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Da Tiziano a Van Dyck - Il volto del ‘500

Da Tiziano a Van Dyck – Il volto del ‘500

| On 31, Ott 2018

50 opere, 50 storie, 50 emozioni per rivivere il fascino del ‘500.

di Redazione Art Vibes


Picture: Sebastiano Luciani, detto Sebastiano del Pombo – [Venezia, 1485 c. – Roma, 1547], Ritratto di Ippolito de’ Medici. governatore di Firenze e cardinale, 1530-31, olio su tavola di pioppo, cm 54,4 x 40,3.


Presso Casa dei Carraresi a Treviso è in mostra dal dal 26 settembre 2018 al 3 febbraio 2019 una mostra che attinge integralmente a una delle maggiori collezioni private del Veneto, quella creata già a partire dal secondo dopoguerra da Giuseppe Alessandra. I dipinti selezionati propongono un affascinante percorso che dal Rinascimento giunge al Manierismo fino a lambire i confini del Barocco.

La suddivisione delle opere mira a mettere in risalto l’evoluzione della pittura veneta a partire dalla tradizione belliniana e dalla rivoluzione giorgionesca, per illustrare la maniera delle grandi botteghe rinascimentali e manieriste, come quelle di Tiziano e dei Bassano, fino ad arrivare alle nuove espressioni seicentesche.

Per precisa scelta curatoriale, accanto alle opere dei grandi maestri vengono proposte selezionate opere della loro cerchia e bottega, con l’obiettivo di focalizzare il modello creativo dell’epoca e ripercorrere le complesse tangenze che hanno fatto del ‘500 il secolo della grande arte in terra veneta ma non solo.

 

Tiziano Vecellio - [Pieve di Cadore, 1488/90 - Venezia, 1576], Ritratto di Ottavio Farnese, 1546, olio su tela, cm 101 x 92
Tiziano Vecellio – [Pieve di Cadore, 1488/90 – Venezia, 1576], Ritratto di Ottavio Farnese, 1546, olio su tela, cm 101 x 92

La mostra è suddivisa in sei sezioni. La prima e la seconda, comprendono un nutrito corpus di opere finalizzato all’analisi della pittura veneta dalla fine del ‘400 alla fine del secolo successivo. Dalla bottega dei Bellini all’ultimo Tiziano, questa parte della mostra analizza alcune fra le maggiori personalità del Rinascimento veneto come Giorgione, Tiziano e Tintoretto, le cui opere sono presentate accanto ai dipinti realizzati da artisti usciti dalle loro botteghe (come Sebastiano del Piombo, Palma il Giovane e Lodovico Pozzoserrato).

Di Tiziano è presente, fra gli altri, il “Ritratto di Ottavio Farnese” (1545-46). Nella terza e quarta sezione si affrontano le vicende artistiche contemporanee in area lombarda e in Centro Italia. La quinta sezione guarda agli artisti d’Oltralpe le cui vicende hanno influenzato le arti figurative nel Nord Italia. In questa sezione trovano spazio il “Ritratto di Gentiluomo” di Hans von Aachen e lo “Studio di testa” di Van Dyck. L’ultima parte della mostra ci porta dentro le vicende del Barocco.

 

Hans von Aachen - [Colonia, 1552 - Praga, 1615] , Ritratto di Gentiluomo, 1585-87, olio su tela, cm 72 x 63
Hans von Aachen – [Colonia, 1552 – Praga, 1615] , Ritratto di Gentiluomo, 1585-87, olio su tela, cm 72 x 63

Tutte le opere provengono dalla Collezione di Giuseppe Alessandra, che, a partire dal 1956, inizia a creare il suo personalissimo fondo di meraviglie culturali in cui trovano spazio armoniosamente sculture, opere di pittura antica e contemporanea, grafica, mobilia di ogni genere, una fornita biblioteca ed oggetti legati alla sua seconda grande passione: i cani.

Tra il 1956 ed il 1959 Giuseppe Alessandra lavora al Comune di Venezia nella commissione per l’elaborazione del piano regolatore del centro storico e, in quella circostanza, conosce Pietro Zampetti, allora direttore alle Belle Arti del Comune di Venezia, con il quale instaura una lunga frequentazione.

Negli stessi anni Alessandra incontra ed approfondisce la conoscenza di alcune pietre miliari della storia dell’arte veneta come Fiocco, Pallucchini, Longhi, Valcanover, Pignatti e Carli. Grazie a queste frequentazioni accresce la propria passione per l’arte veneziana e veneta e sviluppa una vera e propria “mania” per il genere del ritratto (il più rappresentato nella sua raccolta).

Nel 1956 acquista l’opera che dà il via alla sua esaltante esperienza di collezionista: il “San Giuseppe con Bambino”, attribuito a Sante Peranda da Giuseppe Fiocco. La scelta è fin da subito precisa: scuola veneziana tra XVI e XVII secolo, soggetto sacro ma grande attenzione alla resa dei tratti fisiognomici del volto del Santo con conseguente apprezzamento da parte del collezionista stesso per il realismo della figura. È il primo passo di un interesse marcato per una scuola ed un periodo storico che si consoliderà nel corso degli anni fino a diventare il cardine della sua collezione, composta da più di trecento opere d’arte.

La decisione di collezionare arte antica è in realtà successiva. Una sorta di ritorno alla sensibilità materna dopo due decenni trascorsi a collezionare arte contemporanea. Tra i vari pezzi che transitano nella sua collezione tra gli anni ’50 e ’70 troviamo infatti opere di De Pisis, Sironi, de Chirico, Fontana, Tancredi e Gino Rossi.

 

Sebastiano Luciani, detto Sebastiano del Pombo - [Venezia, 1485 c. - Roma, 1547], Ritratto di Ippolito de' Medici. governatore di Firenze e cardinale, 1530-31, olio su tavola di pioppo, cm 54,4 x 40,3.
Sebastiano Luciani, detto Sebastiano del Pombo – [Venezia, 1485 c. – Roma, 1547], Ritratto di Ippolito de’ Medici. governatore di Firenze e cardinale, 1530-31, olio su tavola di pioppo, cm 54,4 x 40,3.

Antoon Van Dyck - [Anversa, 1599 - Blackfriars, Londra, 1641], Studio di testa, Prima metà del XVII secolo, olio su tavola di noce, cm 64,7 x 50,5.
Antoon Van Dyck – [Anversa, 1599 – Blackfriars, Londra, 1641], Studio di testa, Prima metà del XVII secolo, olio su tavola di noce, cm 64,7 x 50,5.

– via: Art Vibes submission – images courtesy of: Artika


Exhibition info: Da Tiziano a Van Dyck – Il volto del ‘500

When: 26 settembre 2018 – 3 febbraio 2019.
Where: Casa dei Carraresi, Treviso.


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