L’arte e la cultura sono la nuova ricetta per combattere i disturbi mentali
Redazione Art-Vibes | On 21, Ott 2022
A Bruxelles alcuni medici prescrivono visite al museo o in gallerie d’arte per combattere il down emotivo di molti pazienti.
di Redazione Art Vibes
Picture: image via: AdobeStock.
Con una pandemia globale appena lasciata alle spalle e una possibile guerra nucleare alle porte c’è poco da stare tranquilli. In un mondo così instabile è difficile mantenere l’equilibrio, soprattutto quello mentale. Non a caso i problemi di salute mentale sono notevolmente aumentati nell’ultimo periodo, a soffrirne fasce di popolazioni sempre più trasversali e di giovane età.
I modi per affrontare disagi psicologici sono molteplici, dai più tradizionali ai più arditi. Tuttavia studi recenti hanno dimostrato che le attività artistiche e di natura culturale siano in grado di aiutare la salute mentale, incidendo fortemente sull’abbassamento del livello di ansia, di depressione, contribuendo al miglioramento della capacità di pensiero critico.
A Bruxelles sembrano aver preso in parola tali ricerche tanto da inserire in letteratura documenti accademici che testimoniano certi dati. Ma non solo, perché alcuni medici hanno cominciato a prescrivere visite al museo o in gallerie d’arte per combattere il down emotivo di molti pazienti.
Un’iniziativa innovativa che si inserisce all’interno di un nuovissimo programma pilota che conferisce alle visite museali lo status di trattamento psicologico. Attualmente sono quattro le istituzioni della capitale belga che hanno aderito al progetto insieme ad un centro artistico.
L’arte e la cultura sono la nuova ricetta per combattere i disturbi mentali. image via: Adobe Stock.
Johan Newell, psichiatra del Brugmann University Hospital, ha sottolineato come le visite al museo non sono pensate per essere una soluzione, ma uno strumento nel processo di guarigione, insieme ad altri interventi come la terapia, i farmaci e l’adeguamento dello stile di vita. “Penso che quasi chiunque potrebbe trarne vantaggio“, ha affermato. I pazienti si consulteranno con i loro medici prima e dopo le loro uscite.
Ma quali prove ci sono che questo nuovo approccio funzioni davvero? Secondo una revisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i risultati di oltre 3.000 studi in due decenni hanno certificato che le arti svolgono un ruolo importante nella prevenzione dei problemi di salute mentale, nella promozione della salute e nella gestione e cura delle malattie.
“L’impatto benefico delle arti potrebbe essere favorito riconoscendo e agendo sulla base di prove crescenti“, afferma la letteratura, che suggerisce inoltre la promozione dell’impegno artistico a livello individuale, locale e nazionale, nonché il sostegno della collaborazione intersettoriale.
Bruxelles fa eco a Montreal, prima città al mondo ad avviare prescrizioni museali come strumento di trattamento sanitario. “Offrendo l’ingresso gratuito in un luogo sicuro e accogliente, un’esperienza rilassante e rivitalizzante, un momento di tregua e un’opportunità per rafforzare i legami con i propri cari, le Prescrizioni Museali MMFA-MFdC contribuiscono al benessere e alla guarigione del paziente”, spiega il sito web del Museo di Belle Arti della città canadese.
I suoi progetti non solo assistono le persone con problemi di salute mentale, ma offrono anche aiuto a soggetti con disturbi alimentari, nello spettro autistico, a persone con problemi intellettuali, epilessia, cancro, Alzheimer e anziani.
Una ricerca dell’Università di Londra inoltre rivela che quando una persona osserva un’opera d’arte che trova particolarmente gradevole, il suo cervello rilascia dopamina.
Dunque si ottiene letteralmente lo stesso effetto chimico naturale quando si guardano oggetti culturali che suscitano sentimenti di meraviglia o bellezza, così come quando si è travolti dalla passione dell’amore.
Un pensiero non nuovo nella storia della nostra specie: già il filosofo tedesco Hegel sosteneva che l’arte fornisse vantaggi intuitivi allo spettatore mostrandoci come può fosse possibile aspirare alla libertà terrena e divina. Anche Platone credeva che le arti avessero un potente effetto plasmante sul carattere, influenzando direttamente emozioni e prospettive.
Si apre ora concretamente una nuova strada per il trattamento dei disturbi dell’umore e della depressione, una soluzione alternativa che se ben applicata potrebbe portare beneficio a molti pazienti.
– via: openculture.com
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