Ciredz - Residui, mostra personale
Redazione Art-Vibes | On 17, Nov 2017
In mostra alla Galleria Varsi di Roma un’indagine estetica condotta sulla relazione complessa tra la natura e l’uomo.
di Redazione Art Vibes
Terra e cemento sono i protagonisti di “Residui”, prima mostra personale di Ciredz, pittore e scultore di origini sarde, terzo nella lista dei migliori murales del mondo nel 2016 redatta da Wide Walls, una tra le più autorevoli community nel campo della urban art, in mostra dal 24 novembre al 5 gennaio 2018 alla Galleria Varsi di Roma.
«La terra e il cemento sono per me due materiali simbolo del nostro soggiorno sul pianeta» – spiega l’artista. Le opere presentate presso la Galleria Varsi sono il risultato di un’indagine estetica condotta sulla relazione complessa tra la natura e l’uomo, che Ciredz rielabora graficamente attraverso le forme geometriche delle sue sculture, i disegni e le serigrafie.
Decisivo per il suo percorso artistico è il trasferimento dalla Sardegna a Bologna. La presenza regolare del cemento sostituisce gli elementi rurali a lui familiari, le superfici murali divengono per Ciredz luogo di un dialogo pittorico non più esclusivo ma condiviso. L’artista si esprime ora nello spazio pubblico generando sezioni di natura a grande scala su porzioni di cemento, lo studio grafico della forma e la progressione cromatica diventano delle costanti nel suo lavoro.
Ciredz – Residui series, Galleria Varsi, ®The Moodit
Con le sue pitture Ciredz restituisce una riflessione che nasce dalla relazione simbolica tra le componenti estetiche delle opere e le componenti ambientali in cui esse si iscrivono, relazione preservata ed elaborata anche in molte delle sue sculture attraverso la scelta e la combinazione dei materiali.
L’artista subisce il fascino della presenza della natura nello spazio urbano, da come viene “organizzata” dall’uomo. Nella città la natura si fa geometria ordinata, come nei casi dei viali alberati, aiuole, giardini delimitati da siepi allineate e così via. Esistono poi quegli spazi abbandonati e trascurati che non trovano una loro collocazione precisa nella città, spazi di cui la natura si riappropria e che Ciredz identifica come residui, fulcro della sua indagine estetica.
Le opere in mostra alla Galleria Varsi sono il frutto della residenza di Ciredz presso gli studi della Factory dell’Ex Dogana di Roma, polo culturale nel quartiere San Lorenzo, che negli ultimi mesi ha ospitato l’artista. Esito della residenza nella capitale è non solo l’esposizione presso la Galleria, ma anche un’installazione che l’artista realizzerà site-specific negli spazi dell’Ex Dogana nel mese di dicembre.
Per approfondire riportiamo alcuni estratti dell’intervista a Ciredz realizzata da Chiara Pietropaoli, curatrice della mostra.
Chiara Pietropaoli: intervista a Ciredz
I paesaggi da cui trai ispirazione sono reali o ideali? Quanto la tua terra ispira il tuo immaginario?
I paesaggi da cui traggo ispirazione sono a volte immaginari ma il più delle volte reali, anche se non si tratta mai di una copia dal vero. Nella maggior parte dei casi mi ispiro, per forme e colori, a qualcosa che in natura esiste, che ho vissuto. Porto spesso con me una macchina fotografica; nel mio lavoro la fotografia è uno strumento molto importante. Mi permette di “estrapolare” dettagli di paesaggio che nelle le mie opere divengono centrali, sono i protagonisti. Mi piace portare un particolare in primo piano, come un microscopio.
La mostra Residui nasce dalla lettura di un testo di Gilles Clément, paesaggista francese, per te riferimento primo. Il titolo stesso della mostra ne è una citazione. Si tratta del Manifesto del Terzo Paesaggio, uno scritto per molti aspetti rivoluzionario. Cosa rappresenta per te questo saggio? Quali sono i concetti che rielaborerai nell’esposizione, che ti interessa condividere con lo spettatore?
Quando ho iniziato a lavorare alle sculture con la terra e il cemento la mia volontà era proprio quella di raccontare in modo grafico la coesistenza tra natura e uomo e l’imprevedibilità che nasce da questo rapporto di convivenza.
