Mahn Kloix - Murale a Parigi per Amnesty International
Redazione Art-Vibes | On 12, Ott 2023
A Parigi un murale simbolico per celebrare le libertà, promuovere i diritti fondamentali e combattere ogni tipo di discriminazione.
di Redazione Art Vibes
Picture: Mahn Kloix – Murale a Parigi (12° arrondissement) per Amnesty International.
Nel 12° arrondissement di Parigi, da pochi giorni l’artista urbano marsigliese Mahn Kloix ha realizzato un murale dedicato alla difesa dei diritti umani. Un’opera che celebra attraverso sei ritratti il coraggio dei difensori dei diritti umani che lottano ogni giorno in tutto il mondo per i diritti fondamentali.
Un lunga parete di venti metri per cinque di altezza sul quale irrompono come urla sei ritratti. Poche, sottili e nette linee di bianco accarezzano la parete scura raffigurando volti sorretti da mani amiche, o castrati da mani ostili.
Mahn Kloix – Murale a Parigi (12° arrondissement) per Amnesty International
Due mani aggiustano il velo sul capo dell’avvocato Nasrin Sotoudeh, figura emblematica nella difesa dei diritti umani in Iran. Nota per le sue campagne contro la pena di morte, si è distinta negli ultimi anni anche per aver difeso le donne che sfidavano le leggi discriminatorie che impongono l’obbligo del velo nel suo Paese.
A causa del suo impegno per i diritti umani, che dura da più di dieci anni, è stata perseguitata dalle autorità del suo paese di origine. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Sakharov dal Parlamento Europeo.
Nel 2019 è stata condannata a 148 frustate e 38 anni di carcere. Attualmente è ancora detenuta nel carcere di Evin a Teheran e continua a rischiare la vita per difendere quella degli altri.
Una mano invece si poggia sulla spalla del Dottor Mukwege, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2018, conosciuto a livello internazionale come l’uomo che “ripara” le donne.
Durante i vent’anni di conflitto che hanno scosso l’est della Repubblica Democratica del Congo, migliaia di donne sono state violentate. Di fronte a queste atrocità, il dottor Mukwege ha condotto un’attività incessante: operare queste donne dai corpi mutilati e denunciare l’impunità di cui godono i colpevoli.
Grazie alla sua cura e compassione, migliaia di vittime di stupro e di altre violenze sessuali sono riuscite a superare le loro ferite fisiche.
Mahn Kloix – (Dottor Mukwege) murale a Parigi (12° arrondissement) per Amnesty International
Emerge dalla parete anche la forza di Malala Yousafzai, donna capace di mostrare un coraggio incredibile di fronte ai talebani, una donna che incarna la lotta di milioni di bambini e ragazze: quella per il diritto all’istruzione. Quando aveva solo 11 anni, la giovane Malala iniziò a scrivere un blog sotto lo pseudonimo di “Gul Makai” per la BBC.
Raccontava dal suo punto di vista di bambina la vita quotidiana sotto il dominio dei talebani in Pakistan. Nell’ottobre 2012 i talebani hanno attaccato il suo scuolabus e gli hanno sparato alla testa. Questo attacco scatenò un’ondata di indignazione internazionale. Gravemente ferita, fu trasferita nel Regno Unito per cure.
Malala è un esempio di incredibile coraggio. Nel 2013 ha ricevuto la più alta distinzione concessa da Amnesty International, il premio Ambasciatrice della Coscienza.
Il 12 luglio 2013 pronunciò un discorso toccante davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel 2014, a soli 17 anni, vinse il Premio Nobel per la Pace, la più giovane vincitrice nella storia di questo premio.
Malala è ancora oggi una rifugiata nel Regno Unito e continua la sua lotta per l’istruzione dei bambini in tutto il mondo.
Poi ci sano le mani che ostruiscono la bocca di Chelsea Maning, analista dell’intelligence militare e membro dell’esercito degli Stati Uniti, che decise di sua volontà, dopo aver assistito a violazioni dei diritti umani, di far trapelare circa 700.000 documenti militari riservati che indicavano possibili crimini di guerra commessi dalle forze armate statunitensi, in particolare in Iraq e Afghanistan.
Mahn Kloix – (Chelsea Manning) murale a Parigi (12° arrondissement) per Amnesty International
Per questo atto coraggioso è stata arrestata nel giugno 2010 e poi messa in detenzione. Nel 2013 è stata processata da una corte marziale degli Stati Uniti e condannata a 35 anni di prigione. Dopo sette anni di detenzione, l’ex informatrice di WikiLeaks è stata finalmente rilasciata nel maggio 2017, prima di essere nuovamente incarcerata nel marzo 2019 per essersi rifiutata di testimoniare su Julian Assange davanti a un gran giurì.
