Stefano Ottomano - Vento di musica
Annalisa Grassano | On 28, Set 2017
Intervista a Stefano Ottomano, talentuoso compositore pugliese.
di Annalisa Grassano
Stefano Ottomano è un giovane e talentuosissimo compositore pugliese, intreccio carismatico di bravura e rara sobrietà. Un artista per molti versi indecifrabile, esploratore desideroso di navigare tra i mari musicali più disparati, sempre alla ricerca di nuove terre sonore. Resta dunque difficile classificarlo o etichettarlo, si rischierebbe di confinarlo in uno spazio chiuso non rappresentativo del suo enorme spirito creativo, si può solo affermare che la sua musica è sintesi di una bellezza in costante evoluzione, un divenire che lascia sorpresi ed estasiati.
Un vento musicale raffinato e profondo, capace di racchiudere passato e modernità, un incanto sonoro che s’impone senza filtri, senza categorie o sovrastrutture, una maestosa essenzialità che lascia profondamente il segno.
Amare e fare musica sono entrambe cose che richiedono un intenso atto di forza per abbandonarvisi, Ottomano compie egregiamente questo atto, si abbandona alla musica, e così facendo ci concede delle note illuminate e illuminanti.
Abbiamo avuto il grande piacere di intervistarlo ed ecco cosa ci ha raccontato.
Intervista a Stefano Ottomano
Qual è stato il tuo primo incontro con la musica?
Da piccolissimo ricordo mio padre che fischiettava le canzoni di Modugno ed Endrigo mentre preparava il caffè, mia mamma invece preferiva i valzer di Johann Strauss e le colonne sonore (una in particolare quella del film “L’ultima neve di primavera” di Franco Micalizzi), poi le mie sorelle più grandi, ogni giorno mentre si preparavano ascoltavano di tutto, dai Beatles a De André, passando per Battiato e tanto altro.
Un giorno una delle due mi fece ascoltare The Sound of Silence di Simon & Garfunkel. Fu una vera magia, di lì in avanti iniziai a riempire le mie orecchie di qualsiasi cosa, in particolare I Beatles (ero davvero un fan accanitissimo). Io crescevo a la musica mi accompagnava, arrivò il rock psichedelico, hard, e il rock progressive (che ho suonato per anni quando il mio amore principale era la batteria). Poi con lo studio delle percussioni in conservatorio arrivò l’amore per le multi percussioni, la musica classica e quella contemporanea. Amando il cinema iniziai ad appassionarmi a tutte le colonne sonore: da Nino Rota (maestro di molti dei miei insegnanti al Conservatorio N.Piccinni di Bari dove fu grandissimo Direttore, divulgatore, etc.) a Danny Elfman, all’immenso Ennio Morricone. E poi la prima volta in cui ascoltai Philip Glass, una folgorazione. Forse da quel momento si può dire che io sia diventato un minimalista .
L’amore per il cinema è rimasto, infatti hai composto diverse colonne sonore (ottenendo anche numerosi riconoscimenti), che rapporto hai con il mondo del cinema?
E’ bellissimo scrivere per il cinema, per la tv o qualsiasi forma che sia immagine o performance o teatro. Il cinema mi ha dato la possibilità di conoscere tantissime belle persone e vivere la realizzazione di sogni da sempre desiderati. Ma più in generale tutta la mia musica mi ha sempre dato la possibilità di incontrare, avvicinare persone, le stesse che molte volte ho racchiuso nelle mie composizioni, c’è chi ne è al corrente o chi invece non lo saprà mai.
Soundtrack “Nuvola” music by Stefano Ottomano – video courtesy of: Stefano Ottomano
Insomma trasformi le persone in musica, ma le idee come nascono?
Scrivo di paesaggi, incontri, persone, stati d’animo, pianti, sorrisi, sguardi e cose non dette. Scrivo sempre e non ho problemi di foglio bianco da almeno 10 anni. Scrivo in media due composizioni al giorno. Siamo a quasi 300.
Cosa pensi dell’attuale panorama musicale italiano?
Un completo disastro. Grandi orchestre che con affanno e migliaia di problemi, causati da una politica vergognosa, a stento riescono a sopravvivere e a tirar fuori programmi e stagioni concertistiche di alto livello. La parte contemporanea, come al solito si coltiva il suo orticello di fedelissimi, quasi come una setta, lamentando sempre una poca affluenza nei programmi d’avanguardia, ma allo stesso tempo chiudendo le porte alle nuove proposte e in questo modo creando le solite cerchie. Invece di fare bene e lavorare in comune per il bene della cultura musicale, giocano a chi ha più ragione di esistere e altre seghe mentali, “classiche” di una certa avanguardia.
Per quanto riguarda il panorama della musica Pop italiana siamo alla vergogna più estrema. Bravi cantautori che non riescono nemmeno a farsi ascoltare perché radio e tv sono completamente impregnate di poveri illusi che non sanno né scrivere un testo, né tanto meno musica, né arrangiare una canzone. Sono solo burattini manipolati e spinti da una latrante realtà di Talent e da produttori preoccupati solo dalle vendite.
Non sanno nemmeno allacciarsi le scarpe, gli dicono come vestirsi, muoversi e cosa devono dire. La loro durata “artistica” (se così si può chiamare senza offesa per la parola stessa) dura mesi e poi, grazie a Dio, spariscono. Praticamente fuffa che produce fuffa.
Stefano Ottomano – Compositore e percussionista
Da insegnante credi che questo panorama musicale privo di contenuto, possa influenzare negativamente la capacità dei ragazzi di sviluppare una propensione al bello?
Sicuramente il problema non riguarderà mai i giovani che frequentano i conservatori e qualsiasi scuola ad indirizzo musicale. Tanti anni di studio e formazione portano quanto meno ad avere una giusta infarinatura per capire e distinguere cos’è un lavoro serio da un bluff (questo comunque non significa che anche nel mondo accademico non ci siano dei perfetti idioti.)
Noi insegnanti abbiamo l’obbligo e il dovere di far conoscere tutto quello che di buono e di alto livello è stato fatto. Da qui si potrà costruire un futuro artistico rigoroso, sincero, che possa portare a nuove correnti. Di sicuro se in tv e radio prevale per il 90% il nulla cosmico, allora c’è un rischio concreto che i giovani inizino a credere davvero che questo vuoto sia pieno e che i burattini siano dei veri eroi.
Qual è il tuo suono preferito?
Quello prodotto da un’anima sincera. Può venire da uno strumento, da una parola, da uno sguardo, da un sorriso o da un abbraccio.
Stefano Ottomano – Compositore e percussionista. photo credit: Rita Scarola
Progetti per il futuro?
Scrivere altre composizioni per strumenti a percussione (edite dalla casa editrice francese Alfonce Production) e il mio quarto album.
Ultima domanda: cos’è la bellezza?
L’uomo ha costruito le piramidi, ha realizzato meravigliose sinfonie, ha reso possibile il sogno di volare, ha fatto passi da gigante nel progresso scientifico e molto altro, ha insomma più volte nel corso della storia superato i propri limiti, c’è solo una cosa che non è mai riuscito a realizzare: cambiare in meglio se stesso con il fine di creare e produrre bene.
Dunque la vera bellezza secondo me è quando l’individuo (intenso in un senso generico e non solo come artista) vive per il bene da donare agli altri. Dare bene e amore agli altri questa è l’opera più grande di tutte. La bellezza è riuscire a divulgare amore e bene a prescindere dall’essere artisti.
Ringraziamo Stefano per il tempo e la grande disponibilità.
– website: stefanoottomano.com
Submit a Comment