Ho trovato il saggio di Gilles Clément illuminante, per molti aspetti affine alla mia ricerca artistica; è stato sorprendente per me trovare un’affinità così grande con il suo autore, perché ancor prima di leggere il testo ho iniziato a notare regolarmente quegli spazi inclusi nella sua analisi sul paesaggio: i “residui”, che da tempo sono il fulcro della mia indagine estetica.
Mi affascina la natura indecisa di questi spazi, senza una funzione chiara. Si tratta di frammenti di grande valore in quanto rifugio per la diversità e sono proprio questi spazi, i Residui, l’oggetto della mia mostra personale. Il testo di Clément riguarda tutti noi, penso che sia interessante condividere con lo spettatore una maniera differente di guardare e approcciare il paesaggio, necessaria per il nostro futuro.
Ciredz – Residui series, Galleria Varsi, ®The Moodit
Cemento, terra, erba (artificiale), di questi tre materiali sono costituite gran parte delle opere che presenterai nella tua mostra personale presso la Galleria Varsi, li hai utilizzati anche in passato, soprattutto i primi due. Cosa simboleggiano per te questi materiali, la loro relazione?
Il cemento è un materiale con cui sono cresciuto, sono figlio di un ex muratore, idem per la terra, sono cresciuto in campagna. Un ricordo che ho molto chiaro è quando andavo a lavoro con mio papà e osservavo gli scavi sui cui poggiano i getti di cemento armato. In questo processo si crea una sezione ben definita che permette di distinguere chiaramente i due materiali.
Oggi mi rendo conto quanto queste immagini sono state centrali nel mio percorso artistico e quanto a livello tecnico hanno influenzato la mia produzione. La serie di sculture Residui, presenti in mostra ne sono testimonianza.
La terra per me rappresenta ciò su cui ogni cosa si poggia, qualsiasi cosa viene sostenuta dalla terra, in fondo in fondo c’è sempre la terra. La intendo come una madre, disposta a sostenere tutto e comunque sempre in grado di riemergere. La terra e il cemento per me sono due materiali simbolo del nostro soggiorno sul pianeta.
Ciredz – Volume 4, Sculpture installation for Viavai Project, Italy, 2016. photo credit: Matteo Bandiello
La serie Residui, realizzata per l’esposizione, rimanda per alcuni aspetti alle installazioni che hai racchiuso sotto il nome di Volume, superfici bidimensionali, all’occhio tridimensionali. Molte delle tue opere, anche pittoriche, instaurano un rapporto illusorio con la realtà. Questa volta però le geometrie lasciano più spazio alla rappresentazione. Ci racconti come nascono i “Residui”?
Hai ragione, molte delle mie opere giocano con la percezione dello spettatore creando un’illusione. Questa scelta ha a che fare con la volontà di interagire con lo spazio in maniera incisiva ma non per questo invasiva. I miei interventi molte volte con la loro presenza vogliono in realtà portare all’attenzione il contesto in cui si trovano, metterlo in luce, come nel caso delle installazioni “Volume”. Altre volte c’è proprio la volontà di creare “un altro spazio” all’interno dello spazio che viviamo.
Ho deciso di fare dei “Residui” il fulcro centrale della mostra perché penso che sono la sintesi della mia ricerca di tanti anni, l’indagine della relazione tra naturale e artificiale che ti raccontavo nelle risposte precedenti.
Ciredz – Volume 2, Sculpture installation, 2016
Ciredz – Ephemeral, VOLUME 3 for Walk & Talk, 2017, Azores Islands, Portugal, 2017. photo credit: Antonio Araujo
Ciredz – Residui series detail, Galleria Varsi, ®The Moodit
Ciredz – Blue moment for Lahti – Upeart, Finland, 2017. photo by Markus Hanninen
– via: Art Vibes submission – photo courtesy of: Galleria Varsi
– Exhibition info: Residui – mostra personale di Ciredz, a cura di Chiara Pietropaoli.
– When: 24 novembre 2017 – 5 gennaio 2018.
– Where: Galleria Varsi, via di Grotta Pinta 38, Roma.
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