Prove di dialogo. Alex Urso incontra Memling a Milano.
di Redazione Art Vibes
Picture: Alex Urso – A Study on The Last Judgment of Hans Memling, Serie di collages, 2015-2016.
Venerdì 24 marzo, presso la Fondazione Paolina Brugnatelli di Milano, avrà luogo Diabli Nadali, mostra personale di Alex Urso. L’evento si propone come una raccolta di opere realizzate da Urso tra il 2015 e il 2016 in Polonia (dove attualmente l’artista vive e lavora), e che espone per la prima volta a Milano.
Il percorso espositivo, diviso in tre livelli distinti, sia per poetica, che per forma, include lavori prevalentemente ispirati al Giudizio Universale di Hans Memling.
In esclusiva, a pochi giorni prima dell’apertura, abbiamo il piacere di pubblicare il testo critico scritto da Rossella Farinotti, incluso nel catalogo in mostra.
“Quando la matrice d’ispirazione per un’opera d’arte è un classico riconosciuto come Il Giudizio Universale di Memling, noto anche come “Trittico di Danzica”, inevitabilmente avviene il confronto, che non è mai semplice. Non è semplice perché le tematiche in gioco sono complesse, ma si possono evitare se la sovrapposizione generazionale avviene in forma di dialogo, come nell’opera di Alex Urso Uno studio sul Giudizio Universale di Hans Memling. L’artista italiano affronta il tema del Giudizio Universale in modo univoco e personale, talmente intimo e soggettivo da creare uno scambio, senza ricorrere a una sfida di simboli, significati o pretesi stravolgimenti. Urso si fa “interprete figurativo di un universo spirituale”, come scrive Claude Roy analizzando l’opera di Bosch, e visitatore di un mondo che gli è venuto incontro, senza che lui lo cercasse. Quel mondo tormentato dove San Michele – al centro del Trittico – decide per il futuro delle nostre anime.
Quello che avviene relazionandosi con i minuziosi collages di Urso, che riprende in particolare i soggetti dipinti nella parte destra del maestoso trittico di Memling – quei dannati destinati alle fiamme e alle torture da parte di diavoli e creature mostruose – è un tentativo di approccio verso la salvezza e la purificazione, almeno all’apparenza. Urso realizza il suo tributo ritagliando le figure umane da un testo monografico a colori sul capolavoro di Memling, per poi assemblarle, con precisione e una forte tridimensionalità scenica, con altri ritagli a colori, interamente dedicati alla natura.
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