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Dario Fo, Mistero Buffo a colori
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Dario Fo, Mistero Buffo a colori

Dario Fo, Mistero Buffo a colori

| On 07, Set 2015

La pittura teatrale di Dario Fo in mostra a Pavia.

di Redazione Art Vibes


Dario Fo, premio Nobel per la letteratura nel 1997, autore, attore, scenografo, regista teatrale, ma prima di ogni altra cosa pittore, utilizza da sempre la pittura per completare la sua attività drammaturgica e alla soglia delle 89 primavere ha deciso di immergersi a pieno titolo nel linguaggio dell’arte visiva, spingendosi oltre i confini delimitati e sperimentando con abile virtuosismo nuove e interessanti tecniche espressive.
Il risultato è un corpus di oltre 130 opere, inedite al grande pubblico e protagoniste della mostra DARIO FO, MISTERO BUFFO A COLORI. Manuale minimo dell’attore, allestita nella Sala Mostre del Castello Visconteo di Pavia da domenica 6 settembre 2015 (inaugurazione ore 18) e fino al 18 ottobre 2015.

Nella primavera/estate del 2015, Dario Fo ha concluso e dato alle stampe il Manuale minimo dell’attore 2, prosecuzione di un volume (edito per Einaudi nel 1987) nato dalle lezioni tenute da lui e da Franca Rame in alcune università statunitensi, in occasione della tournée americana di Mistero buffo (del 1986). Il nuovo testo, scrive Susanna Zatti nel catalogo della mostra, è il racconto di oltre sessant’anni di intensa vita teatrale di Dario e Franca, dell’esperienza umana, politica e artistica della coppia, degli incontri e degli eventi più memorabili, dai tantissimi spettacoli nelle Case del Popolo e alla palazzina Liberty ai dibattiti con il pubblico a fine rappresentazione, dall’incontro parigino con Jean Paul Sartre al viaggio in Cina, dai fastosi allestimenti scaligeri alla denuncia di fatti e misfatti della cronaca contemporanea. Come d’abitudine, in parallelo con la narrazione letteraria, Fo ha condotto un racconto puntuale attraverso la pittura, recuperando alla memoria visiva scene e personaggi della nostra storia collettiva, e dedicando un ulteriore, personale splendido omaggio a Franca, musa ispiratrice e passione della sua vita.

Dario Fo, Mistero Buffo a a colori
Dario Fo, Mistero Buffo a a colori

Nelle opere esposte, Fo sceglie di adottare nuove tecniche espressive, privilegiando l’uso del collage di immagini accostate sulla tela e di fotocopie e fotografie digitali dei propri lavori, sui quali incide con il tratto e con il colore. Esegue una pittura a tempera ripresa con passaggi di cromie ad olio, quindi infila la tavola nella fotocopiatrice e la programma in modo che produca un’immagine di tonalità capovolta. Il dipinto acquista così una profondità inaspettata, e il movimento compositivo è esasperante a tal punto da farlo apparire un mosaico surrealista. Matite, acrilici e pennarelli dalle tonalità fluorescenti intervengono a sottolineare e dare nuova energia a brani di storie, in un processo di aggiornamento, reinterpretazione e riscrittura del testo figurativo che libera così significati reconditi grazie a un gioco di paradossi e ribaltamenti semantici che scardinano i tradizionali metodi di lettura.
Ciascun dipinto è accompagnato da un brevissimo testo che descrive e commenta il significato e la storia del quadro, come a voler sottolineare che la produzione figurativa si lega intimamente a quella teatrale e che disegni e bozzetti servono per fermare l’impianto della scrittura, per andare avanti nello svolgimento del lavoro, dice l’artista.

La pittura per Dario Fo si fa quindi complemento del teatro, anzi, viene prima: le invenzioni e le rappresentazioni sceniche nascono nella sua mente come immagini grafiche e pittoriche e solo dopo diventano parole scritte. Disegna prima di scrivere, e disegnando fa affiorare le idee e gli stimoli creativi, sviluppa nuovi sensi e significati. “Ho disegnato, dipinto, inciso e inventato fondali e bozzetti di costumi per ogni commedia messa in scena da sessant’anni in qua – scrive nell’introduzione al catalogo –. Per ogni spettacolo ho prodotto pitture sia a tempera che a olio che illustrassero le storie e i giochi scenici dell’opera. Non mi sono mai accontentato di scrivere solo testi teatrali. In verità il mio vero mestiere è quello del pittore.
Fo comincia la sua carriera come pittore, frequenta i corsi all’Accademia di Brera negli anni quaranta, con docenti del calibro di Achille Funi, Marino Marini, Giacomo Manzù e Carlo Carrà, e si confronta con compagni di studi che, come lui, si dimostrano essere voraci consumatori della cultura europea e americana d’avanguardia, solo allora sdoganata: si tratta di artisti di varie tendenze, realisti, naturalisti e informali come Ennio Morlotti, Bobo Piccoli, il gruppo Corrente, lo scultore Alik Cavaliere, registi come Carlo Lizzani, letterati e intellettuali come Elio Vittorini ed Emilio Tadini.
Insieme a Tadini, Fo parte per Parigi, si immerge nella modernità, conosce Fernand Léger e Juan Gris, si lascia affascinare prima da Picasso e poi dal genio fiabesco e leggero di Marc Chagall.
Progressivamente si affranca dall’impronta accademica e conquista un suo stile personale, fatto di contaminazioni, suggestioni, metafore, visioni simboliche ed oniriche. Al centro del suo interesse è sempre l’etica, il tema dell’uomo e dei sentimenti, riletti nei miti classici e nelle storie bibliche, rappresentati con prospettive sempre diverse, inconsuete e spesso ribaltate rispetto al punto di vista tradizionale, trattati con colori gioiosi e contrasti stridenti.


– photo via: facebook.com/comune.paviaassessoratocultura

– via: museicivici.pavia.it

Dario Fo, Mistero Buffo a colori
Dario Fo, Mistero Buffo a a colori
Dario Fo, Mistero Buffo a colori

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Exhibition info:

Dario Fo, Mistero Buffo a colori

When: 6 settembre – 18 ottobre 2015.
Where: Musei Civici, Castello Visconteo – Pavia.


Further reading:

– Musei Civici website: museicivici.pavia.it

– Dario Fo website:dariofo.it


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