto, ci mostrano come il silenzio possa essere un potente e performativo atto di resistenza, invocano le radici dell’ascolto quale strategia politica attiva dei movimenti femministi degli anni sessanta e settanta, o ci ricordano quanto velocemente finiamo per trascurare talune voci nel rumore costante dei media sociali.
Gioia Dal Molin, Responsabile artistica Istituto Svizzero, agosto 2021
istituto Svizzero
L’Istituto Svizzero è una piattaforma interdisciplinare che riunisce ricerca artistica e scientifica. A Roma, Milano o Palermo, l’Istituto ha l’obiettivo di agevolare lo scambio tra la Svizzera e l’Italia, nonché su scala internazionale. L’Istituto offre residenze ad artisti e ricercatori emergenti che desiderano contribuire al futuro dell’arte, della scienza e dell’innovazione.
Ogni anno, l’Istituto promuove una programmazione pubblica di eventi e progetti innovativi, pratiche sperimentali ed eccellenza accademica. L’Istituto Svizzero si impegna a partecipare al dibattito globale su arte e società, immagina nuovi percorsi e punta oltre i confini delle discipline.
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