Riccardo Guasco - Eleganza compositiva e poesia onirica
Redazione Art-Vibes | On 13, Ott 2015
Intervista all’illustratore e pittore alessandrino.
di Sergio Olivotti
– Picture: Riccardo Guasco – Illustrazione per “The New Yorker”, 2015.
Riccardo Guasco è uno dei più conosciuti ed amati illustratori italiani. Elegante…onirico…ironico…poetico: usare il linguaggio verbale per descrivere quello visivo è di per sè arduo e riduttivo, ma nel caso di Guasco lo è ancor più. Tra gli illustratori italiani contemporanei è forse quello che di più si affida e si fida dei maestri della storia dell’arte come fonte di ispirazione. Le sue illustrazioni sono state richieste da committenti quali The New Yorker, Eni, TIM, Diesel, Rizzoli, Poste Italiane, Moleskine, DeAgostini, Sole 24 Ore, Emergency, ecc. ecc.
Riccardo si presta all’intervista con la sua consueta cortesia…
Riccardo Guasco
Se dovessi descriverti telegraficamente ..
Disegno quindi sono. STOP
Che studi hai fatto? Son quelli che ti han formato o c’è altro?
Ho frequentato sempre scuole d’arte, l’istituto statale d’arte di Asti e l’Accademia Albertina di Torino. Sicuramente la scuola, ma soprattutto il valore delle persone che insegnano all’interno di essa, sono le principali fonti di formazione, il resto è la curiosità di approfondire qualche cosa che ti ha particolarmente appassionato. Il mio consiglio è, dopo la scuola, di appassionarsi a più cose possibile.
Possiamo quindi dire che l’insegnante dovrebbe soprattutto saper stimolare la “curiosità”?
Credo che l’insegnante serva da reagente tra due sostanze inermi, l’alunno e un’immagine!
Hai uno stile? Ti piace questa parola “stile”?
Ho un cervello che dice alla mano di disegnare così. Se vogliamo chiamarlo stile, ed è un termine che se lo si spoglia di tutte le sue implicazioni negative è anche corretto, ho una serie di aspetti, forme, colori, poetiche che si ritrovano spesso nelle mie illustrazioni perché mi piacciono e che possono essere facilmente raggruppate sotto la parola “stile”. Quando varierò concetti, colori, curve varierà lo stile. E’ più bello la parola “visione” però.
Domanda scontata ed anche un po’ pleonastica visto che non ne hai mai fatto mistero, anzi li hai spesso omaggiati platealmente: quali sono i tuoi riferimenti nella grafica e nella storia dell’arte?
Non mi basterebbe una rivista per citarli tutti poiché mi innamoro facilmente e facilmente divoro le opere o i tratti di artisti che scopro pian piano.
Partiamo dagli immortali Picasso, Matisse, Depero, Malevich, Klee per passare ad altri artisti che hanno spesso messo un piede nel fumetto come Feininger, Spiegelman, Tofano, per poi toccare veri e propri artisti del manifesto del passato come Cassandre, Carlù, Colin, Puppo o Dudovich, ma come non si fa a non parlare anche di mani poetiche ed ironiche come Savignac, Sempè, Steinberg, Paul Rand…
Ne ho talmente tanti che li tengo tutti raccolti nel mio tumblr che è come entrare nella mia soffitta dei ricordi.
Nello specifico… la cosa che ami di più di ciascuno di loro…
Sarò breve, di Picasso la versatilità, di Matisse la leggerezza della linea, di Malevich il coraggio, di Tofano la teatralità, di Savignac o Sempè lo sguardo ironico e delicato…
“Donna con bicicletta, pozzanghera e cerchio rosso”, 2015
Parliamo di tecnica. Su internet girano filmati di artisti iperrealisti che mostrano i “muscoli della tecnica”. I ragazzi sono molto affascinati da queste “prestazioni”, quasi l’arte fosse una gara quantitativa e non qualitativa, quasi fosse l’abilità tecnica a fare l’artista. Tu al contrario non sembri ossessionato dallo stupire con la tecnica…mi sbaglio?
