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Aleah Chapin - Aunties Project

Aleah Chapin – Aunties Project

| On 06, Nov 2014

Un’unicità che frantuma la perfezione e lascia il posto alla natura umana.

di Annalisa Grassano


L’ideale estetico è il frutto di costruzioni socioculturali e come tale è soggetto ad un mutevole divenire in relazione al mutare della società.
Viviamo in un’epoca in cui l’immagine è sovrana, uno dei principali caratteri della modernità è il costante desiderio di esibirsi e di apparire.
Ci siamo abituati ad un sistema mediatico che propone continuamente l’esibizione di stereotipi femminili completamente sbagliati, che enfatizzano la perfezione del corpo come valore determinante per il raggiungimento dell’accettazione sociale.

Noi donne siamo vittime di questa incessante manipolazione collettiva che propone canoni di standardizzazione estetica irreali e frustranti, che inevitabilmente finiscono con il condizionare la nostra esistenza, lasciandoci sempre in bilico sull’orizzonte dell’inadeguatezza.
Per essere accettate, amate, comprese, dobbiamo incarnare quei canoni altrui di perfezione, trasformarci, insomma, in un simulacro vivente.

Fin da bambine ci indottrinano con storie di principesse bellissime che aspettano il principe sul bianco destriero per essere tratte in salvo, storie che servono a rafforzare le nostre insicurezze, sembrano dirci: “Se sarai bella verrai portata in salvo dal principe, avrai il grande onore di vivere nel suo castello, prenderti cura di lui fino alla fine dei tuoi giorni.
Nessuno ci ha mai detto che se vogliamo il castello possiamo comprarcelo, che a salvarci siamo bravissime da noi e che la bellezza, quella vera, non è qualcosa che propriamente si può conoscere, è qualcosa che si gode, come tale non può essere misurata e definita.

Siamo tutti diversi, ed è questa diversità a renderci portatori di un’armonia che risiede nell’autenticità dell’essere. Un’unicità che frantuma la perfezione e lascia il posto alla natura umana, fatta di contraddizioni, di incertezze, di difetti, insomma imperfetta eppure bellissima.

A tal proposito vi proponiamo un interessante progetto dell’artista Aleah Chapin, la sua serie Aunties Project, ritrae donne ‘vere’ che si propongono senza pudore nella verità dei loro corpi non più giovani.
Questi giganteschi dipinti ci raccontano il nostro meraviglioso essere donne.


– images via: Ignant

Aleah Chapin – Aunties Project
 The three graces - Oil on canvas, 76 x 74 inches
“The three graces” – Oil on canvas, 76 x 74 inches

The Tempest - Oil on canvas, 82 x 82 inches
“The Tempest” – Oil on canvas, 82 x 82 inches

Zephir - Oil on canvas, 40 x 40 inches
“Zephir” – Oil on canvas, 40 x 40 inches

 The air was full - Oil on linen, 84 x 58 inches
“The air was full” – Oil on linen, 84 x 58 inches

 Jumanji and Gwen - Oil on linen, 84 x 72 inches
“Jumanji and Gwen” – Oil on linen, 84 x 72 inches

 Lucy and Laszlo 1 - Oil on linen, 84 x 60 inches
“Lucy and Laszlo” 1 – Oil on linen, 84 x 60 inches

 Hannah- Oil on canvas, 66 x 66 inches
“Hannah” – Oil on canvas, 66 x 66 inches

Aunties Project
“Molly” – Oil on panel, 30 x 20 inches
Aunties Project
“It was the sound of their feet” – Oil on linen, 84 x 120 inches
Aleah Chapin – Aunties Project

Further reading

– Aleah Chapin website: aleahchapin.com


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