L’11 marzo 2020, due giorni prima dell’udienza che doveva pronunciarsi sul suo rifiuto, tentò per la seconda volta il suicidio in carcere, fino a che un giudice finalmente ordinò il suo rilascio il giorno successivo.
Greta Thunberg viene ritratta invece con gli occhi nascosti da due pesanti mani che la cingono da dietro.
Nel 2018 il mondo ha sentito parlare per la prima volta della piccola adolescente svedese, ragazzina che decise di saltare la scuola ogni venerdì per protestare davanti al Parlamento del suo paese finché non avesse adottato misure forti per combattere il cambiamento climatico.
Da allora, la sua iniziativa, che mira a sensibilizzare sulla crisi climatica, si è diffusa a macchia d’olio in tutto il mondo. Con lei milioni di giovani in tutto il mondo hanno aderito alle giornate di sciopero scolastico che vanno sotto il nome di “Fridays for Future”. Le proteste hanno avuto luogo in più di 100 paesi, tra cui Australia, Brasile, India, Nigeria, Pakistan, Regno Unito, Germania, Giappone, Filippine e Uganda.
Mahn Kloix – (Greta Thunberg) murale a Parigi (12° arrondissement) per Amnesty International
Agire secondo coscienza significa lottare per ciò che credi sia giusto. In più occasioni, il suo attivismo l’ha portata all’arresto: in Germania durante una manifestazione contro il carbone, in Norvegia durante una manifestazione con gli indigeni Sami per la demolizione delle turbine eoliche dichiarate illegali perché invadevano i pascoli delle renne; ecc.
Nel 2019, l’attivista per il cambiamento climatico ha ricevuto il Premio Ambasciatore della Coscienza 2019, il premio più prestigioso assegnato da Amnesty International a individui che hanno dimostrato una leadership e un coraggio eccezionali nella difesa dei diritti umani.
E ancora altre mani tentano di nascondere gli occhi di Angela Davis, icona dei movimenti femministi e antirazzisti. Proveniente da una famiglia afroamericana, sperimentò molto presto il sistema di segregazione razziale. Con i suoi genitori scoprì l’orrore della schiavitù che segnò profondamente la sua famiglia. Nel quartiere prevalentemente bianco dove si stabilì la sua famiglia scoprì l’orrore del Ku Kux Klan.
Ben presto definì la sua coscienza politica e il suo destino prese forma, e diventò una figura iconica del femminismo e dell’antirazzismo.
Mahn Kloix – (Angela Davis) murale a Parigi (12° arrondissement) per Amnesty International
Le battaglie della sua vita sono molteplici: contro il sistema carcerario, la brutalità della polizia, la pena di morte e ogni forma di oppressione. Icona del Black Power, divenne un’attivista marxista nell’America anticomunista del dopo Guerra Fredda, ma anche un simbolo della lotta per la liberazione dei prigionieri politici.
Come risultato delle sue attività, Angela si ritrova sulla lista dei ricercati dell’FBI. Negli anni ’70, quando fu arrestata e gettata in prigione, l’opinione pubblica si schierò dalla sua parte e fu creato un comitato di sostegno “Free Angela Davis”. Tante le personalità che gli manifestarono il loro sostegno: dai Rolling Stones, che gli dedicarono la canzone Sweet Black Angel, a John Lennon e Yoko Ono che cantarono Angela. In tutto il mondo si stanno svolgendo proteste per chiederne la liberazione. Fu finalmente rilasciata nel 1972, senza alcuna accusa.
Nel corso della sua vita, Angela Davis ha lottato anche per i diritti delle donne, in particolare delle donne nere. Per lei, il femminismo è intrinsecamente legato al razzismo e alcune persone si trovano al crocevia delle oppressioni. Le donne nere devono quindi lottare contemporaneamente contro il sessismo e il razzismo. Questo è ciò che chiamiamo intersezionalità delle lotte.
Anche oggi, in un momento in cui l’America continua a fronteggiare la violenza della polizia e il Black Lives Matter, continua a lottare per le minoranze e contro ogni forma di oppressione.
La murata collettiva dell’artista francese Mahn Kloix rappresenta dunque uno spazio simbolico messo a disposizione dal Comune di Parigi per celebrare le libertà, promuovere i diritti fondamentali e combattere ogni tipo di discriminazione.
Mahn Kloix – Murale a Parigi (12° arrondissement) per Amnesty International
– images via: facebook.com/mahnkloix
– website: mahn.fr
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