La tecnica che non serve a far veicolare un messaggio è come cavalcare un purosangue bendato: sarai sicuramente il più veloce ma non sai dove sta il traguardo.
“FORTY POSTERS”, Solo Exhibition @ Improper Walls 11 February – 07 March Reindorfgasse 42 – Wien
Qual è stata la prima persona che ha creduto in te?
Inutile dirlo, i miei genitori, che sicuramente non senza qualche paura, hanno sempre appoggiato la mia passione artistica. All’epoca forse non capivo, ma ora che ci penso, in un paese come l’Italia, una persona che decida di dedicare la propria vita all’ ”arte” è un pazzo. Li ammiro per il coraggio di avermi lasciato fare.
Diceva Argan: “Chi non progetta ha già scelto di essere progettato”… ti ci ritrovi?
Concordo pienamente. Penso anche però che un “progetto” sia fatto di strade prese e sbagliate, di errori, di scivoloni, di passione e di vittorie. Non tutto deve essere previsto a tavolino, l’unica costante è “muoversi” col cervello e non solo.
Lavori di getto o “rimugini” sull’illustrazione? È vero che lavorare un po’ “sovrappensiero” libera l’artista dalla paura di sbagliare che spesso è deleteria e blocca la freschezza concettuale e del segno?
Inevitabilmente sui miei lavori personali lavoro di getto, è un flusso naturale che parte dall’occhio che vede qualche cosa di bello alla voglia che ha la mano di rappresentarlo. Per i lavori su commissione lavoro su tre bozze di getto, poi ovviamente il lavoro subisce la supervisione del cliente e si smussano un po’ gli angoli. Non considero queste revisioni un “bloccare la freschezza”, sto lavorando per un cliente che ha delle esigenze ed è giusto che il lavoro incontri anche il suo modo di vedere le cose. L’illustratore crea immagini che devono essere da commento ad un contenuto, è imprescindibile il confronto con chi questo contenuto l’ha pensato.
Dai un consiglio ai nostri ragazzi che vorrebbero fare dell’illustrazione un lavoro e non solo una passione.
Cinque cose: un manuale di anatomia per artisti, un libro di storia dell’arte, un taccuino con pagine bianche, tanta voglia di disegnare e soprattutto grande umiltà.
Domanda venale ma piuttosto importante in tempi come questi: da quando puoi dire di vivere (ossia di portare a casa la pagnotta) con l’illustrazione? Guadagni più da commesse italiane o estere?
Mi mantengo con l’illustrazione da quando mi sono licenziato da insegnante e quindi ho smesso di percepire uno stipendio mensile. Per la lotta tra Italia ed estero non è un metro di giudizio con chi guadagno di più, quest’anno ho lavorato con più aziende italiane, ovviamente ho guadagnato di più dall’Italia. A parità di committenza e di lavoro, all’estero forse riconoscono più rispetto e quindi un budget più alto per un’illustrazione.
Grazie Riccardo per il tempo e la grande disponibilità.
“Torre del Guado – Pizzighettone” – Illustration for exposition “Aiuto mi sono perso: la provincia di Cremona illustrata” by Tapirulan @Museo del Violino – Cremona, 2014.
“The mask”, Digital sketch, 2014
“uomini e cani” – print on paper at inchiostrofestival, 2014
“Il mio bosco verticale” – Digital illustration, 2014
“Angela”, Digital sketch on paper made during piano concert “the hill of women” with Enrico Pesce, 2014
“Hugs” – Personal Work, 2015
“Caffè macchiato Calder” – ink on paper, 2014
Uncertain experiment of two ice skaters, 2014
“WORKSHOP: Il manifesto illustrato” 28 Febbraio / 1 Marzo 2015 – Padova @ La Bottega del Cigno + Libreria Zabarella, Scuola di illustrazione Damiano Bellino
“the birth of the swan” – Acrylic on paper, 2014
– image credits: © Riccardo Guasco
– Further reading:
– Riccardo Guasco website: riccardoguasco.com
– tumblr profile: rik-bside.tumblr.com
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