Photography

Danila Tkachenko - Oasis

Redazione Art-Vibes | On 21, Giu 2019

Una serie fotografica minimalista e concettuale: tra un progresso solo apparente e un passato fortemente intriso di tradizione e verità, il Qatar attraverso l’occhio di Danila Tkachenko.

di Redazione Art Vibes

Picture: ©Danila Tkachenko – Oasis

Il Qatar è un paese con alle spalle secoli e secoli di storia, una piccola penisola, vaste distese di deserto, e una popolazione che negli anni ha visto modificare radicalmente le proprie abitudini di vita. Negli ultimi 30 anni difatti il Qatar ha beneficiato di uno sviluppo economico molto rapido, tanto da essere considerato ad oggi uno dei paesi più ricchi del mondo.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale il PIL del paese gode di ottima salute, una condizione favorevole dovuta alla massiccia presenza di riserve di gas naturale e alla sempre più crescente attività di esportazione di petrolio e derivati. A beneficiare maggiormente di questo positivo trend economico sono stati gli investimenti: il paese si è trasformato in termini urbanistici e sociali: le infrastrutture sono migliorate così come è aumentato il livello di istruzione, sono state inaugurate nuove vie di comunicazione e imponenti grattacieli sono spuntati come funghi nel deserto.

I residenti del paese sono piombati in una nuova realtà: da una vita dedicata all’allevamento del bestiame e all’agricoltura si ritrovano catapultati in un paradiso capitalista: auto costose, ottimi servizi, architetture e tecnologie all’avanguardia. L’identità originaria della popolazione si sta disintegrando difronte alle lusinghe e agli agi di questa nuova società, ovattata, elitaria, molto distante dai forti valori culturali, figli del territorio di un tempo.

Una suggestiva serie fotografica del fotografo russo Danila Tkachenko esplora proprio questa metamorfosi culturale. Oasis, questo il nome del progetto commissionato dal Museo del Qatar, analizza questo apparente progresso sullo sfondo di un passato fortemente intriso di storia e verità. Tradizione e innovazione si mescolano in scatti sublimi e minimali, al confine tra passato e presente, con un futuro tutto ancora da scrivere.